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Serie B, Girone D – Pescara
‘BRACIOLA’: PER VERI AMATORI.
Stefano Rajola.

Intervista a Stefano Rajola, profeta in patria classe 1972.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 26 Maggio 2016 - Ore 20:30

Stefano Rajola, playmaker dell’Amatori Pescara, compirà 44 anni il prossimo 13 giugno 2016.
 
Non ho voluto chiedergli, nell’intervista che leggerete, cosa vorrebbe per compleanno. Vi dico soltanto che il 13 giugno 2016 è un lunedì... e che sabato 11 e domenica 12 giugno 2016, a Montecatini, si svolgerà la Final Four che decreterà le 3 squadre promosse nella Serie A2 2016/2017. Credo di non dover aggiungere altro...
 
Stefano Rajola prese il soprannome di “Braciola” nella tappa teramana della sua carriera. Lo chiamava così Mario Boni, supportato dall’avvocato-pivot Marco Peracchia.
 
In questa stagione da profeta in patria nella sua Pescara, alla soglia dei 44 anni, in stagione regolare ha giocato 30 partite a 31,20 minuti di media, segnando 10,9 punti, catturando 3,6 rimbalzi, servendo 4,2 assist e totalizzando un tondo 14 di valutazione. Niente male per un vecchietto...
 
Dopo la doppia impresa, arrivando in Finale playoff dopo aver fatto fuori Campli ai Quarti e San Severo in Semifinale, ribaltando in entrambi i casi il fattore campo, gli ho fatto questa intervista.
 
Stefano, ma – ormai – ti capita di andare su qualche campo in trasferta e sentirti chiedere se sei ancora tu o si tratta di tuo figlio?
«Ah ah ah, no! Questo non ancora. Più che altro sento che sono vecchio e devo smettere, ma soprattutto perché spesso gli altri mi chiedono come faccio a giocare ancora».
 
Un pensiero da sakem, o da chioccia se preferisci,  su questa Amatori Pescara delle sorprese...
«Una crescita incredibile, da agosto ad oggi, che ha interessato i giocatori singolarmente, la squadra e lo staff. Allo stesso modo è cresciuta la società e quindi l’ambiente. Insomma: siamo un mix esplosivo!».
 
Fammi il nome di un ragazzo del Pescara che arriverà, come hai fatto tu, a giocare in Serie A e spiegami per quali meriti. Se ne hai più di uno, accetto anche riflessioni plurime...
«Lo auguro a tutti e credo che lo possano meritare in tanti, a patto di continuare sempre a migliorarsi sia fisicamente sia tecnicamente e nella comprensione del gioco. Ad ora i più pronti sono l’incredibile Simone Pepe (incredibile per tutto quello che ha fatto finora) e Marco Timperi (che ha grandi potenzialità), ma credo che anche Emidio Di Donato, Giangiacomo De Vincenzo e lo stesso Matteo Bini abbiamo le potenzialità per misurarsi al piano di sopra. Per ognuno di loro ci sarebbero ruoli e importanze diverse in squadra, ma io dico che lo potrebbero fare».
 
Qual è stato, finora, l’ingrediente speciale di questa vostra stagione?
«Aver mantenuto i nervi saldi nel mese di dicembre: merito alla società. Poi l’innesto di Andrea Capitanelli, che ci ha migliorato e, infine, la fame che abbiamo sempre dimostrato. Non ci siamo mai sentiti appagati, anche quando le cose hanno cominciato a marciare per il verso giusto... e siamo sempre più affamati!».
 
La tua “analisi veterana” della finale contro Montegranaro?
«Sarà una serie difficilissima, contro una squadra super completa in tutti i reparti e con giocatori top per la categoria o di serie superiore. Quindi per noi sarà durissima, ma con umiltà ci proveremo, come sempre, a complicare loro la vita. Dovremo essere super concentrati e non avere pause, come a volte ci capita durante le partite».
 
Il segreto per essere ancora sulla breccia alla tua età?
«DNA, lavoro e divertimento! La verità è che vado al campo e mi diverto ancora tanto. Poi, essendo nella mia città e con la mia famiglia è ancora più semplice».
 
Quante stagioni giocherai ancora?
«Stagioni, addirittura il plurale! Ah ah ah... lasciamoci con una domanda che faccio io a te: se sulla mia carta d’identità non ci fosse scritto 1972 all’anno di nascita, mi avresti fatto questa domanda?».
 
Luca Maggitti
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