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CIAO CESARE RISI, CHE TI INNAMORASTI DI CLARA IN VIA SENECA...
Cesare Risi.

Cesare Risi, a destra, negli anni 60 sulla battigia di Roseto degli Abruzzi, con il suo amico Franco Di Tecco.

Cesare Risi, giovane tipografo.

Scomparso uno dei fondatori della Tipografia Rosetana, che conobbe l’amata moglie in casa della mia famiglia.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 09 Gennaio 2021 - Ore 19:45

Oggi, a Scerne di Pineto, tanta gente ha dato l’ultimo saluto a Cesare Risi, che a 78 anni è mancato dopo una malattia che negli ultimi anni lo aveva fiaccato.

Cesare faceva parte del trio che fondò nel 1960 la Tipografia Rosetana. Innamorati, Risi, Serafini come Zoff, Gentile, Cabrini: tre colonne portanti di gran parte di ciò che è stato stampato e diffuso negli ultimi 60 anni nel Lido delle Rose.

Io mi ricordo Cesare nel centralissimo laboratorio della “Tipolito Rosetana”, dietro piazza della Libertà – o dietro la stazione, per capirsi meglio – andando verso la collina. Poi l’azienda è cresciuta e da qualche anno si è trasferita nella zona industriale, ma i tempi epici erano quelli in cui per controllare un lavoro dovevi andare in centro. Cesare lo trovavi sempre chino sulla carta, un tutt’uno con la sua macchina. Poche parole, molta fatica.

Sono molto legato alla “famiglia allargata” della Tipografia Rosetana, per il centinaio di lavori fatti insieme in questi ultimi 25 anni. E alle famiglie Serafini e Risi mi lega pure la parentela.

Patrizio Serafini è infatti nipote della compianta Filomena Di Tecco, sorella dell’amatissimo mio nonno materno Giovanni. La figlia di Cesare Risi, Romina, ha invece sposato mio cugino Gabrio Mongia.

Ma c’è di più, come mi ha ricordato Mamma Liliana Di Tecco oggi, ricordando Cesare, quando ci siamo visti: «Luca, tu non eri ancora nato, ma Cesare e sua moglie Clara si sono conosciuti dove adesso vivi tu. Una domenica, tuo padre e io andammo a Pineto a prendere Clara, sorella di Gino che poi ha sposato mia cugina Liliana, e la portammo a casa nostra in via Seneca. Lì c’era mio fratello Franco, con il suo caro amico Cesare, che quando vide Clara rimase ammaliato dalla bellezza di quella donna che poi avrebbe sposato e lo avrebbe reso padre di Romina e Cristian. L’amore sbocciò al piano sopra quello in cui oggi vivi, in via Seneca, ma tu non eri ancora nato».

Nel giorno più brutto, il ricordo più dolce.

Le condoglianze di Mamma Liliana, Papà Dino e mie giungano perciò a Clara, Romina, Cristian e a tutti i loro cari, per la scomparsa di Cesare, che il figlio Cristian ha salutato così, con un cuore finale: «Fai buon viaggio Pa’! Ultimo dei mohicani tipografo di vecchio stampo, sei stato un padre meraviglioso».

Luca Maggitti
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