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TIME OUT: IL BASKET E QUELLI CHE BENPENSANO...


Flavio Tranquillo, nel 2012 all’Arena 4 Palme di Roseto degli Abruzzi.

Recensione del libro di Flavio Tranquillo, che parte da Siena per ragionare di questioni italiane ed europee legate alla pallacanestro e, più in generale, allo sport.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 24 Giugno 2019 - Ore 19:00

Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi...

È l’incipit di “Quelli che benpensano”, brano rap portato al successo nel 1997 da Frankie HI-NRG MC, al secolo Francesco Di Gesù. Sosia a mio avviso, voce compresa, di Flavio Tranquillo.

Un attacco che, 22 anni dopo, avrebbe potuto essere quello di “Time Out – Ascesa e caduta della Mens Sana o dello sport professionistico in Italia”, libro che Flavio Tranquillo ha scritto quest’anno per add Editore.

Nel volume si parla dei conti guasti dello sport analizzando la specifica situazione della società e della squadra di basket di Siena che ha dominato gli anni Duemila, ma si tratta – più in generale – di come è messo il basket italiano (ed europeo dell’Eurolega) e dei conti che non tornano, soprattutto quando comparati con quelli invece virtuosi della NBA.

Si parla di faccendieri e dirigenti sbalzati dalle stelle alle stalle, di pratiche illegali e di doping amministrativo e finanziario per anabolizzare ciò che non poteva mettere su muscoli oltremodo, portandolo comunque a vincere ottenendo 10 sul campo, ma zero in ragioneria.

Si parla di Siena – dando spazio per le sue controdeduzioni anche all’uomo simbolo di quell’epoca, Ferdinando Minucci – ma si tratta pure di conti di altre società e di benchmark di riferimento.

Perché Tranquillo – fresco di laurea in Economia e Commercio alla Bocconi, con una tesi intitolata “Governance multi-stakeholder e valore economico nel basket professionistico: il conflitto FIBA – EuroLega” – sa di cosa tratta e offre numeri alla valutazione del lettore. E, com’è noto, i numeri non hanno simpatia.

L’impressione che ho ricavato, leggendo la documentata e approfondita opera di Flavio, è che egli veda nero anche e soprattutto per il futuro della pallacanestro nostrana, se si continua con modelli economici chiaramente ingestibili e in perdita, che possono avere come giustificazione o il classico “emiro”, o il ricco innamorato al limite della scemenza o, purtroppo, la lavanderia artigianale (il basket italiano non ha i numeri per essere una lavanderia industriale) delle mafie per ripulire e riciclare.

“Time Out” è dunque una sorta di monolite kubrickiano, che ammonisce sui pericoli a medio e lungo termine dell’energia nera messa al servizio dello sport professionistico.

E in ambito Eurolega le cose non vanno meglio, sempre tabelle e numeri – che si trovano nel libro – alla mano. Lo so che pare incredibile, ma basta leggere... e analizzando comprendere.

Insomma: Tranquillo ci racconta una storia paradigmatica di un movimento provinciale, conformista e malato, che se non fosse stato fermato dal tintinnar di manette avrebbe eletto a capo della Lega la persona che quasi tutti, il giorno dopo l’arresto, hanno rimosso dalla loro memoria ram e profonda, fingendo di non conoscerlo più.

Dalla vicenda del camerlengo fedifrago del Monte dei Paschi datata 1623, fino al 14 marzo 2019 – con la riserva del presidente della Corte di decidere sull’istanza di patteggiamento avanzata dalla Procura insieme al collegio difensivo di Minucci – il libro racconta di storia e di basket, della Mens Sana e del Monte dei Paschi, di Prima Repubblica e di compromesso storico in salsa bancaria, all’ombra di Rocca Salimbeni, fra Dc e Pci. Racconta dei successi in campo e degli Scudetti, ma anche delle fatturazioni “articolate”, delle provviste in nero e delle confische multimilionarie, fino ai tempi della giustizia che ancora deve scrivere la parola fine sulla vicenda.

Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi...

Dopo aver letto il libro, torna in mente il ritornello anche solo per chiederci, onestamente: sono intorno a noi o in molti casi siamo noi? Intendendo per quel noi, ovviamente, il movimento del basket italiano preso quasi nella sua interezza.

Un movimento che, nella stagione 2018/2019 (e Tranquillo il libro lo aveva finito prima), ha avuto le retrocessioni decise non dal campo bensì da fallimenti nelle due principali categorie (Torino in A maschile, Napoli in A femminile) e poi a scendere (ancora Siena, in A2, poi Lamezia Terme in un girone della B). Per non dire delle traversie del proprietario di Trieste.

E allora: è possibile che il movimento del basket, in Italia, riesca a sostenersi economicamente in modo virtuoso nella maggioranza delle sue espressioni?

Oggi la risposta è no, salvo non volersi prendere in giro. Con i pericoli che questo comporta.

È dunque possibile pensare a nuove strade, formule, modelli economici, per bonificare le innumerevoli discariche abusive piene di “rifiuti tossici” intombati?

È possibile separare i compiti di una Lega professionistica da quelli della Federazione, stabilendone confini e modalità di azione?

È possibile ottimizzare l’azione di due categorie molto diverse come quelle dei dirigenti federali – boiardi che spendono risorse non loro, versate da chi nel basket mette soldi sperando di investire – e quelle dei dirigenti privati, che inseguono la chimera di una società sportiva che riesca almeno a chiudere in pareggio, visto che generare utili pare impossibile?

Come si fa a creare valore associato al basket e quali dovrebbero essere i ruoli dei vari componenti del movimento, per produrre finalmente e soltanto economia pulita?

Quali modifiche bisogna fare, rispetto all’andazzo generale, affinché gli attuali componenti del movimento (dirigenti federali, proprietari, procuratori, giocatori, etc.), cambino modalità e pratiche?

Quali strategie e quali coinvolgimenti bisogna adottare per un nuovo rinascimento cestistico e – più in generale – sportivo?

Questi sono alcuni interrogativi che la lettura di “Time Out” mi ha messo in testa. Un libro che è – appunto – un importante timeout per riflettere.

Flavio vede nero e lo fa capire chiaramente. Il problema – per tutti noi amanti del Gioco – è che Tranquillo è, come tutti i pessimisti che si rispettino, un ottimista ben informato.

Flavio Tranquillo
TIME OUT
Ascesa e caduta della Mens Sana o dello sport professionistico in Italia
add Editore – 2019 – Pagine 297, Euro 18.

Luca Maggitti
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