«Pio, che la tua passione possa continuare ad ardere nel cuore di tutti i rosetani».

Così ha concluso il sindaco di Roseto, Sabatino Di Girolamo, che – sommerso dagli applausi – si è inchinato in segno di profondo rispetto di fronte alla bara, dando l’ultimo saluto a Pio Rapagnà.

Grazie all’intelligenza di un parroco come Antonio Ghidoni, le esequie solenni nella gremita chiesa del Sacro Cuore sono diventate un amorevole riassunto della vita del barricadero ex Deputato, visto il susseguirsi di momenti di riflessione, ricordi di amici che lo hanno conosciuto da seminarista, poesie in rima baciata che ne hanno magnificato l’impegno civile a fianco dei più deboli e vibranti ricordi come quello del fratello Alberto.

Così la messa ha inglobato anche un ampio momento laico, indispensabile per una figura che nella vita è stata sempre meravigliosamente debordante.

Il corteo funebre è arrivato in chiesa partendo dal vicino Palazzo del Mare, dove il feretro era arrivato dall’obitorio dell’ospedale di Giulianova.

Al seguito del carro, amici a piedi e anche molti in bicicletta, mezzo di locomozione amato da Pio che lo preferiva alle quattro ruote, salvo quando doveva girare la città con l’automobile dotata di megafoni sul tetto per chiamare a raccolta i cittadini.

Quello che mancherà a tutti, è stato più volte ribadito durante la funzione, è l’impegno civile di Pio Rapagnà, che si manifestava spesso nella sua amata piazza della Libertà: luogo preferito per i trascinanti comizi. Sarebbe bello se il Comune di Roseto gli intitolasse quella piazza o, almeno, creasse uno “Speakers’ Corner”, come quello celeberrimo di Hyde Park a Londra, intitolato alla sua memoria e al suo impegno.