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Roma Amor [Riflessioni dalla Capitale, di Mario Martorelli.]
CLIENTI BUFFAROLI, UN VECCHIO AVVOCATO, LA CASSAZIONE E TIK TOK...




Mario Martorelli, che d’inverno vive nella Capitale e d’estate nel Lido delle Rose, ci regala i suoi pensieri. Fra metafore e allegorie, il senso della vita.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 29 Maggio 2021 - Ore 12:15

L’articolo è frutto di pura fantasia dell’autore. Qualsiasi riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è del tutto causale.


Un vecchio avvocato, sfiancato dalla pletora di suoi assistiti che lo facevano faticare, ma che all’atto di dover compensare il suo lavoro si davano “lepre”, si convince di dover modificare totalmente il suo atteggiamento nei loro confronti.

Pianifica un primo progetto che secondo lui sarà vincente. Eccolo: “Offenderò a tal punto il prossimo cliente non pagante, che si sentirà obbligato a cambiare avvocato!”.

Ma qual è l’offesa più grande per un cliente “buffarolo”? Eccola: “Gentile signore, lei mi ha fatto lavorare tantissimo e non mi ha dato neanche un euro. Mi vedo costretto a doverla invitare a ricercare un altro avvocato che provveda alla sua difesa!”.

Mette così in atto il suo supposto prodigioso piano. Tutti i clienti “buffaroli” che decide di incontrare, non conoscono cosa sia l’offesa, né la vergogna!

Però tutti vogliono lui, quindi variamente ribattono: “Ma dove lo trovo uno bravo come lei?”; “Avvocato, ma s’è reso conto che c’è il Covid-19 e io non c’ho ‘na lira?”; “A lei che je costa aspettà che se vaccinamo tutti quanti?”.

Povero, vecchio avvocato: è davvero sfortunato.

A ben pensarci, il vecchio avvocato ha un animo sensibile e non si sente di dar loro torto. La sua attuale posizione economica non è certamente florida come dovrebbe essere, ma non è ancora “all’ahimè”, come invece si manifesta quella dei suoi clienti buffaroli.

E allora che fare ? Occorre elaborare un secondo e ben diverso piano che però sia in grado di produrre una “crescita duratura”. In parole più semplici: non incappare più in clienti buffaroli.

Ci pensa e ci ripensa. Lo ha colpito il messaggio di un giovinetto che ha inviato un video su una piattaforma ottenendo milioni di condivisioni. “Sarebbe bello poter produrre un video”, ma il vecchio avvocato non sa da dove cominciare.

Scarta l’idea di incatenarsi dalle parti del Colosseo. È trita e ritrita e poi la gente dimentica presto. Ecco che l’illuminazione arriva. Gli sembra eccellente e proprio per questo non intende svelarla  a nessuno, schiavo com’è della scaramanzia... perché c’è sempre gente che te la potrebbe copiare.

Elementi basilare del suo progetto sono: strumenti e location.
Strumenti? un ombrello, un banchetto, un seggiolino e un cartello, tutti pieghevoli. Come dimenticare il foglio protocollo?
Location? Corte di Cassazione, a Piazza Cavour.

Il vecchio avvocato non ha mai provato a ottenere la patente ed è perciò abituato a spostarsi coi mezzi pubblici. Di buon'ora monta su un autobus che lo porterà direttamente a Piazza Cavour , quella con al centro la statua dello statista.

Da buon utente, marca il biglietto. Osserva come sull’autobus salga tanta gente, ma poche persone timbrano il biglietto. Lui è un semplice e non rimane meravigliato perché pensa: “Avranno tutti l’abbonamento mensile. Nessuno a Roma oserebbe mai usufruire del servizio senza pagare la corsa. Ecco, si spiega perché non ci sono controllori. Ah, quando la coscienza cittadina ha la forza di educare il singolo. Sono le altre nazioni che debbono imparare da noi!”.

L’autobus prosegue per San Pietro e quindi è sempre pieno di turisti. Il vecchio avvocato osserva come pure i turisti evitino di timbrare il biglietto e pensa: “Pure loro hanno comprato l’abbonamento mensile. Forse qualcuno avrebbe dovuto consigliarli di  acquistare il biglietto settimanale, anziché quello mensile”.

Giunto a Cola di Rienzo inizia un bel po’ di trambusto sull’autobus. Si sente puzza di bruciato. L’autista accosta, ferma e fa scendere tutti i passeggeri. In pochi minuti l’automezzo è avvolto dalle fiamme. A Roma, a detta dei mezzi di informazione, l’evento non è raro.

Il vecchio avvocato, affascinato dalle fiamme, rimane a guardare. Gli encomiabili vigili del fuoco arrivano e in pochi minuti, da seri ed efficienti professionisti, spengono tutto.

Centinaia di persone sono presenti e tutti a filmare coi telefonini.

Che fare: rinunciare al progetto? Ma no! Verificato che si trova a poca distanza da piazza Cavour, decide di andarci a piedi, anche perché, chiosa: “Prima che ripassi un altro autobus ce ne vorrà!”.

Il “Palazzaccio” è un palazzone  di travertino che si dice sia costato un sacco di soldi. Si affaccia sia su Piazza Cavour sia sul ponte Umberto I sul Lungotevere. Il vecchio avvocato sa che qui al “Palazzaccio” c’è sempre tantissima gente. Il suo pensiero verrà finalmente  reso noto ai più e il suo problema sarà risolto. Non ci saranno più clienti “buffaroli”.

Si piazza al di sotto della grande scalinata d’ingresso, in posizione defilata rispetto al mastodontico ingresso. Non profferisce verbo, non vuole dare nell’occhio! Apre il tavolinetto, lo sgabello e dispiega il cartello. Poggia il foglio protocollo sopra il tavolinetto.

In un primo momento aveva pensato di mettere la penna all’orecchio sinistro come aveva visto fare al salumiere del mercato di Via Catania, Giovanni Maria Ludovico, ma poi, ricordando  che quest’ultimo la usava per segnare i “buffi” delle signore che acquistavano salumi e formaggi, decide di tenerla dentro la giacca, pensando: “Vuoi vedere che anche la penna contribuisce a far affluire i buffaroli?”.  Il  sole ancora non infastidisce, quindi non ha bisogno di aprire l’ombrello.

Per dare di sé un’immagine rassicurante, ma allo stesso tempo disinteressata,  dispiega un giornale di cultura: “Il Corriere dello sport”. Ha però l’accortezza di non aprirlo su nessuno sport popolare. Potrebbe essere motivo di conflitto con qualcuno: il che svilirebbe il suo progetto.

Per non sapere né leggere né scrivere, si ferma sulla pagina del tiro al piattello che al momento si sta svolgendo nella Corea del Nord, alla presenza di quel signore col taglio di capelli davvero strambo. Certo però, a ben vedere, il coreano rispetto ad alcuni giocatori di calcio “pare un cadetto dell’Annunziatella!”.

È giunto il momento di scoprire i più reconditi pensieri del vecchio avvocato: “Nei riguardi di ogni nuovo cliente che incontrerò, sarò esplicito: lei dovrà pagare in anticipo la mia prestazione professionale!”.

Il vecchio avvocato però è sempre stato per la mediazione e i suoi toni sono sempre stati garbati, anche nei riguardi delle controparti più riottose. Non avrà bisogno di parlare, né quindi di alzare la voce. A dare forza al suo progetto ci penserà il testo del cartello che riporta a chiare lettere: “Procederò alla tutela dei vostri interessi, se sarò pagato anticipato!”.
 
Questa idea del pagato anticipato, gli è sembrata brillante. Tanti anni prima, in Val d’Aosta aveva letto un avviso esposto da un allevatore. Diceva testualmente: “Il toro non fa la monta se non pagato anticipato”.

Il vecchio avvocato si pone in passiva attesa, quando, improvvisamente  viene circondato da Polizia, Carabinieri in motocicletta e a cavallo, Guardia di Finanza e Vigili Urbani.

Si crea una caciara indescrivibile. Tutta piazza Cavour si blocca! Arrivano: un anfibio corazzato con celerini al seguito e un cellulare della Penitenziaria. Appare come d’incanto un carro attrezzi, di quelli che quando ti servono non ci sono mai.

TV locali  e nazionali intervengono con mezzi e giornalisti al seguito. I migliori cronisti dei quotidiani vengono inviati sul posto. Anche le radio locali sono presenti. Smetteranno per un po’ di parlare di calcio. Quando arriva Sky, c’è anche il collegamento satellitare con il resto del mondo. Si sente: “Siamo in diretta, siamo in diretta!”.

Centinaia di persone sono presenti e tutti a filmare coi telefonini.
 
Qualcuno delle forze dell’ordine gli si avvicina. È piuttosto aggressivo nei toni: “Ma che fa qui col banchetto? Sta raccogliendo firme per qualche referendum? Chi  le ha dato l’autorizzazione? Lei qui non ci può stare! Fornisca i documenti!”.

Uno del pronto intervento delle Fiamme Gialle si fa sfuggire: “Ma si rende conto che nessuno vuole essere pagato in anticipo? Vuole creare uno tsunami economico?”.

Voci agitate intimano al vecchio avvocato: “Allora, ce li mostra questi documenti?”. Lui mette le mani all’interno della tasca della giacca e si rende conto di non avere più il portafoglio.

Sull’autobus , noto a tutti i romani per la costante presenza di borseggiatori, aveva prestato attenzione a tutto, tranne che al portafoglio. Mani leste glielo avevano “soffiato”! Il vecchio avvocato è disperato.

Dentro il portafoglio conservava l’abbonamento al Teatro Sette e la tessera sulla quale  la libreria segnava i libri che lui acquistava. La tessera era pure piena e gli avrebbero fatto uno sconto col prossimo acquisto!

Comincia a balbettare: “Scusatemi, non trovo i documenti, ma credetemi sono io”.
Gli rispondono in coro: “Eh, dicono tutti la stessa cosa ! Dobbiamo portarla con noi in caserma per accertare la sua identità!”.

Un appuntato chiede al maresciallo: “Usiamo il cellulare della penitenziaria?”, sentendosi rispondere: “Ma no, usa questa di servizio!”. L’appuntato chiede ancora: “Gli devo mettere le manette?” e il maresciallo quasi sorride: “Ma dai, che scherzi! Dove vuoi che scappi, vecchio com’è?”.

Tutto sembra congiurare contro il vecchio avvocato.
 
Ecco che così, come avviene in tutte le tragedie greche, la soluzione arriva dall’alto. Appare il deus ex machina! Ha le sembianze di un giovane carabiniere motociclista, che ha con sé il portafoglio del vecchio avvocato. Era stato recuperato dall’antiborseggio in servizio sull’autobus prima dell’incendio. Questi dell’antiborseggio sono dei fenomeni!

“Adesso che l’abbiamo identificata può andare via, ma non ritorni più!” gli intimano tutti in coro. Da lontano, l’avvocato sente pure un commento che lo riporta indietro di tanti anni: “A nonnetto, sei uscito da sotto un tram!”.

Il vecchio avvocato ripiega la sua attrezzatura: banchetto, sgabello, cartello e recupera ombrello e foglio protocollo. Lui è per Roma pulita. Lascia quindi il Corriere dello Sport nel secchio per carta e cartone... lo aveva comprato solo per non dare nell’occhio.

Rimonta sull’autobus e questa volta mantiene la mano sul portafoglio per tutto il tragitto. Tutti lo guardano e molti gli sorridono. La gente gli si avvicina e tanti e gli chiedono di poter fare un selfie. Riceve applausi e grida di incitamento: “Bravo! Bravo! Arifallo!”. Non capisce. Chiede: “Ma perché tutto questo?”.

Un ragazzo, con capelli viola e un “non ti scordar di me” tatuato su braccio, gli dice: “A rimbòccate la lapide, ma lo sai che il tuo video su Tik Tok ha raggiunto trenta milioni di like in mezz’ora e sei diventato virale?”.

Povero vecchio avvocato: sebbene avesse fatto il richiamo del vaccino allo Spallanzani, sembra che non sia servito a molto. Adesso era diventato pure virale!


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Mario Martorelli
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