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VINCE TEMPERA: UN MONDO DI MUSICA IN TESTA.
Pineto, Parco della Pace, 10 luglio 2021. Vince Tempera e Luca Maggitti, con il libro ‘Terra in bocca – Quando i Giganti sfidarono la mafia’ di Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini e il disco ‘Terra in bocca – Poesia di un delitto’ dei Giganti.

Pineto, Parco della Pace, 10 luglio 2021. Vince Tempera e Morgan Fascioli a colloquio.

Roseto, vai Seneca 5, biblioteca. Il libro ‘Terra in bocca – Quando i Giganti sfidarono la mafia’ di Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini e l’allegato disco ‘Terra in bocca – Poesia di un delitto’ dei Giganti.

Grazie a Morgan Fascioli, il ricordo di un incontro della scorsa estate con un grande Maestro e i tanti collegamenti importanti generati, come quello che porta al libro ‘terra in bocca’ di Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 18 Giugno 2022 - Ore 21:30

Primi giorni di luglio 2021. La vita è scandita dagli intervalli in settimane fra prima e seconda dose del vaccino contro il Covid-19 e la testa fa capolino verso l’agognata vita.

Mi telefona l’amico Morgan Fascioli, uomo di musica e di cultura con il quale amo conversare  e mangiare (nutrendomi in tutti i sensi), proponendomi di condurre a stretto giro una serata nella vicina Pineto, che vedrà sul palco Sylvia Pagni e il Maestro Vince Tempera.

Gli dico di sì, a patto di poter conversare un po’, prima, con il mitico Vincenzo “Vince” Tempera, milanese classe 1946, compositore, direttore d’orchestra, arrangiatore e pianista.

Detto, fatto. Qualche sera dopo, Morgan mi passa a prendere e insieme andiamo in un ristorante di Roseto degli Abruzzi nel quale, in compagnia dell’organizzatore Loris Cattunar, Vince Tempera sta sgominando la resistenza della seconda ondata di arrosticini, innaffiati da un Cerasuolo d’Abruzzo fresco e profumato (posso dirlo, visto che il Maestro ce ne offre un bicchiere).

Poter ascoltare Vince Tempera raccontare e raccontarsi è un privilegio che diventa onore col passare dei minuti. Perché il Maestro potrebbe indugiare sugli arrosticini e invece volentieri risponde alle domande che gli facciamo Morgan e io, il più insistente in qualità di bambino goloso nella fabbrica del cioccolato, al cospetto dell’uomo che ha arrangiato “L’isola non trovata” di Francesco Guccini, passato dal dietro le quinte alla ribalta della notorietà grazie alle sue moltissime direzioni al Festival di Sanremo, annunciato dai vari conduttori.

Parlando della sua poliedricità unita alla capacità di aver precorso i tempi, col sorriso gli faccio notare che lui è a Roseto, patria di Gianluca Ginoble, cantante del trio Il Volo, ma che il gruppo Il Volo esisteva già negli Anni 70 del secolo scorso, avendolo formato proprio Vince Tempera insieme ad altri grandi della musica come Alberto Radius e Mario Lavezzi, oltre che con Bob Callero e Gianni Dall’Aglio (2 LP, pubblicati nel 1974 e 1975 per la Numero Uno di Lucio Battisti). Tempera sorride e cita il manager del Volo attuale, Michele Torpedine. Io provo a collocarmi fra le persone degne di nota informando il Maestro del fatto che ho presentato il libro di Torpedine (Ricomincio dai tre) qualche anno fa, sia a Roseto sia a Notaresco, con la puntuale organizzazione di Morgan.

Vince si complimenta con noi (ogni volta in cui incontro un campione, il primo segno distintivo è l’umiltà, unita alla pazienza di ascoltare anche gente che al suo cospetto è pulviscolo atmosferico, come il sottoscritto), prendendoci idealmente per mano e parlandoci dei suoi giri del mondo, con molteplici che lo hanno portato dappertutto e che lo porteranno dopo l’estate 2021 in Oriente e in America.

Parliamo di molte cose, tutte generate dalla musica e intrecciate con la cultura, ma non posso alzarmi dal tavolo se non gli chiedo come abbia fatto a conciliare il lavoro di arrangiamento sugli album di Francesco Guccini, ma pure Loredana Bertè, Il Giardino dei Semplici, I Nomadi (suonando nell’ultimo album con la voce di Augusto Daolio) o addirittura i Giganti – il concept album “Terra in bocca”, datato 1971, nel quale attaccavano la mafia decenni prima praticamente di tutti i movimenti culturali e politici – con la creazione di  sigle di cartoni animati e delle serie TV popolarissime come Ufo Robot (un milione di copie vendute, Disco d’Oro), Daitan III, Ape Maia, Goldrake, Remi e Anna dai capelli rossi (le ultime due, ci spiega mandandoci fuori giri, sono derivazioni addirittura di “Bandiera Rossa”).

La risposta del Maestro, che mentre parla e illumina non dimentica né gli arrosticini né il Cerasuolo, è nel sorriso che riassume la vita con i suoi bisogni di slanci poetici e saldo di bollette. E comunque scrivere le sigle lo ha sempre trovato divertente, oltre che redditizio.

E poi ancora l’esperienza alla Corrida, prendendo il posto del Maestro Roberto Pregadio, oppure quella a Italia 1 con Daniele Luttazzi, dirigendo l’orchestra in Barracuda. Da ultimo, la superchicca: Quentin Tarantino che per la colonna sonora di “Kill Bill: Volume 1”, sceglie la musica della colonna sonora di Tempera realizzata nel 1977 per il film “Sette note in nero” di Lucio Fulci.

Morgan mi guarda e, benevolmente, mi fa capire che ormai è ora di mollare la presa, salutando il Maestro e dandogli appuntamento a Pineto per lo spettacolo della sera dopo, il 10 luglio, al Parco della Pace.

Annuisco, ma prima di alzarmi mi aggrappo proprio a “Pineto anno 2021”, per informare il Maestro di un singolare “corso e ricorso”, dicendogli che proprio a Pineto, esattamente 10 anni prima, avevo condotto la giornata finale del Premio Nazionale Paolo Borsellino 2011, avendo il piacere di conoscere, fra i premiati, il teologo e giornalista Brunetto Salvarani e l’operatore culturale Odoardo Semellini, che insieme avevano scritto il libro “TERRA IN BOCCA – Quando i Giganti sfidarono la mafia”, ricevendo il premio Borsellino 2011 insieme ai Giganti, riunitisi dopo tanti anni proprio nell’occasione. Nel libro, che contiene anche il CD “TERRA IN BOCCA – Poesia di un delitto” dei Giganti, a pagina 168 gli autori hanno intervistato Vince Tempera (con un simpatico incipit, che spiega la modalità telefonica a causa dei suoi “millemila” impegni).

Il Maestro mi guarda e accenna un sorriso, dicendomi che ricorda quella intervista e pregandomi di portargli il libro, la sera dopo a Pineto.

Così faccio e, prima del concerto, gliela porgo. Tempera legge e riflette, poi mi chiede se può averla per sé. Contrito, rispondo che non posso sia perché va contro la mia personalissima legge (mai prestare libri o dischi) sia perché il volume contiene una preziosissima dedica in rima, a me dedicata dagli autori. Se ne avessi un’altra copia gliela regalerei, ma quella proprio non posso.

Vince Tempera capisce e mi dà un buffetto, io mi sento benedetto da questo incontro e lo prego di mettere la sua firma sotto quella di Brunetto e “Odo” al termine della dedica. Il Maestro lo fa, aggiungendo un “Ciao”. Evviva!

La guardo e penso ai miei incontri con personaggi che hanno fatto la storia e che ne parlano con umiltà e serenità.

E se un artista è in grado di arrangiare un concept album sulla mafia nel 1971, significa che è davvero molto avanti grazie a sensibilità e cultura.

Ripenso ai Giganti e mi viene in mente Edoardo Bennato. Perché? Perché autori di due concept album: “Terra in bocca” i Giganti sulla mafia nel 1971 e “Burattino senza fili” Edoardo Bennato nel 1977, ispirando tutto il lavoro al “Pinocchio” di Collodi.

E dove suonerà questa estate, il 3 agosto, Edoardo Bennato? Al festival Emozioni in Musica di Roseto degli Abruzzi, organizzato e diretto da Morgan Fascioli.

Tutto torna. Nel Lido delle Rose.

Evviva la musica, evviva la cultura, evviva i grandi artisti che hanno saputo fare la storia con la loro poliedricità.

POST SCRIPTUM
Ascoltate il disco “Terra in bocca” dei Giganti... e pensate che lo hanno realizzato nel 1971.
Leggete il libro “Terra in bocca” di Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini.

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Luca Maggitti
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