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Sabato, 27 Aprile 2024 - Ore 2:06 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

8 Marzo – Festa della Donna
VIRGINIA GALLIANI: UNA VIOLINISTA ABRUZZESE IN BULGARIA.
Virginia Galliani.

Virginia Galliani insieme a Riccardo Muti.

Virginia Galliani a Ruse, dopo il suo primo concerto lo scorso 28 febbraio 2021.

Lo scorso 28 febbraio è tornata a suonare davanti al pubblico. Intervista alla musicista teatina ingaggiata dall’orchestra State Opera Ruse, per omaggiare – con la sua storia fatta di talento, studio, coraggio e determinazione – tutte le donne.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 08 Marzo 2021 - Ore 03:00

Oggi, 8 marzo 2021, è la Festa della Donna.

Il mio lavoro di giornalista mi dà il privilegio di conoscere tante donne emancipate, coraggiose, libere, che con le loro grandi capacità chiedono soltanto di avere occasioni in modo paritario. E io credo che abbiano ragione.

Una di queste è Virginia Galliani, di professione violinista.

Virginia è una abruzzese teatina di 30 anni, che da qualche giorno è in Bulgaria, dove ha vinto un’audizione e firmato un contratto di un anno con l’orchestra State Opera Ruse.

Ha esordito lo scorso 28 febbraio 2021, con “Le Nozze di Figaro” di Mozart. In un teatro aperto, seppur con capienza ridotta. Quindi suonando per un pubblico, risentendo dopo un anno il dolce scrosciare degli applausi.

Così ho deciso che la mia “storia simbolo” per la Festa della Donna 2021 sarebbe stata un’intervista a Virginia, artista abruzzese in Bulgaria vincendo un concorso e mettendosi in gioco in un anno durissimo come quello della pandemia mondiale da Covid-19. Quindi le ho fatto l’intervista che segue, mettendo in calce poi la sua ricca nota biografica.

Con la storia di Virginia Galliani e con le sue parole, intendo augurare a tutte le donne ogni bene affinché ricevano sempre più rispetto, opportunità e trattamento paritetico. Perché le donne che conosco sono forti, gentili, coraggiose e determinate come Virginia.

Auguri a tutte le Donne!

Questa è l’intervista.

Virginia, cosa significa per te essere musicista?
«Essere musicista non è solo un lavoro, è una scelta di vita meravigliosa ma anche tanto complicata che può essere spinta e motivata solo dalla passione che ci arde dentro. Ho cominciato a studiare musica all’età di 3 anni e ricordo ancora quando mi mettevano con la faccia contro il muro per imparare a riconoscere le note ad orecchio, per sviluppare quello che è l’orecchio assoluto. Nel corso di tutti i miei studi e degli anni della mia vita non ho mai avuto uno stile di vita come quello dei miei amici non musicisti. Dopo la scuola andavo in conservatorio e quando tornavo la sera ero costretta a fare nottate di studio per non rimanere indietro. Per noi il weekend non è mai stato sinonimo di riposo, anzi i nostri concerti si svolgono principalmente il sabato e la domenica. Non vado in vacanza dal 2009 e sono sempre stata con la valigia in mano fino ad ora, cercando un posto da sentire e chiamare casa. Ho sempre avuto lontane le persone care, pur portandole nel cuore. Inoltre, diciamolo, non è un lavoro che ti dà certezze economiche. Eppure non riuscirei ad immaginare di poter fare altro. Le persone non immaginano quanto duro lavoro ci sia dietro la preparazione di un concerto, quanto studio personale ci sia ogni giorno (io nelle mie giornate libere studio 8 ore al giorno), e siamo ancora costretti a dover difendere e spiegare perché il nostro sia un lavoro che merita rispetto. In questo l’Italia, ahimè, non aiuta molto e ne abbiamo avuto conferma proprio nel 2020, quando siamo riusciti ad ottenere qualcosa solo dopo aver alzato la voce e portato dei bauli in piazza. Spero con tutto il mio cuore che il nostro settore venga trattato con il rispetto che merita, sotto tutti i punti di vista. Tante volte mi sono chiesta cosa avrei potuto fare di più semplice, di più remunerativo, di meno impegnativo mentalmente (perché sì, noi non stacchiamo mai con la testa, non esiste un cartellino da timbrare per noi musicisti) ma quando domenica 28 febbraio 2021 ho indossato l’abito da concerto e sono entrata in buca di nuovo, dopo più di un anno, quando ho sentito quelle mani battere di nuovo mi è scesa una lacrima di gioia, perché per quanto complicato e alle volte frustrante, credo che poter esprimere se stessi e le proprie emozioni attraverso la musica sia il dono più grande che un essere umano possa ricevere e dare nella vita».

Svolgi attività concertistica fin da giovanissima, quindi sei abituata a viaggiare. Il lockdown vissuto in Italia nel 2020 ti ha fermata a livello di trasferte, ma dato una nuova consapevolezza?
«Lavoro in orchestra dall’età di 16 anni. Ho cominciato con le orchestre giovanili come l’Orchestra Giovanile dell’Accademia di Santa Cecilia, l’Orchestra Giovanile del Teatro dell’Opera di Roma, l’orchestra Giovanile Italiana e l’Orchestra Luigi Cherubini del Maestro Riccardo Muti, l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Negli ultimi anni, ho lavorato in molte orchestre di Teatri Stabili come Il Teatro Petruzzelli di Bari, l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, la Filarmonica Marchigiana e molte altre e ho sempre lavorato molto all’estero, per periodi brevi e in tournée. Da qualche tempo, sopratutto considerando ahimè la situazione in cui versano i teatri e la cultura italiana e il fatto di avere spesso la difficoltà di avere certezze lavorative come giovane musicista, sentivo la necessità di guardare fuori confine. Così da un po’ di tempo ho iniziato a buttare un occhio sulle audizioni e i concorsi che si svolgevano all’estero per noi violinisti e devo dire che poi il lockdown è caduto a fagiolo. Così ho preparato molte audizioni all’estero che, causa Covid-19, si sono alla fine dovute svolgere in streaming o tramite video. Ho approfittato di un momento critico e di fermo per mettere a punto tutto ciò spesso lasciamo da parte nella vita frenetica ed in continuo movimento di noi musicisti e ho iniziato a studiare i programmi per queste audizioni fuori confine. Ne ho preparate 8, da marzo a ottobre 2020. Così l’anno 2020, che per molti è stato un anno di fermo, per me è stato di grande crescita personale, come Virginia e come violinista, e penso di averlo sfruttato al massimo. Quando tutto sembrava scivolare dalle mani, io ho deciso di afferrare ciò che potevo con tutta la mia forza di volontà».

Le tue audizioni online come sono andate?
«Direi bene. Ho ricevuto offerte per diversi trial all’estero, ma non pensavo di accettare davvero. Come ho detto, avevo deciso di mettermi alla prova in un momento difficile e avevo preso questi concorsi come stimolo per migliorare e tenermi sempre pronta, qualora le cose fossero ripartite, ma fino all’ultimo non avrei pensato di fare davvero questo salto. Per me è sempre stato difficile capire dove è casa, visto che sono sempre con la valigia in mano, vivendo tra Roma e Milano con l’Abruzzo nel cuore. Ho vinto altri ingaggi a Barcellona in Spagna, Vilnius e Klapeida in Lituania, Berlino e avuto offerto un altro trial in Bulgaria. Alcune orchestre però non hanno ancora ripreso la normale attività causa Covid-19 e alla fine, facendo la famosa scheda con caselle pro e contro, ho deciso di scegliere la State Opera Ruse in Bulgaria, dove ho firmato al momento un contratto per un anno fino a febbraio 2022, poi chissà. Io continuo a guardarmi intorno: in Bulgaria e nel resto del mondo, con un occhio sempre alla mia amata Italia».

Quindi da pochi giorni sei a Ruse, in Bulgaria, e il tuo primo concerto lo hai tenuto il 28 febbraio 2021. Mi pare di capire che, al contrario dell’Italia, lì i teatri sono aperti...
«In Bulgaria hanno avuto il lockdown da marzo a maggio 2020. La differenza sostanziale, rispetto all’Italia, è che il governo bulgaro ha promesso e assicurato, rispettando le promesse, lo stipendio a tutti i musicisti dei teatri fino a dicembre 2020, che lavorassero o meno. Insomma: la cultura non è stata abbandonata. Per fare un altro esempio: i ristoranti hanno riaperto adesso, da dicembre, ma i teatri sono rimasti sempre aperti. Qualora chiudano è per motivazioni e scelte interne (ad esempio, qui a Ruse ci sono stati dei positivi tra i cantanti a dicembre e hanno chiuso per alcune settimane). La capienza non è ovviamente al 100 per cento per motivi di sicurezza, ma il pubblico c’è e senti la voglia delle persone di andare a teatro e la volontà del governo bulgaro di non abbandonare un settore che invece, spesso, in Italia è considerato l’ultima ruota del carro. Inoltre, noi orchestrali siamo già stati messi in lista per il vaccino AstraZeneca e non credo che questa cosa in Italia esista».

Parlando dunque di pandemia, le cose in Bulgaria vanno meglio che in Italia?
«Credo che qui siano un po’ più fatalisti, ma diciamo che possono anche permettersi di esserlo perché il numero di contagi è nettamente inferiore rispetto a quello di altri paesi dell’Unione europea. All’esterno la mascherina non è obbligatoria, mentre in luoghi chiusi sì e quindi anche in teatro noi facciamo sia prove sia concerto con la mascherina. Ma è una situazione davvero molto tranquilla rispetto all’Italia; non si respira l’aria da pandemia. Detto ciò, bisogna ovviamente stare attenti e rispettare tutte le regole (e io già lo facevo in Italia), ma diciamo che, inaspettatamente, qui ho davanti agli occhi un esempio di come si possano salvare capra e cavoli. I teatri sono aperti, i ristoranti hanno riaperto lunedì scorso, le attività lavorano e le norme vengono rispettate. Ci saranno sicuramente meno contagi, che permettono di avere questo pugno meno di ferro da parte del governo bulgaro, ma mi fa pensare che in Italia, forse, qualcosa si sarebbe potuto gestire in modo diverso».

Dopo l’esordio del 28 febbraio con “Le nozze di Figaro”, quali sono le iniziative artistiche in programma con l’orchestra State Opera Ruse?
«Fino a quest’estate avremo concerti sia a Ruse sia in altre città della Bulgaria come Varna, Sofia e Plovdiv. In agosto ci sarà una tournée in Corsica, mentre a ottobre andremo in altre città della Francia. Ora stiamo iniziando le prove di un programma sinfonico meraviglioso, in cui eseguiremo la “Sinfonia del Nuovo Mondo” di Dvorak e avremo un concerto venerdì 12 marzo a Ruse e sabato 13 a Varna, meravigliosa città sul Mar Nero. Non sarà l’Adriatico, ma non vedo l’ora di respirare l’odore del mare».

Qual è la tua giornata tipo a Ruse?
«Ho trovato un appartamento tutto mio da qualche giorno, quindi sono ancora alla ricerca della mia stabilità e della mia routine. Di base, mi sveglio presto, faccio colazione e mi metto subito a studiare iniziando con il “warm up”, per poi passare a studiare repertorio personale per tenermi in forma. Le prove sono al pomeriggio o alla mattina (dipende dai programmi), quindi organizzo le restanti ore della mia giornata in cui non sono in teatro in base al calendario lavorativo. Vado a correre o camminare tutti i giorni o in un parco dietro la Filarmonica o lungo il Danubio. In modo inaspettato, sto iniziando a interessarmi di cucina: io, che ho sempre cucinato per non morire di fame! Ho comprato diverse cose tipiche in alcuni market, quindi magari mi diletterò in qualche ricetta e diventerò una food blogger di cucina bulgara (sorride)».

Cosa ti manca di più dell’Italia?
«La doccia! Qui c’è un buco nel pavimento al posto del box. Poi sicuramente le tapparelle alle finestre che qui non si usano, ma io soffro di insonnia e la luce delle 6 del mattino è per me una botta! Scherzi a parte, credevo che il passaggio fosse traumatico e invece devo dire di trovarmi bene. I colleghi sono carini, la città anche. È in stile liberty, tanto che la chiamano la Vienna dell’Est. Le temperature molto meno rigide del previsto, infatti attendo con ansia un pacco di abiti leggeri, perché ho portato abbigliamento come se dovessi andare in Groenlandia e sto facendo la sauna. Mi manca capire cosa sto comprando, perché è tutto scritto in cirillico e non molti parlano inglese, quindi ringrazio “dio Google traduttore” e l’antichissimo ma funzionale linguaggio a gesti. Sto sopperendo alla mancanza di arrosticini con una carne infilata in uno spiedo che qui chiamano “spada”, scritto “Шпага” e pronunciato “Schpaga”. Certo, mi manca la mia famiglia e tutte le persone a cui voglio bene e sicuramente non poter programmare quando rivedersi, causa Covid-19, non è piacevole, ma dopotutto sono qui per vivere quest’esperienza e voglio sfruttarla al massimo. Casa sarà sempre casa, ovunque io vada. Nel mentre, cerco di insegnare ai miei genitori a fare le videochiamate senza che sembrino una gastroscopia, ma credo forse farò prima a tornare in Italia».

Quali sono i progetti futuri o gli auspici?
«Al momento la mia frase è “navigare a vista”. Sono sempre stata super frenetica, stakanovista e con il terrore di fermarmi da qualche parte, come se questo volesse dire “fermarsi del tutto”. Al momento la situazione è molto difficile per il nostro settore, quindi voglio godere della fortuna che ho di suonare di nuovo davanti a un pubblico e vivermi quest’esperienza che sicuramente mi aiuterà a capire molto, sia su me stessa come persona sia su come e dove vivere la mia vita. Sto continuando a studiare ogni giorno e ogni giorno controllo audizioni e concorsi da fare, sto aspettando anche i risultati di alcuni fatti il mese scorso. Non vivo assolutamente questo momento come punto di arrivo, ma sinceramente non so quale sarà la prossima mano. Costruisco giorno dopo giorno, con l’obiettivo di capire presto dove sia il mio Tutto».

VIRGINIA GALLIANI
Virginia Galliani, nata a Chieti il 13 novembre 1990, si avvicina allo studio della musica nel 1995, frequentando il “Centro Musicale Yamaha”, per concludere il percorso giungendo al massimo livello del corso di studi previsto dalla Scuola Yamaha.
Nel 1993 comincia lo studio del pianoforte con il metodo Suzuki nella Scuola Yamaha.
Nel 1998 inizia lo studio del violino sotto la guida del M° P. Giuseppe Oreglia.
Nel 2007 comincia i suoi studi presso il Conservatorio G.Braga di Teramo per poi continuarli presso il Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara dove, nel 2012, si diploma in Violino.
Nell’Anno Accademico 2012/2013 consegue il titolo di Diploma Accademico di II livello in “Musica da Camera” presso il Conservatorio “G.Braga” di Teramo con il massimo dei voti e la Lode.
Si esibisce per la prima volta da solista all'età di 12 anni accompagnata dall'Orchestra “Sibelius”, diretta dal M° Josè Maria Sciutto.  Nel 2004 si esibisce come solista presso il “Teatro delle Muse” di Ancona.
Nel corso dei suoi studi ha seguito corsi di perfezionamento in Violino con Maestri quali: Ilya Grubert, Klaidi Sahatci, Julia Berinskaya, Carlo Maria Parazzoli, Barbara Doll, Ezster Haffner, Felice Cusano, Stefano Pagliani, David Romano, Jutka Hamza, Dorotea Vismara Hoffman, Ettore Pellegrino, Antonio Pellegrino e Marco Fiorentini.
Ha seguito corsi di perfezionamento in Musica da Camera sotto la guida di maestri come: Bruno Canino, Eduardo Hubert, Danilo Rossi, Andrea Noferini, Massimo Spadano, Claudio Casadei, Josè Maria Sciutto ed Alvaro Lopez Ferreira.
Ha suonato sotto la guida di Direttori d’Orchestra come: Riccardo Muti, Fabio Luisi, Krzysztof Penderecky, Juraj Valcuha, Donato Renzetti, Nicola Paszkowsky, Ennio Morricone, Luigi Piovano, Nicola Piovani, Carlo Goldstein, Carlo Rizzari, Alessandro Cadario.
È stata premiata in diversi Concorsi Nazionali: I premio assoluto categ. Solisti (“Concorso Musicale dell’Adriatico”– Ancona); Superpremio “Virtuoso” categ. Solisti (“Concorso Musicale dell’Adriatico”– Ancona); I premio Assoluto categ.Solisti (“Concorso Musicale Nazionale G.Visconti” - Roma ); II posto, categ. solisti, (“Concorso Nazionale per giovani musicisti “L.Zanuccoli”- Sogliano al Rubicone).
Ha partecipato a Stages di Formazione Orchestrale quali: “Scuola Estiva per giovani musicisti Max Rostal” di Postojna (Slovenia) e Graz (Austria); “Musica d’insieme per giovani musicisti” (Sogliano al Rubicone); “Corso di Formazione Orchestrale Associazione Musicale “Fedele Fenaroli” (Lanciano).
Nel 2012, entra nell’Orchestra Giovanile del Teatro dell’Opera di Roma diretta dal M° Nicola Paszkowsky, con la quale ha tenuto concerti in occasione della Stagione Lirica della Royal Opera House di Muscat, del “Ravello Festival”, delle “Terme di Caracalla” di Roma, del “Teatro Greco” di Ostia Antica, del “ReateFestival e del ”Ravenna Festival”.
Collabora con diverse realtà Liriche e Sinfoniche: Mannheimer Philharmoniker, Malta Philharmonic Orchestra, Orquesta Metropolitana de Barcelona, Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, Orchestra Sinfonica Abruzzese, Orchestra Filarmonica Marchigiana, OFT Orchestra Filarmonica di Torino, Orchestra dell’Accademia della Scala di Milano, Orchestra “La Verdi” di Milano, Orchestra giovanile Luigi Cherubini, Colibrì Ensemble, Solisti Aquilani, Orchestra Filarmonica di Bergamo e Brescia, Orchestra Filarmonica Italiana ed Young Talents Orchestra EY.
Si esibisce in formazioni da camera o orchestrali in molti teatri come: Royal Opera House di Muscat, Elbphilharmonie di Amburgo, Philharmonie de Paris, Philharmonie de Luxembourg, KKL di Lucerna, Queen Elisabeth Hall di Antwerp, Palais des Beaux Arts di Bruxelles, Arena di Nîmes, Rosengarten Theater di Mannheim, KMHKungliga Musikhogskolan di Stoccolma, MMC di Valletta, Arena di Verona, Auditorium La Verdi di Milano, Parco della Musica di Roma, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro Greco di Taormina, Auditorium della Conciliazione di Roma, Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, Teatro Lauro Rossi di Macerata e molti altri.
Ha suonato con solisti del calibro di: Misha Maisky, Marta Argerich, Michail Pletnev, Maurizio Pollini, Ilya Grubert, Andrea Lucchesini, Marco Rizzi, Sayaka Shoji, Giovanni Sollima, Luis Bacalov, Evelyn Glennie, Andrea Oliva, Massimo Spadano, Danilo Rossi, Enrico Bronzi ed Anna Tifu.
Nel 2016 viene ammessa ai corsi di perfezionamento in Musica da Camera dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dove si Diploma nel giugno 2019 sotto la guida del M° Carlo Fabiano.
Nel 2016 viene ammessa all’European Masterclasses and Orchestra al Royal College of Music di Stoccolma.
Studia attualmente sotto la guida del maestro Daniele Orlando.
Ha collaborato all’incisione di brani di Ennio Morricone, Nicola Piovani, Dario Marianelli e delle colonne sonore del premio Nobel Alexander Desplat.

Luca Maggitti
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