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Calcio – Serie A
DANIELE CROCE: LA MIA SERIE A, SARRI, GIAMPAOLO E IL TERAMO.
2015. Daniele Croce, in Serie A con l’Empoli.

2005. Mahmoud Abdul-Rauf e Daniele Croce.

2015. Daniele Croce con i libri sul Roseto Basket.

L’articolo pubblicato sul MESSAGGERO Abruzzo lunedì 22 giugno 2015.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 23 Giugno 2015 - Ore 00:45

Per cognome ha un simbolo di fede e sofferenza, che in carriera potrebbe essergli servito per non perdere mai la bussola.
 
Daniele Croce, centrocampista dell’Empoli classe 1982, esordiente in Serie A alla bella età di 32 anni (37 presenze e 1 gol), si gode le vacanze nella sua Roseto, allo stabilimento balneare “La Bussola”. Appunto.
 
Il bilancio del suo primo torneo di massima serie è presto fatto: «Un anno bellissimo e ovviamente indimenticabile. Arrivarci con l’esperienza e la maturità giusta, ma con l’entusiasmo di un ragazzino, è stato fondamentale. Anche perché siamo partiti con tutti che ci davano per spacciati, mentre alla fine sono arrivati i complimenti».
 
Dopo gli anni di B e C, anche a Pescara, la A. Oggi, dall’alto, è possibile un bilancio: «Sono categorie diverse, in particolar modo la Serie C rispetto alle prime due. In C tattica e tecnica contano poco e lasciano spazio all’agonismo. Confesso che, per le mie caratteristiche, è stata finora la serie in cui ho fatto più fatica».
 
E allora meglio tornare in Serie A, per ricordare due momenti che riassumono la stagione: «L’esordio in trasferta a Udine. Avevo aspettato così tanto quel momento che i primi 4 minuti ero quasi paralizzato in campo. Poi la gara allo Juventus Stadium: un palcoscenico che ti dà motivazioni ulteriori, essendo diverso da tutti gli altri stadi».
 
Un esordio dovuto a mister Maurizio Sarri, suo mentore, che più volte lo ha cercato e portato con sé. Daniele chiosa: «Abbiamo avuto un percorso parallelo e una carriera simile. Siamo arrivati insieme a vincere la Serie B quando forse nessuno se lo aspettava più». Le strade del tecnico e del suo pupillo si separano, la gratitudine resta: «Gli devo molto e tiferò per lui, perché ha le capacità per fare bene anche in un ambiente difficile come Napoli. È un allenatore che si merita la sua grande occasione».
 
Croce, rinnovato il contratto con Empoli, da veterano e rosetano farà gli onori di casa al suo nuovo mister, il giuliese Marco Giampaolo: «Oltre al fatto di essere quasi compaesani, conosco il mio nuovo mister perché è un bravissimo allenatore e una persona perbene. Io ho esordito in A a 32 anni, ho capito benissimo quando ha parlato di ergastolo tolto, in relazione alla sua occasione. Credo che abbia tutto per fare bene a Empoli, città e società che creano un ambiente ideale».
 
L’altalena emozionale si conclude con la Serie B conquistata sul campo dal Teramo: «Ho seguito molto il loro campionato, tifandoli perché conosco molto bene Marcello Di Giuseppe e benissimo il tecnico Vincenzo Vivarini che, mi sbilancio, secondo me è uno dei migliori allenatori d’Italia. Non posso né voglio entrare nel merito dell’inchiesta, ma lasciami dire che sul campo il Teramo ha meritato la promozione, anche perché Di Giuseppe, con un budget di un terzo rispetto a squadre come Ascoli e Pisa, ha costruito un gioiello, valorizzato da mister Vivarini».
 
L’ultimo pensiero è sul calcio sporco: «Sarebbe ora di finirla con queste cose, perché questo non fa altro che far fare brutta figura al calcio vero e pulito, facendo disamorare la gente e tenendo lontane le famiglie da uno sport che potrebbe essere ancora più bello».
 
Luca Maggitti
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