Cari Rosetani,

il passato è ormai scritto, con tutte le esperienze che ci hanno portato qui ed ora, in questo luogo e in questo modo. Il passato è un baule pieno di ricordi belli o brutti, di decisioni sbagliate e di decisioni giuste, di tristezza e di allegria e di persone che sono entrate e uscite dalla nostra vita. Ricominciamo quest’anno con grande entusiasmo e con le facce di chi guarda a tutto quello che succederà con occhi freschi, occhi che non hanno mai pianto, occhi di chi non vuole rincorrere il vento. Si perché, come ci siamo detti noi il primo giorno:  “Rimpiangere il passato è rincorrere il vento”. Guardarsi perennemente indietro e stabilirsi nel passato è un comportamento di chi ha paura del presente, del futuro della vita, dell’ignoto e che per questo si attacca al passato che conosce e che dà sicurezza.

Rimanere intrappolati nella malinconia continua è un errore perché, purtroppo o per fortuna, non si può viaggiare nel tempo. Ma noi non avremo paura di farlo questo viaggio.  Alla squadra ho chiesto di cancellare dalla mente frasi del tipo: “Se avessi fatto questo..!”. Piuttosto ho ribadito che la nostra parola d’ordine è “facciamolo”, adesso! Oggi è il domani di cui ci preoccupavamo ieri. E su questa scorta mi permetto di fare anche a voi delle richieste.

Aiutateci, perché questi siano anche figli vostri. Magari un po’ colorati. Fate attenzione alle loro paure.

Fateli nutrire delle vostre sicurezze, del vostro impeto, della vostra passione. Anzi, non consentite a nessuno, per favore, di ridicolizzare questi ragazzi.

Prendetevi due ore la domenica, in cui sentite di poter dedicare loro le vostre attenzioni. I ragazzi lo sanno che avevate altro di cui occuparvi e faranno di tutto per coinvolgervi in maniera divertita, facendovi dimenticare  la lavatrice, il negozio o la cena da preparare.

Non vi arrabbiate quando sbagliano. Non fanno i capricci, sbagliano invece più per essere accolti da voi. Stanno cercando di comunicarvi, come i vostri figli veri, che ci tengono moltissimo. Cercheremo tutti di essere più neutrali, perché io ho le prove ogni giorno che non lo fanno apposta.

Non li paragoniamo ad altri, mi raccomando! Li farebbe sentire inadeguati. Questi sono unici con i loro talenti e le loro debolezze. Ho capito anche io che dirgli di guardare chi ha fatto meglio di loro o sia più bravo di loro non porta a nulla.

Quando possiamo, eviteremo di dirgli “bravi” quando faranno qualcosa che non ci piace e eviteremo le “facce brutte” o i rimproveri quando faranno qualcosa che secondo noi non devono fare: hanno sempre una motivazione per agire in un certo modo e il rischio è che si convincano che, per avere la nostra approvazione e protezione, debbano fare solo le cose che piacciono a noi, allontanandosi dalla loro natura.

Insomma: osservateli e ascoltateli soprattutto, ma se potete chiedetegli come stanno o come è andata… si sentiranno messi al primo posto da voi non per quello che fanno, che vi garantisco è tantissimo, ma per quello che sono. Io glielo dico spesso: “Fai l’ometto, non piangere”. Ma dobbiamo impararlo… dobbiamo imparare a conoscere, a fare, a vivere insieme, ma soprattutto ad essere.

E lo faremo grazie a voi.

Abbiamo tanta voglia di crescere ma, come diceva Peter Pan, ci accorgeremo che rimanere Bambini era la cosa più bella.

A prestissimo.