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Roseto Basket Story
STORICO: MARKO SIMONOVIC, 4 MINUTI A ROSETO E UN FUTURO IN NBA!
Roseto, PalaMaggetti, 14 ottobre 2018, Serie A2, Roseto-Cagliari. Marko Simonovic con la palla in mano in attacco. Insieme a lui gli stranieri di quella stagione: Brandon Sherrod (35) e Wesley Person Jr.
[Cusano Photo].


Roseto, PalaMaggetti, 14 ottobre 2018, Serie A2, Roseto-Cagliari. Marko Simonovic in panchina, terzo da sinistra dopo Franko Bushati e Giovanni Ianelli, osserva Wesley person scagliare una tripla.
[Cusano Photo].


Roseto, PalaMaggetti, 14 ottobre 2018, Serie A2, Roseto-Cagliari. Marko Simonovic, primo da sinistra, saluta i tifosi insieme a Yancarlos Rodriguez.
[Cusano Photo].


Il montenegrino, in A2 nel 2018/2019 con gli Sharks, è il primo scelto in un Draft NBA dopo essere passato per il Lido delle Rose. Le storie di chi da Roseto è andato in NBA e un pensiero di Giorgio Di Bonaventura, che conosce bene Simonovic.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 19 Novembre 2020 - Ore 16:30

Il Draft NBA 2020 resterà nella storia in tutto il mondo come il primo virtuale, a causa della pandemia da Covid-19.

La giornata delle scelte delle 30 franchigie professionistiche americane sarà anche storica per la storia della pallacanestro rosetana, visto che per la prima volta è stato chiamato un giovane passato per il Roseto Basket: Marko Simonovic, centro montenegrino classe 1999 di 210 cm, che nella stagione di Serie A2 2018/2019 ha registrato una sola partita, giocando 4 minuti, con gli Sharks e poche ore fa è stato scelto dai Chicago Bulls con il numero 44.

Simonovic con la sua ultima squadra – il Mega, in ABA Liga – viaggiava a 16,3 punti e 9,6 rimbalzi di media.

Nella sua storia – che nel 2021 compirà 100 anni – la pallacanestro rosetana ha incrociato la NBA diverse volte. Basti pensare a Mahmoud Abdul-Rauf, ex stella fra i pro d’oltreoceano arrivato a Roseto nel 2004/2005. Ma il Lido delle Rose è stato anche un trampolino dal quale spiccare il volo verso la NBA, come scherzosamente chiosò qualche anno fa coach Neven Spahija, da me intervistato: «Vuoi andare in NBA? Prima devi passare per Roseto!».

Il tecnico di Sebenico – attualmente allenatore nella lega cinese degli Shanghai Sharks – si riferiva al suo approdo in NBA da vice allenatore (prima Atlanta Hawks e poi Memphis Grizzlies) dopo aver allenato a Roseto, così come in America era approdato – sempre come assistente in panchina – Patrick Mutombo (prima Denver Nuggets, dove ha lavorato anche con Danilo Gallinari e poi Toronto Raptors, dove ha vinto l’anello nel 2019), che Spahija aveva avuto da giocatore a Roseto nel 2004/2005.

E c’è anche la storia di Adrian Griffin, che a Roseto giocò le prime gare della stagione di A2 1998/1999, prima di volare in America per giocare prima in CBA e USBL (vincendo entrambe le leghe, la USBL 2 volte) e poi iniziare nel 1999 una lunga carriera da giocatore in NBA partendo dai Boston Celtics, passando da Dallas, Houston, Chicago, Dallas Chicago e chiudendo a Seattle. Ma si trattava di un giovane uscito dai Pirates di Seton Hall nel 1996.

Marko Simonovic entra invece nella storia della pallacanestro rosetana visto che è il primo giocatore che prima ha indossato la canotta della franchigia abruzzese e poi è stato scelto nel Draft della NBA. E la sua storia è ancor più particolare se si pensa che la sua unica apparizione in campo risale alla partita di campionato 2018/2019 di Serie A2 fra Roseto e Cagliari: il primo impegno casalingo risalente al 14 ottobre 2018.

Questo il tabellino di quella partita, che Marko Simonovic giocò con la maglia numero 1.

ROSETO SHARKS 86
CAGLIARI 68
Parziali: 26-19; 20-16 (46-35); 9-15 (55-50); 31-18 (86-68).
ROSETO: Simonovic, Person 21, Rodriguez 16, Ianelli n.e., Penè 2, Nikolic, Eboua 9, Sherrod 12, Akele 15, Panopio n.e., Pierich n.e., Bushati 11. Coach: D’Arcangeli.
CAGLIARI: Miles 21, Allegretti 10, Rullo 12, Gallizzi n.e., Ebeling 1, Rovatti 2, Matrone, Bucarelli 2, Johnson 18, Picarelli 2. Coach: Paolini, squalificato (in panchina Iacozza).
Arbitri: Scrima, Pecorella, Capozziello.


A fine partita, 4 minuti giocati, nessun punto segnato, 1 rimbalzo conquistato, 1 fallo commesso, 1 palla persa e -1 di valutazione per il giovane, voluto da Michele Martinelli, che andò via dopo le prime 5 giornate di campionato e aver collezionato soltanto quei 4 minuti in casa, visto che nelle altre 4 gare andò sempre in tribuna vittima del turnover, essendogli preferito Jordan Bayehe.

Grazie a Mimmo e Andrea Cusano di Cusano Photo, c’è la prova fotografica di quei 4 minuti che da poche ore sono entrate nella storia del basket rosetano. Le proponiamo nelle immagini associate a questo articolo.

Come dicevo, la parentesi di Marko a Roseto fu breve e non lasciò traccia, salvo che nei tabellini degli addetti ai lavori. Io me ne occupai ben più del dovuto (in relazione ai soli 4 minuti giocati), perché Simonovic era chiaramente un predestinato e di lui si dicevano cose magnifiche.

Ecco ad esempio le dichiarazioni che raccolsi da coach Germano D’Arcangeli. La prima è del 31 agosto 2018: «Con Marko Simonovic aggiungiamo un giocatore che corre il campo come un esterno, ma che è alto più di 2 metri e 10. Ha grandi potenzialità fisiche e su di lui sono concentrate molte attenzioni, visto che è seguito con curiosità da molti scout importanti, compresi quelli NBA. L’Olimpia Lubiana lo ha preso dal mercato italiano, perché punta su quel prototipo di giocatore. È un ulteriore tassello che ci aiuta a essere ancora più competitivi. Se il Roseto andava già bene, il suo arrivo rappresenta la ciliegina sulla torta».

L’altra è del 25 settembre 2018: «Con l’arrivo di Simonovic, finalmente si completa il puzzle della nostra squadra. Marko è arrivato e ha subito disputato ottimi allenamenti, mostrando le qualità che gli si conoscevano. È bello che indossi la nostra maglia e noi cercheremo di inserirlo al più presto possibile, ma con la giusta gradualità, nei giochi di squadra affinché possa esserci utile come noi speriamo. Simonovic è un cambio credibile della nostra ala grande e del nostro centro, avendo le qualità per fare l’una e l’altra cosa. Ha agonismo, freschezza e qualità per darci profondità, rimbalzi e pericolosità sul perimetro. Ovviamente, lui dovrà sforzarsi di mettere in pratica le buone cose che fa vedere in allenamento anche in partita».

Non basta, perché sempre il 25 settembre 2018 Giorgio Di Bonaventura, che ha diviso un periodo molto importante delle giovanili a Moncalieri con il centro montenegrino, mi disse questo di Simonovic: «Marko Simonovic è la persona migliore che io abbia mai conosciuto, a livello umano e cestistico». Parole che non si spendono a caso.

Poi “DiBo” – che con l’airone montenegrino vestendo la maglia del PMS Moncalieri di coach Vincenzo Di Meglio aveva vinto lo Cholet Mondial Basket Ball 2016, venendo inserito insieme al suo compagno (MVP del torneo) nel quintetto ideale della manifestazione (Play Allen Agbogan, PMS Moncalieri e oggi in forza al Giulianova in Serie B; Guardia Mattia Da Campo, Stella Azzurra Roma; Ala piccola Giorgio Di Bonaventura, PMS Moncalieri; Ala grande Marko Simonovic, PMS Moncalieri; centro Jordan Djounorou Sakho, Torrelodones, che nel 2020 ha vinto la Basketball Champions League militando con il San Pablo Burgos) e proprio al PalaMaggetti di Roseto degli Abruzzi aveva vinto Scudetto Under 20 del 2017, chiosò: «Marko è  un signore. Ragazzo educatissimo fuori dal campo, ha doti in campo che tutti conoscono. Per me, oltre a essere un ragazzo speciale, è uno dei migliori quattro lunghi del campionato: devastante nonostante la sua giovane età. Io ho avuto il piacere di giocarci insieme ed è diventato il mio pupillo, ma tutti quelli che hanno avuto a che fare con Simonovic parlano bene di lui, perché è un ragazzo e un atleta speciale. Tutto ciò che cerchi di buono, lui ce l’ha!».

E proprio grazie all’intermediazione di Giorgio, incontrai fugacemente Marko alla rotonda nord del lungomare di Roseto (piazza Ponno), mentre arrivava da Roma con la squadra degli Sharks e doveva acquartierarsi fra Hotel Liberty e Hotel Bellavista. E proprio in quell’occasione registrai la sua credo unica dichiarazione rilasciata a un mass medium rosetano, che fu: «Sono contento di essere venuto a Roseto, perché molti amici mi hanno detto cose speciali su questa città e sull’amore dei tifosi per la squadra. Cercherò di essere utile alla causa, sperando che sia per tutti noi una bella stagione».

Ecco, peccato davvero che sia rimasto solo lo spazio di 5 partite, delle quali una sola giocata per 4 minuti.

Oggi, a poche ore dal Draft, ho risentito Giorgio Di Bonaventura – raggiante per la sorte toccata al suo amico, che ha dichiarato: «Mi accorsi della sua umiltà prima che del suo infinito talento. Era un ragazzo che aveva tutto il diritto di piangere, lamentarsi ed essere nervoso per la vita che faceva e presuntuoso per il suo livello eccelso. Eppure non l’ho mai visto triste, giù di morale o altezzoso nemmeno per un secondo nel suo percorso. Sorrideva a tutto e a tutti, era l’anima della squadra e spronava i suoi compagni (me compreso) a tirare fuori il 100% ad ogni occasione. Lo faceva con i fatti, non con le parole. Mai uno sguardo o una considerazione di troppo, linguaggio del corpo perfetto ogni giorno dell’anno. Simpatico, generoso e intelligente fuori dal campo; determinato, concreto ed efficace dentro il rettangolo di gioco. La PMS fu la chiave del suo successo, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista umano. Riuscì a confrontarsi e crescere con dei professionisti che volevano il suo bene, e che hanno lavorato ogni giorno per renderlo il giocatore che è oggi. Sono legato molto a lui, lo sento spesso, e l’approdo in NBA è solo un nuovo inizio, che sono sicuro non lo cambierà in nessun modo dal punto di vista umano. Di gente così ce n’è poca, e non parlo solo del “giocatore”. È una stella che brilla di luce propria, ma che non scorderà mai i veri valori che lo hanno reso cosi speciale».

Che dire d’altro, dopo questo meraviglioso pensiero di Giorgio?

In bocca al lupo a Marko Simonovic, che in soli 4 minuti e senza manco segnare un canestro è entrato nella storia quasi secolare della pallacanestro rosetana, grazie al suo approdo in NBA.

Luca Maggitti
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