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Venerdì, 3 Maggio 2024 - Ore 10:05 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Cronache Rosetane
32 MIGRANTI, UN RESIDENCE, UNA CITTA’ IN FIBRILLAZIONE...
Il Residence Felicioni.

Mustafà e Suleiman, a sinistra nella foto, tornano al Residence Felicioni dopo un giro al pontile.

Manifestazione di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale a Roseto.

Cronaca di una settimana particolare a Roseto degli Abruzzi. I fatti, le interviste, le opinioni, le posizioni di Comune, partiti e movimenti.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 03 Ottobre 2015 - Ore 23:45

IL FATTO – Mercoledì 30 settembre 2015, al Residence Felicioni di Roseto degli Abruzzi, sono arrivati 32 migranti provenienti dall’Africa Occidentale (Mali, Nigeria, Senegal) e trasferiti in città dai locali, ritenuti non idonei, di Faiete di Rocca Santa Maria, sempre in provincia di Teramo.
 
IL MANCATO COORDINAMENTO PREFETTURA-COMUNE – L’assessore comunale alle Politiche Sociali, Alessandro Recchiuti, ha affermato di non sapere nulla della cosa, visto che la questione sembra essere stata gestita direttamente fra Prefettura e titolari del Residence Felicioni.
 
GLI EVENTUALI NUOVI ARRIVI – Dopo il trasferimento dei 32 migranti, sono circolate voci in città circa il complessivo probabile futuro arrivo di altri circa 170 migranti, per un totale di 200. Le voci, al momento, paiono destituite di fondamento e, a ieri (venerdì 2 ottobre), Recchiuti ha detto di aver saputo dalla Prefettura (l’assessore si è recato a Teramo per parlare della questione) che al momento non sono previsti nuovi arrivi.
 
CHI SONO I 32 MIGRANTI – Giovedì 1 ottobre 2015 sono andato al Residence Felicioni per saperne di più. La cortese signora che mi ha accolto (anche se le sue braccia conserte in fondo non mi volevano da quelle parti), ha riferito che si tratta di rifugiati, dichiarandomi poi che la struttura ha dato disponibilità alla Prefettura di Teramo per ospitare fino a 100 migranti.
 
MUSTAFA’ E SULEIMAN – Sempre giovedì 1 ottobre, unendo il mio status di giornalista e la vicinanza del mio domicilio al Residence Felicioni, ho provato a intervistare qualcuno dei 32 migranti. I primi due li ho incontrati alla cabina telefonica di via Seneca. Erano del Senegal se ho ben capito. Uno era al telefono e – giustamente – non mi ha filato. L’altro mi ha parlato un po’ in inglese poi, quando ha visto che un po’ lo parlavo pure io, mi ha detto che non parlava inglese e che parlava francese. Ho capito l’antifona e li ho salutati cordialmente. Più fortuna ho avuto sul pontile, dove ho incrociato Mustafà e Suleiman (non so se ho scritto bene i loro nomi), che mi hanno detto di avere entrambi 19 anni, di venire dal Mali e di essere sbarcati a Lampedusa, durante uno dei tanti viaggi della speranza, lo scorso 11 agosto 2015. Entrambi sorridenti e ben vestiti (il profugo sembravo io, con la tutona del Roseto Sharks), mi hanno detto che l’Italia è un buon posto in cui stare e che vorrebbero restare qui e trovarsi un lavoro. Abbiamo colloquiato in inglese e francese, nonostante io parli inglese come Aldo Biscardi (ndenghiù) e francese come Lino Banfi (il purè con l’escargò è un pietto gigolò).
 
LO STATUS DI RIFUGIATO POLITICO – Digressione guardando all’ambito nazionale: il problema della gestione dei migranti e di quella della gestione delle richieste di asilo è ben più ampio e complesso dei 32 migranti che stanno a Roseto. Qualcosa di interessante, numeri alla mano, circa l’atteggiamento ambiguo del Governo italiano lo ha scritto Maria Giovanna Maglie per Dagospia.com. La giornalista ha più di un sospetto che allargare i cordoni della concessione dello status di rifugiato e non rimpatriare i migranti, come fanno gli altri stati europei, sia un favoloso affare per alcuni (Mafia Capitale insegna). Il pezzo è a questo link: https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/venghino-siori-venghino-che-nell-italia-pittibullo-posto-109823.htm .
 
IL PERICOLO DEL “GHETTO ROSETANO” – Tornando ai 32 migranti rosetani e – soprattutto – alle voci dei giorni scorsi che davano per imminenti altri 170 arrivi, concentrati in uno o massimo due residence, non si può non sottolineare come l’immediato allarmismo suscitato dalle voci stesse sia legittimo in chiave “ghetto rosetano”. E cioè: sarebbe inconcepibile vedere concentrati 200 migranti in una o due strutture rosetane, per di più destinate alla ricettività turistica. Anche perché se lo status è quello di rifugiati politici, devono essere protetti e non possono lavorare e la prospettiva di passare giornate a tre pasti al giorno, bighellonando fra residence e lungomare, non è certo positiva né per la dignità delle loro persone né per la città di Roseto degli Abruzzi.
 
ROSETO E LA GENEROSITA’ DI UNA CITTA’ INTERA – Ho lavorato in Comune – in qualità di Capo di Gabinetto del Sindaco – dal 2002 al 2011 e quindi vissuto tutta la fase del terremoto di L’Aquila. Roseto fu la città con quasi 8.000 sfollati ospitati e in due settimane dal sisma riuscì a riaprire le scuole aquilane a Roseto con gli insegnanti, ospitando per lunghi mesi le popolazioni colpite. Centinaia di aquilani – a mia memoria, visti in Comune – hanno pianto lacrime di commozione nel ringraziare rosetane e rosetani che si sono letteralmente fatti in quattro per soccorrere, aiutare, sostenere. Questo per dire che, personalmente, mi sembrano assolutamente fuori luogo le (peraltro vaghe) accuse di razzismo alla città solo perché la città stessa – attraverso la sua Amministrazione comunale – vuole saperne di più dei migranti. Poi, ovviamente, le eccezioni ci sono, ma quelle ci sono sempre e dovunque: l’importante è non dare del razzista a una città intera se qualche fesso strepita senza motivo, rispettando altresì tutte le posizioni delle diverse parti politiche e associazioni.
 
LE POSIZIONI DELLE VARIE FORZE POLITICHE ROSETANE – Come ROSETO.com, abbiamo chiesto alle forze politiche e alle associazioni riferibili a movimenti politici, una dichiarazione il giorno stesso dell’arrivo dei 32 migranti. Eccole di seguito, nell’ordine cronologico di arrivo. La posizione del Pd non ci è stata inviata.
 
MARCO BORGATTI – «Saluto senza nessuna preoccupazione l'arrivo dei 30 migranti a Roseto. Non bisogna mai fomentare una guerra fra poveri. La storia insegna che questo è il preludio di drammi sociali ed è la scusa ricorrente di chi “comanda” per continuare a vessare i poveri. Mai associare una etnia diversa alla delinquenza. Mai confondere criminalità ed immigrazione. Sono state espresse paure per eventuali “ribellioni” sul web che trovo assolutamente infondate. Un uomo o una donna si ribellano quando vengono vessate. Gli immigrati sono insorti a Rosario, ma ovviamente stiamo parlando di una situazione ignobile di sofferenza e schiavitù che ben è lontana dalla situazione di Roseto con i suoi 30 immigrati. La paura che molti hanno è dovuta alla non conoscenza. Esistono italiani che rubano ed immigrati a pulire le strade. Così come troverete stranieri che praticano attività illegali. Il tutto non è legato al paese di nascita ma al libero arbitrio del uomo. Troverete il bene ed il male nel vicino italiano o nel più lontano straniero. La paura non consente di ragionare e spesso è usata da chi comanda per continuare a far davvero delle porcate. Prendete una fattispecie simile una guerra fra poveri,  fra i precari ed i disoccupati. Un datore di lavoro ti costringe a lavorare di più ed a meno perché fuori c'è un disperato senza lavoro che prenderebbe il suo posto subito anche se in condizioni ignobili di orario, sicurezza e retribuzione. Chi è il nemico? Il precario? Il disoccupato? Perché il disoccupato e il precario devono temersi? Chi ci guadagna in questa guerra? La risposta la sapete. Funziona allo stesso modo per immigrati ed italiani.  Usare la paura per guadagnare consenso è facile. Difficile è cambiare le cose davvero e vincere la paura Le parole giuste sono come molte medicine: spesso amare, poco gradite ma servono per guarire. Aver paura che un immigrato tolga lavoro o alloggio è un pretesto montato da politici inetti per mantenersi al governo di una città o di una nazione mascherando così la loro incapacità di affrontare i problemi di casa e lavoro. Bisogna aver paura di questi politicanti incapaci non di chi ha un diverso colore della pelle».
 
FRONTE NAZIONALE – Luigi Felicioni, a nome del Fronte Nazionale di cui è segretario provinciale: «Siamo preoccupati perché non vediamo elementi e interventi tangibili che possano garantire la sicurezza del popolo rosetano da parte dell'impositore massimo: la prefettura di Teramo. È grave che il popolo rosetano non abbia il diritto di sapere quanti sono, da quali Stati provengano, se si tratta di singoli elementi oppure nuclei famigliari e sopratutto, quali sono i programmi in merito da parte del Prefetto. Non ci piacciono poi i silenzi imbarazzati dei diversi componenti dell'amministrazione di “centrodestrina” rosetana. Roseto e i Rosetani non meritano questa assurda fumosità! Roseto è riuscita a difendersi negli anni dal fenomeno delinquenziale della prostituzione (Silvi e Alba Adriatica insegnano...), mentre oggi crediamo che la città, di fronte a queste imposizioni e ai presunti numeri, si trovi davanti ad un deciso bivio: quello di rischiare di perdere  sicurezza personale e tranquillità. Non vorremmo inoltre che l'ampia disponibilità di posti letto del comparto cementizio di Viale Makarska diventi un ulteriore alibi per fare di Roseto ampio approdo di queste assurde e scellerate politiche di accoglienza».
 
ASSOCIAZIONE ROSETO E DINTORNI A 5 STELLE – Associazione Roseto e Dintorni a 5 Stelle, che si riconosce nel Movimento 5 Stelle: «Appresa la notizia dei 30 “migranti” nella nostra città, innanzitutto intendiamo dare loro il benvenuto e accoglierli con la solidarietà che deve contraddistinguere un Paese civile e fondato su dei valori morali imprescindibili. In secondo luogo, ci rammarichiamo per non avere nessuna informazione ulteriore. Qual è la nazionalità di queste persone? Quale tipo di protezione umanitaria hanno richiesto? Qual è il tempo stimato per la loro identificazione? Chi se ne occuperà? Da chi verranno gestiti i fondi destinati alla loro accoglienza (che - è bene ricordarlo in tempi di grande confusione e fomentazione -, non arrivano direttamente a loro ma passano per ben altri circuiti)? Queste sono domande fondamentali delle cui risposte i cittadini non possono essere tenuti all'oscuro. Non più. Mafia capitale docet, i partiti di destra e sinistra - nonché quei partiti che fanno del razzismo istituzionalizzato la loro ragion d'essere e che fomentano l'odio e la guerra tra i poveri come unica strategia elettorale ormai da 20 anni - hanno lucrato milioni e milioni sul dramma dell'immigrazione. Ora questo non avverrà più, a Roseto ci saremo noi a vigilare e a tenere il fiato sul collo alle istituzioni perché il tutto venga gestito nel migliore dei modi, e ci impegniamo a recarci personalmente presso il residence Felicioni, per verificare le loro condizioni e cercare di capire qual è la loro storia. Andremo a fondo alla vicenda e terremo correttamente informati i cittadini».
 
#AMOROSETO – «L’arrivo dei migranti a Roseto non va strumentalizzato, bisogna essere pragmatici e prendere atto della situazione, questo fenomeno è ormai di portata mondiale e tutti i paesi europei si stanno confrontando con questa problematica destinata a diventare una tendenza costante e non una semplice emergenza. La nostra idea è quella di “accoglienza responsabile”, ma l'intera problematica va valutata attentamente nella sua complessità. Siamo disponibili a lavorare ad un progetto strutturato insieme al sindaco Enio Pavone e all'amministrazione, magari creando un tavolo operativo. Una problematica del genere deve essere affrontata in modo condiviso dalle forze politiche. Anticipando quella che è la nostra idea, crediamo che la soluzione non debba essere quella di creare un “business del migrante”, per questo i luoghi di accoglienza non devono essere gli hotel, se non per una brevissima fase iniziale di accoglienza. Roseto vive di turismo, creare il business dei migranti non tutelerebbe il lavoro e l’immagine della città. Gestito l'impatto del momento crediamo che la soluzione potrebbe essere quella di creare un sistema di “social housing” per l’accoglienza e di integrazione dei migranti con la cittadinanza attraverso lo svolgimento di attività di manutenzione e di tutela del bene pubblico della città che li accoglie, come già sperimentato in altri Comuni. La gestione dell’accoglienza e delle attività dovrà secondo noi essere affidata a risorse adeguatamente formate, così da ridurre al minimo eventuali rischi connessi al percorso di integrazione. Il meccanismo potrebbe tradursi nei migranti che, anziché passare le giornate connessi ad internet, donano parte del loro tempo alla città che li accoglie».
 
SINISTRA, ECOLOGIA E LIBERTA’ – «L’arrivo a Roseto di 30 migranti ha destato una serie di polemiche. Note sono le argomentazioni che buona parte dei rappresentanti della politica italiana adottano sistematicamente per instillare un clima di terrore gratuito tra i lavoratori italiani. Misconosciute sono invece le ragioni che spingono milioni di donne e uomini nel mondo a lasciare i propri paesi di origine. Invece di cedere a sterili “atti di compassione” che nulla hanno a che vedere con una prospettiva politica di cambiamento radicale della società, o ad atteggiamenti xenofobi e fascistoidi, i compagni rosetani di Sinistra ecologia e libertà vogliono offrire ai cittadini di Roseto una risposta chiara alla questione dei migranti e dei rifugiati. I migranti ospitati nella struttura alberghiera sono quasi tutti di origine nigeriana, un paese martoriato dall’imperialismo europeo e statunitense. Anche l’Italia ha fatto purtroppo la sua parte: L’Eni, la multinazionale italiana, è presente da oltre 50 anni nel sud del paese, e ruba oltre 2 milioni di barili di petrolio al giorno alla popolazione nigeriana, radendo al suolo sistematicamente coi bulldozer i villaggi e le abitazioni vicine ai giacimenti. Solo nel 2014, 349 perdite di greggio hanno inquinato le terre dei contadini locali, causando un danno abnorme in termini economici e sanitari proprio alle popolazioni locali che vivono di pesca e di agricoltura. Senza dubbio, la Nigeria è uno dei paesi africani più devastati dall’imperialismo delle multinazionali. E tra queste, la “nostra” sembra essere tra le più efferate. L’imperialismo ha azzerato l’economia di sussistenza locale, ha devastato flora e fauna, lasciando la regione del delta del Niger persino senza luce elettrica e acqua potabile. Un vero crimine, in un’ area che potenzialmente potrebbe essere tra le più ricche al mondo. Domandiamo a tutti: siamo così sicuri che 30 migranti, spinti dalla disperazione che i nostri padroni hanno creato nei loro paesi, siano una minaccia per la nostra città? La loro presenza qui non è invece un vero valore aggiunto per meglio articolare una riflessione collettiva sul nostro essere tutti vittime di un sistema economico che in nome del profitto lascia metà dei giovani italiani disoccupati e 3 miliardi di persone nel mondo senza cibo, senza acqua, senza futuro? Questa dovrebbe essere la domanda fondamentale che dovrebbe porsi anche l’assessore Recchiuti, invece di domandarsi come passeranno il tempo i 30 migranti, o di dogliarsi per non essere stato informato del loro arrivo. Solidarizzare con il popolo nigeriano e con tutti i popoli oppressi dagli imperialismi è un nostro dovere, perchè lo sfruttamento a cui sono soggetti quei popoli è lo stesso che ogni giorno con una faccia più o meno benevola ritroviamo nei nostri posti di lavoro, nelle nostre scuole, nelle nostre città. I popoli che subiscono rapine sistematiche da parte delle multinazionali sono costrette a fuggire, pena la morte. Questo ci dimostra, senza se e senza ma, che la questione dell’emigrazione è una questione di classe che rientra nel conflitto totale che esiste tra il grande capitale transnazionale e i lavoratori di tutto il mondo. Al di là del colore e della latitudine geografica di provenienza, ciò che rimane una costante è la volontà di cambiare, di liberarsi dalle catene dell’oppressione di un modo di produzione economica che genera profitti per un pugno di oligarchi del mondo, benessere per pochi, e povertà, miseria, guerra e distruzione per 5 miliardi di lavoratori nel mondo».
 
I MIGRANTI, NUMERI ALLA MANO, SECONDO MARCO BORGATTI – Ieri, venerdì 2 ottobre, Marco Borgatti è tornato sull’argomento, scrivendo: «In queste ore sono circolate diverse “numerazioni” sul numero di migranti presenti ed in arrivo a Roseto. Al momento nel residence di Roseto sono alloggiati 30 (32, n.d.a.) migranti e non sono previsti al momento altri arrivi. Secondo le indicazioni, scritte nel bando di affidamento della Prefettura di Teramo, si tratta di cittadini stranieri richiedenti la protezione internazionale per gravi motivi di vessazione. Il numero stimato dalla Prefettura è di 400 migranti distribuiti in tutta la Provincia di Teramo, quindi le possibilità che, su quasi cinquanta comuni, la metà di questi sia ospitata nella sola città di Roseto è inverosimile. Pare che il bando sia stato aggiudicato da una cooperativa della costa teramana. Bisogna inoltre specificare che l'affidatario dell'accoglienza, secondo bando, dovrà garantire la registrazione, l'idoneità degli immobili che ospitano i migranti e dovranno fornire servizi di assistenza alla persona quali: orientamento, servizi di igiene, raccolta rifiuti,erogazione pasti e fornitura di beni come vestiario e prodotti personali. Ai migranti dovranno essere garantiti servizi psicologici ed assistenza linguistica. Per quanto riguarda le cifre parliamo di un bando di circa un milione di euro totali per ospitare questi 400 migranti, totali non nella sola Roseto, fino al 31 dicembre 2015. La Prefettura inoltre stima la spesa pro capite di circa trenta euro. Dentro tale cifra è compreso il “poket money” che varia da 2,5 Euro a 7,5 Euro, a seconda del numero dei familiari a carico che verrà dato in forma di buono per acquisti di: schede telefoniche, snack, giornali, sigarette, biglietti di trasporto pubblico. Non serve lanciare numeri improvvisati in quanto la Prefettura in bando prevede che possano essere alloggiati da un minimo di 10 ad un massimo di 50 migranti in una struttura. Quindi è fuori luogo parlar di cifre superiori. Queste semplici e sterili cifre che servono a sfatare falsi miti ed assurde paure».
 
COMUNE: L’IRA DEL SINDACO PAVONE – Sempre ieri, venerdì 2 ottobre, il Comune di Roseto degli Abruzzi ha diffuso una lunga e dura nota sulla questione migranti, firmata dal sindaco, Enio Pavone. Eccola: «L’Amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi e le forze politiche che la sostengono, in merito alla vicenda riguardante il Residence Felicioni che ha partecipato ad un bando indetto dalla Prefettura di Teramo, atto a verificare la disponibilità di strutture per ospitare cittadini stranieri immigrati, esprime una chiara ed inequivocabile posizione di contrarietà. L’ospitalità negli alberghi fa parte del sistema dei cosiddetti “Cas”, centri di accoglienza straordinaria: in situazioni di carenza di posti, infatti, i Prefetti possono rivolgersi a strutture non propriamente dedicate a questo scopo per chiedere disponibilità ad ospitare migranti. Unico requisito essenziale richiesto alle strutture in convenzione è quello della disponibilità dei posti, con il rischio di improntare il servizio di ricezione solo al profitto. Ma un profugo non è un turista, necessita di avvocati, mediatori, assistenza, che non possono essere garantiti da residence o da hotel che li ospitano, perché si tratta di strutture nate per il turismo e non per fare assistenza sociale. Inoltre la nostra città ha già dato il proprio contributo. Ci sono infatti otto famiglie di immigrati con il progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) che vengono ospitati in appartamenti e seguite da personale qualificato. A questo bisogna aggiungere i circa 1.500 immigrati, tra comunitari ed extracomunitari, già residenti a Roseto degli Abruzzi, tra cui alcuni minori ospitati nella casa accoglienza comunale. Desideriamo ospitare un numero di persone misurato al nostro Comune e garantire loro le attenzioni necessarie per evitare potenziali spiacevoli conseguenze. Siamo venuti a conoscenza dell’arrivo di altri migranti presso il Residence Felicioni da una telefonata ricevuta il giorno prima dalla Prefettura di Teramo: siamo rimasti “stupiti” da questo comportamento e non abbiamo condiviso che tutto ciò sia stato fatto senza alcun precedente coinvolgimento del Comune e della cittadinanza. Riteniamo infatti che portare decine di profughi in una struttura turistico-ricettiva a Roseto degli Abruzzi sia stata una scelta completamente sbagliata. L’accoglienza dei migranti è infatti una materia seria e complessa: di conseguenza, le strutture destinate a questa funzione, devono essere adeguate. E per farlo devono essere individuate in aree idonee. Inoltre è necessario che all’interno di tali progetti e processi decisionali siano coinvolti i Comuni al fine di tutelare le comunità e i migranti e per avere servizi e percorsi di inserimento adatti. Non raccordarsi con le amministrazioni locali porta inevitabilmente a tensioni sociali e problemi che potrebbero essere evitati. Pertanto chiediamo alla Regione Abruzzo e, in particolare, all’Assessore regionale Donato Di Matteo, da sempre sensibile verso il tema dell’emigrazione, di aprire immediatamente un tavolo con le Prefetture e le amministrazioni locali per la gestione degli arrivi dei migranti attraverso piccoli insediamenti individuati in accordo con i Sindaci, come già avviene in altre parti d’Italia. Inoltre, quella che potrebbe apparire come una soluzione provvisoria, rischia di protrarsi nel tempo per mesi e mesi, come già accaduto in altre città. Ciò anche a causa della lentezza della burocrazia negli organismi deputati a definire lo status di richiedente asilo politico o di rifugiato. La politica nazionale ed europea deve trovare delle soluzioni strutturali che limitino l’incidenza di simili “pasticciate soluzioni emergenziali e straordinarie” che rischiano di danneggiare l’economia turistica di località balneari come Roseto degli Abruzzi. Queste iniziative rischiano infatti di “uccidere il turismo”. Non si aiutano così gli operatori economici, sempre più spremuti dalle tasse e dalla burocrazia, e quelli che accettano questo tipo di soluzioni ospitando i migranti nella speranza di guadagnare di più, compreso chi è in crisi e spera così di risollevarsi, ma in realtà alla fine “affonda l’intero comparto turistico”. Il razzismo non c’entra, perché chi è disperato merita aiuto, ma Roseto degli Abruzzi in questo senso ha già dato. Una città che vive di turismo non è la destinazione giusta per altri migranti, la cui presenza influirà negativamente sull’industria delle vacanze e rischia di incidere significativamente anche sulla vita dei residenti nei mesi invernali. Un duro colpo dopo un’estate in cui si sono avuti buoni segnali di ripresa. Siamo fermamente contrari a questa iniziativa anche perché basata solo su un mero calcolo speculativo, quello che è stato definito il “business dell’accoglienza”, senza preoccuparsi minimamente delle negative conseguenze economiche e sociali in un Comune come il nostro. Chiederemo ai titolari del Residence Felicioni, nell’interesse dell’intera città, di recedere dalla decisione presa. A tal proposito le forze politiche che sostengono l’Amministrazione Comunale avvieranno una raccolta di firme da consegnare personalmente al Prefetto affinché a Roseto degli Abruzzi non venga autorizzato l’uso di nessuna struttura privata o pubblica, tantomeno strutture ricettive turistiche, per altri immigrati. Proprio nel momento in cui, sulla scia di una stagione positiva, stiamo dando il via a nuove politiche turistiche e commerciali che permetteranno di raggiungere ambiziosi traguardi nel settore trainante per l’economia rosetana, si rischia di vanificare l’immagine della città attraverso scelte calate dall’alto e finalizzate solo al profitto di qualche albergatore che non ha neanche la scusante di venire da una stagione di crisi. Noi non siamo d’accordo ad ospitare altri immigrati nella nostra città e tantomeno in strutture alberghiere che devono essere destinate solo al turismo. Riteniamo di interpretare anche la volontà, non solo degli operatori turistici, ma della stragrande maggioranza dei cittadini rosetani. Roseto degli Abruzzi ha già tanti immigrati e non ha le forze e gli strumenti per garantire un riparo ad altri rifugiati con il rischio di avere persone che per vivere debbano ricorrere ad espedienti, spaccio di droga e criminalità mettendo a serio rischio l’ordine pubblico, senza dimenticare altri importanti aspetti negativi legati ai conflitti etnici e religiosi, alla sanità, al terrorismo islamico e altro. Infine riteniamo che un’ultima considerazione sia doverosa: non è possibile, anche perché oltre che ingiusto potrebbe essere perfino incostituzionale, immaginare di continuare a riservare agli immigrati un trattamento superiore rispetto a quello garantito a tanti cittadini in crisi. E’ giunto il momento in Italia di pensare di più agli italiani, soprattutto a quelli più in difficoltà, da troppo tempo messi da parte e dimenticati per tutelare con più facilità e buonismo immigrati ed extracomunitari. Prima pensiamo a loro e poi potremo pensare agli immigrati. Nessuno ci può insegnare come fare integrazione ed accoglienza, ne siamo maestri, sempre disponibili ad aiutare e soccorrere, ma c’è un limite a tutto. Non possiamo rischiare che qualcuno, con queste iniziative, affossi il nostro turismo, vero e proprio settore trainante dell’economia di Roseto. Ora la priorità e la precedenza va ai tanti italiani, non solo giovani, in cerca di lavoro, ai pensionati che non arrivano alla fine del mese, alle famiglie che si trovano in difficoltà. Sono queste le priorità a cui vogliamo dedicarci con l’impegno e la serietà che ci hanno sempre contraddistinto in questi anni di governo della città».
 
LA POSIZIONE DELLA CONSULTA DEL TURISMO – Oggi, sabato 3 ottobre, si è espressa anche la Consulta del Turismo, dichiarando: «La Consulta del Turismo del Comune di Roseto degli Abruzzi, riunitasi il giorno 02.10.2015, dopo aver preso atto del comunicato stampa firmato dal sindaco Dott. Enio Pavone, esprime il suo pieno consenso alla posizione dell’Amministrazione Comunale in merito alla vicenda del Residence Felicioni e dell’ospitalità ai cittadini immigrati presso strutture ricettive del Comune di Roseto e chiede alle autorità competenti che l’accoglienza agli immigrati venga gestita attraverso soluzioni che non danneggino l’economia turistica locale, sottolineando il delicato momento di crisi del settore turistico, dove i recenti segni di ripresa rischiano di essere cancellati da scelte affrettate, inadeguate e poco attente alle esigenze del nostro territorio».
 
FRATELLI D’ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE: IN PIAZZA PER DIRE NO – Oggi, sabato 3 ottobre, manifestazione in centro di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, contro i migranti e, più in generale, le politiche di accoglienza del governo italiano. Questo il comunicato emesso dal Coordinamento Comunale: «Si è tenuta questo pomeriggio presso Piazza della Libertà al centro di Roseto degli Abruzzi la manifestazione di Fratelli d'Italia–Alleanza Nazionale relativa al recente arrivo di 32 immigrati in città trasferiti da Rocca Santa Maria nella città adriatica. I militanti hanno aderito alla campagna “Povera Patria” a tutela degli italiani bisognosi, lanciata dal partito a livello nazionale, esibendo uno striscione con il motto “L'Italia di Renzi e Boldrini, abbandona gli italiani e aiuta i clandestini” e presso il banchetto hanno organizzato una piccola raccolta fondi il cui ricavato verrà consegnato presso le parrocchie rosetane per aiutare i concittadini in difficoltà. Francesco Di Giuseppe, Portavoce comunale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, dichiara: “Con questa iniziativa abbiamo voluto evidenziare l'enorme contraddizione di questo Governo, soprattutto del Presidente del Consiglio Renzi e del Presidente della Camera Boldrini, che hanno sottovalutato sin dall'inizio la problematica degli sbarchi clandestini e hanno lasciato l'Italia sola a gestire l'emergenza ottenendo dalla Unione Europea un sostegno tardivo. Atteggiamento ancor più grave è lo stile goffo e impacciato da solidarietà pelosa che favoriscono solo ed unicamente il business delle cooperative che lucrano su questa tragedia del nostro tempo. Da sempre siamo un popolo solidale e una città solidale, ma in una situazione di grave crisi economica si sente ancor di più la necessità di affermare il principio di ‘preferenza nazionale’: garantire maggior tutela agli italiani bisognosi. Sostenendo le fasce deboli del popolo italiano, le famiglie in difficoltà, le persone e le coppie giovani escluse dall'assegnazione delle case popolari, aiutando i giovani laureati e disoccupati e le migliori intelligenze ad entrare nel mercato del lavoro impedendo la massiccia emigrazione all'estero. Per questo, con i nostri militanti travestiti da immigrati, abbiamo voluto rappresentare il pensiero e il disagio della stragrande maggioranza dei rosetani e degli italiani: oggi se gli italiani fossero immigrati sarebbero il primo pensiero del Governo. Ed anche per questo abbiamo realizzato un piccolo gesto di solidarietà raccogliendo i fondi per aiutare gli italiani in difficoltà. Sicuramente è assolutamente inopportuna la collocazione di queste persone in un residence fronte mare per una città turistica come la nostra. Roseto ha già fatto la sua parte ospitando con discrezione e con tutte le attenzioni necessarie già 25 persone (uomini, donne e bambini) di cui si conosce provenienza, stato di salute, ecc.. attraverso il progetto SPRAR con il quale vi è un programma di attività definito per l'inserimento sociale e un tempo di permanenza determinato. In questo caso invece si tratta di prima accoglienza, senza che si abbiano le informazioni necessarie e senza la giusta organizzazione di Ministero e Prefettura per gestire tale processo. La Prefettura deve coinvolgere i comuni della Provincia a fare ognuno la loro parte come già successo in altre realtà, fare chiarezza sulla durata della permanenza e garantirne i tempi brevi per evitare problemi in termini di sicurezza pubblica e gli evidenti danni che potrebbe avere l’economia turistica della nostra città. Gli unici beneficiari di questa situazione sono certe cooperative che si stanno arricchendo a dismisura e qualche struttura alberghiera della quale verificheremo l'effettiva congruità a poter svolgere queste attività. Non ci sono prospettive per queste persone che cercano invano una nuova vita qui, l'unica prospettiva che rimane è che dietro ai falsi proclami di solidarietà ci sono le casse di certe cooperative che continuano a riempirsi e a lucrare sulla pelle delle persone”».
 
MARTEDI’ SINDACO E ASSESSORE IN PREFETTURA – Venerdì 2 ottobre, l’assessore Recchiuti, in Prefettura, ha ottenuto un appuntamento con il dirigente che cura la gestione dei migranti in provincia. La riunione è fissata per la mattinata di martedì 6 ottobre 2015. Per il Comune di Roseto parteciperanno il sindaco Pavone e l’assessore Recchiuti.
 
Luca Maggitti
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