Giovanni Casimirri.
Andrea Casimirri.
Alessio Casimirri.
|
Papà Giovanni, ex grintosissimo terzino, e i suoi figlioli entrambi difensori centrali: Andrea e Alessio. Nel giorno della Festa del Papà, intervista tripla alla dinastia calcistica rosetana Casimirri.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 19 Marzo 2021 - Ore 21:29
A Roseto degli Abruzzi, terra di pallacanestro – che in questo 2021 festeggia il primo secolo – c’è anche amore per il calcio.
Attualmente, la punta di diamante è Jacopo Dezi, passato in corso di stagione dalla Serie A del Parma alla Serie B del Venezia. Prima di lui, ha giocato in massima serie Daniele Croce.
E se nel Lido delle Rose vive d’estate la dinastia cestistica “The Morettis” – composta da papà Paolo, dal primogenito Davide, attualmente all’Olimpia Milano in Serie A, e dal secondogenito Niccolò, in A2 a Biella – tutto l’anno vive e lavora la dinastia calcistica dei Casimirri, con papà Giovanni, il figlio maggiore Andrea, impegnato in Serie D a Castelnuovo e il più piccolo Alessio, atleta della Torrese in Eccellenza.
I tre, insieme a mamma Nadia Di Basilio, gestiscono d’estate il “Salsedine”, chalet molto noto a Cologna Spiaggia.
Nel giorno della Festa del Papà, ho realizzato un’intervista tripla ai “Casimirris”, per conoscerli meglio e parlare un po’ di calcio.
Ecco quindi la chiacchierata con Giovanni, Andrea e Alessio.
Il capofamiglia è Giovanni Casimirri, classe 1963, terzino destro che ha giocato in carriera ad Alba Adriatica (Promozione), Tortoreto (Serie D), Giulianova (4 stagioni in Serie C2), Sambenedettese (3 campionati in Serie C1), Pineto (Serie D) e Morro d’Oro (Promozione).
Giovanni, chi era il tuo idolo calcistico?
«Uno che non giocava nel mio ruolo: Roberto Baggio».
L’allenatore più importante nel tuo percorso agonistico e i motivi per cui scegli lui?
«Mister Ivo Iaconi, ex compagno di squadra nonché amico stretto anche fuori dal campo. È stato fondamentale nella mia crescita calcistica e umana fin da quando arrivai a Giulianova, restando un punto di riferimento per il resto della carriera».
Quali sono le principali differenze fra il calcio che hai giocato e quello che guardi oggi?
«La differenza tra il calcio moderno e il vecchio calcio è netta. Ciò che risalta più all’occhio? Il ritmo, l’intensità e la fisicità con cui si svolgono le partite. Prima i ritmi erano più bassi».
Un tuo giudizio, da ex calciatore e da padre, sul tuo primogenito Andrea?
«Credo che Andrea abbia raggiunto la sua maturità calcistica ma soprattutto mentale, aspetto fondamentale per la carriera di un giocatore. A Castelnuovo sta facendo molto bene, con la vittoria del campionato lo scorso anno e le posizioni alte della classifica in questa stagione. Il suo punto di forza è sicuramente la testa: è sempre in partita e difficilmente commette errori a livello tattico, mentre l’aspetto della cattiveria agonistica è da migliorare».
E che mi dici, invece, sul secondogenito Alessio?
«Alessio ha un gran potenziale, è un giocatore pulito e ordinato. Deve essere più sicuro dei suoi mezzi, non limitarsi a fare il minimo per la sufficienza in campo e, sicuramente, anche lui deve migliorare sotto l’aspetto della cattiveria agonistica, importantissima per un giocatore».
Passiamo al primogenito Andrea Casimirri, classe 1993, difensore centrale di 181 cm.
Dopo l’inizio con il Cologna Spiaggia (Promozione), ha giocato tre stagioni a Morro D’Oro (1^ Categoria, Promozione, Eccellenza), poi a Giulianova (Promozione), ad Alba Adriatica (Eccellenza), a Penne (Eccellenza) e nelle ultime due stagioni a Castelnuovo, vincendo l’Eccellenza e militando attualmente in Serie D.
Andrea, il tuo campione preferito, invece?
«Uno che giocava dietro: Carles Puyol».
L’allenatore più importante, finora?
«Ho avuto molti allenatori importanti nel mio percorso calcistico. Con Nico D’Eugenio e Guido Di Fabio credo di aver trovato la mia maturità calcistica, anche se tutti sono stati preziosi per la mia crescita».
Com’è il calcio ai tempi del Covid-19, senza tifosi?
«Il calcio ha risentito molto di questo periodo di piena pandemia. Fortunatamente, il nostro campionato non si è interrotto permettendoci di giocare regolarmente. Certo, ci manca il tifo, che è un aspetto fondamentale. È l’anima del calcio e vedere stadi vuoti fa molto male».
Come sta andando, finora, la tua stagione al Castelnuovo?
«Direi che finora è positiva: siamo in alto in classifica e stiamo vivendo un ottimo momento. Ovviamente, il campionato è ancora molto lungo e non si devono commettere errori, se vogliamo rimanere nella posizione in cui ci troviamo».
Dove ti piacerebbe arrivare, guardando al futuro?
«Aver disputato il campionato di Serie D è un bel traguardo. Ovviamente, il sogno è il professionismo».
Ultima chiacchierata con Alessio Casimirri, classe 2000, difensore centrale di 188 cm.
Dopo il settore giovanile con l’Ascoli è approdato alla Torrese, andando poi all’Aquila nello scorso campionato e tornando alla Torrese in questa stagione.
Alessio, il tuo idolo nel mondo del pallone?
«Anche per me un difensore: Sergio Ramos».
Anche se hai iniziato da poco, hai un allenatore di riferimento?
«Tutti i mister che ho avuto finora, perché ognuno è stato fondamentale per la mia crescita».
Purtroppo il tuo campionato è fermo...
«Già. Sto soffrendo molto senza calcio, visto che il nostro campionato è stato fermato dalla pandemia da Covid-19. Spero di ricominciare al più presto e, soprattutto, tornare alla normalità».
Come avevate iniziato, alla Torrese?
«Sicuramente non è stato uno dei migliori inizi, però la squadra era forte e organizzata e penso che avremmo detto la nostra».
Dove ti piacerebbe arrivare, guardando al futuro?
«Provo a fare un passo alla volta, per cui il mio obiettivo è dare il meglio per la mia squadra con l’obiettivo di raggiungere la Serie D. So che dovrò impegnarmi molto, ma credo di potercela fare».
Luca Maggitti
|