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Fotografia
MARCO CIMOROSI: TRA ‘UNITED COLORS OF PHOTOGRAPHY’ E ‘TE LA DO IO L’AMERICA’.
‘United Colors of Photography’. Una parte dei locali della mostra.

‘United Colors of Photography’. Simpatico set fotografico.

‘Te la do io l’America’. Marco Cimorosi, alla vigilia dell’apertura, fotografato da Silviano Sardecchia.

Intervista al fotografo rosetano, in mostra alla Fortezza di Civitella del Tronto fino al 13 giugno 2016.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 22 Maggio 2016 - Ore 18:00

Marco Cimorosi, classe 1960, è un rosetano noto per gestire, insieme ai cugini Domenico e Daniele, l’Hotel Bellavista e l’Hotel Liberty. Ma Marco è anche un appassionato fotografo, che da 5 anni organizza a Roseto degli Abruzzi “United Colors of Photography”, che nel 2016 si è svolta dal 8 al 10 aprile e che porta in città migliaia di fotografi e appassionati di immagine da tutta Italia.
 
Ieri, Marco Cimorosi ha aperto la sua mostra “Te la do io l’America – aritmiche visioni metropolitane” nella splendida cornice della Fortezza di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo. Il vernissage ci sarà sabato 28 maggio 2016, con l’intervento di Vittorio Sgarbi e il saluto di Massimo Pasqualone. La mostra resterà aperta dal 21 maggio al 13 giugno 2016, dalle ore 10 alle ore 19.
 
Nell’inviare uno sportivissimo “in bocca al lupo” a Marco Cimorosi, ci abbiamo fatto una chiacchierata parlando della sua passione per la fotografia e di “United Colors of Photography”. Eccola.
 
Marco, come e quando nasce in te la passione per la fotografia?
«Intorno al 1977, mio padre Vittorio Cimorosi acquistò una reflex quale appassionato di reportage di viaggio e io cominciai a “rubargliela”, per condividere questa passione con alcuni amici. Si scattava con pellicole in bianco e nero e si sviluppava in camera oscura casalinga e in seguito usando diapositive. La passione ebbe un lieve calo nel tempo, ma riprese vigore con l’avvento del digitale che oggi ha raggiunto livelli eccellenti».
 
Quando e perché nasce “United Colors of Photography”?
«Nel 2006 mi iscrissi al Canon Club Italia e la cosa mi prese molto, tanto che ricoprii col tempo il ruolo di “Commentatore” (una specie di critico fotografico) e di “Coordinatore dei commentatori”. L’impegno in tale ruolo comunque cominciò a sembrarmi troppo impersonale, datosi che bisognava, per forza di cose, interagire virtualmente con le persone tramite una tastiera e uno schermo. Mi chiesi se si poteva fare qualcosa per rendere più “umano” l’approccio, così presi il telefono e mi misi in contatto con l’amministratore del Canon Club Italia nonché suo creatore, Domenico Addotta, e gli esposi la mia idea: rendere reale il virtuale. Misi a disposizione la mia struttura e insieme cominciammo l’avventura di quello che dapprima si chiamò “Meeting Nazionale Canon Club Italia” e poi assunse il nome di “United Colors of Photography”».
 
Come mai la scelta di organizzarla a Roseto?
«La scelta di Roseto mi sembrò ovvia. Prima di tutto perché mettevo a disposizione la mia struttura senza costo e poi, essendo rosetano, mi sembrò un valido mezzo per far conoscere la nostra città anche sotto altri aspetti».
 
Su cosa hai puntato per dare forza a questa kermesse?
«Sul fatto che Roseto si trova in una posizione strategica. Nel centro d’Italia, facilmente raggiungibile da tutte le direzioni e con una natura, sia marittima che montana, a dir poco entusiasmante».
 
Qualche numero significativo di “United Colors of Photography”?
«La risonanza mediatica via web ha raggiunto 500.000 iscritti al Domiad Photo network, che sia prima che dopo ogni evento ha pubblicizzato Roseto degli Abruzzi agli appassionati di fotografia. Le presenze fisiche sono in continua crescita e quest’anno c’è stata un’affluenza di circa 3.000 visitatori nei tre giorni dell’evento».
 
Il segreto del successo?
«Il successo è forse dovuto al fatto che l’interesse per la fotografia sta crescendo ed eventi come questo dalle nostre parti è difficile trovarli. Il clima di amicizia e cordialità che si respira durante questi eventi favorisce nuove conoscenze e nuovi contatti. Molti amici da tutta Italia hanno il piacere di darsi appuntamento qui per incontrarsi di nuovo, non importa se per alcuni i chilometri sono tanti».
 
Hai ricevuto riconoscimenti per questa tua creatura?
«Le istituzioni si sono finalmente sensibilizzate, tanto che abbiamo ottenuto l’alto patrocinio della Regione Abruzzo, quello della Provincia di Teramo, il patrocinio della città di Roseto degli
Abruzzi e quello della FIAF».
 
Programmi per il futuro della manifestazione?
«Coinvolgere ancora di più le bellezze locali. Stiamo valutando la possibilità di indire un concorso fotografico che raccolga scatti fatti a Roseto e dintorni e in altre località abruzzesi. Gli scatti prodotti durante i giorni a disposizione verranno stampati direttamente durante la manifestazione, presentati in una mostra e di conseguenza premiati. Sicuramente i monte premi aumenteranno notevolmente, in modo da attirare anche i più restii. Si cercherà di invitare come ospiti e testimonial famosi fotografi di fama nazionale e perché no, anche di fama internazionale. Stiamo poi valutando la possibilità di gemellare l’evento fotografico con un evento sportivo di elevata spettacolarità, anch’esso collegato a un concorso fotografico. Le idee quindi sono tante e ci stiamo lavorando già da ora, così da rendere la manifestazione una tappa fondamentale nel campo fotografico italiano».
 
Un tuo pensiero, a chiusura della chiacchierata?
«Roseto ha sia le possibilità sia le capacità per ospitare eventi di questo genere e noi ce la mettiamo tutta per fare la nostra parte. Troppo spesso si tende a vivere sugli allori, su ricordi di ribalte passate. Troppo spesso si avviliscono i piccoli inizi senza concedere le dovute opportunità. Troppo spesso si piange sulle proprie ceneri, tendendo a lamentarsi piuttosto che proporre e fare. Invertire questa tendenza, magari nuotando contro corrente è per me una sfida e questo evento destinato a durare nel tempo offre a tutti noi nuove opportunità. Da qualche tempo ho una mia scuola fotografica e la mia più grande soddisfazione è quella di poter trasmettere la passione fotografica ai miei allievi. La fotografia è un’arte capace di stimolare creatività e comunicazione e per questo va coltivata. Che ce ne accorgiamo o no, la fotografia ha un ruolo importantissimo nella nostra vita: basti solo pensare ai telefonini. Il mio impegno è di farla apprezzare maggiormente, magari aiutando a migliorare le proprie capacità tecniche ed espressive, ma anche, tramite “United Colors of Photography”, aprire a nuovi orizzonti. Saluto come si fa tra i fotografi: “Buona luce a tutti”».
 
MARCO CIMOROSI
 
ROSETO.com > Archivio
Domenica 13 marzo 2016
Cronache Rosetane
A ROSETO LA 5^ EDIZIONE DI ‘UNITED COLORS OF PHOTOGRAPHY’
Roseto degli Abruzzi, Hotel Bellavista, dal 8 al 10 aprile 2016.
 
Luca Maggitti
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