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Venerdì, 26 Aprile 2024 - Ore 16:06 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

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ADDIO MAESTRO CLAUDIO DI MARCO, ADDIO CAVALIERE SORRIDENTE.
Lucca, 1992. Claudio Di Marco alla Staffa d’Oro di Endurance, 1° classificato a squadre con Abruzzo 2.

Claudio Di Marco su Otello, in una gara di endurance.

Claudio Di Marco su Rugantino, detto Falco, in una gara di cross-country.

Oggi è morto, a Teramo, un cavaliere che nel 1992 vinse due titoli italiani a squadra e un titolo interregionale individuale. Soprattutto, un fraterno amico che seppe creare il Team Otello. Un ricordo.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 21 Giugno 2022 - Ore 19:15

Martedì 21 giugno 2022. Il messaggio di mattina presto di Agostino “Piersanti” D’Agostino è un’allerta simile in tutto e per tutto a 30 anni fa. Cambia il canale: da SMS a Whatsapp. Claudio Di Marco, il Maestro, ci chiama a raccolta.

Quindi telefonata a Roberto Clementoni, per l’adunata del Team Otello, e appuntamento in qualche stazione di servizio fra Roseto e Tortoreto, per puntare poi su Teramo, dove Agostino 30 anni fa ci aspettava per caricare Otello o Falco e, insieme a Claudio, partire alla volta di qualche gara di endurance, cross-country o – più raramente – persino T.R.E.C. o salto ostacoli. Addirittura dressage. E Claudio non si tirava indietro manco nelle gare di gimkana o monta da lavoro. Il cavaliere totale, bello nella sua “caprilliana” poliedricità: talloni bassi, assetto comunque leggero e spalle aperte verso il prossimo ostacolo.

Solo che stavolta siamo qui per Claudio e non ci sono cavalli. Per il saluto a un viso che mi ricorda l’Otello alla fine della 120 chilometri di Lucca, alla Staffa d’Oro del 1992, quando il veterinario – credo fosse Aldo Pescò – disse al Maestro: «Di Marco, per stavolta il cavallo passa e va in classifica. Ma non portarmelo più così stanco in visita». Che poi la mattina dopo, ebbri di gioia, andammo in edicola per comprare il giornale e scoprimmo dell’attentato di Capaci. La Staffa d’Oro si corse il 23 maggio 1992 e noi, fuori dal mondo e senza le odierne tecnologie né con un televisore a portata di mano, scoprimmo la mattanza della mafia solo il mattino dopo, piangendo Giovanni Falcone prima di andare in premiazione.

Eravamo dilettanti con il cuore da professionisti e sprememmo oltremodo il nostro amatissimo “Vanzina”, nome di battaglia di Otello: trotter scartato dagli ippodromi e riconvertito all’endurance, in una epoca in cui quello sport non era ancora proprietà degli arabi e si correva intorno a 15 chilometri orari. Adesso riderebbero di noi. E di Claudio che per alcuni tratti scende e corre a fianco a Otello, per agevolarne performance e recupero.

Adesso che tutto è monitorato in digitale, riderebbero del nostro fonendoscopio e del modo più esatto e nel contempo veloce di contare i battiti cardiaci del cavallo al minuto. Contare i battiti guardando i primi 10 secondi d’orologio e moltiplicare per 6? Troppo pochi. Sentirlo tutto il minuto? Troppo tempo perso. I primi 15 e moltiplicare per 4? Viene sempre un numero pari. Noi del Team Otello, dopo diverse prove, “protocollammo” l’auscultazione in religioso silenzio (facendo capannello intorno al delegato con il fonendoscopio) dei primi 20 secondi, moltiplicando poi per 3, anche con il consiglio di un altro compianto grande uomo di cavalli come Alfonso Giovannangelo. Ci sembrò il modo più attendibile per proiettare il battito del cuore sotto sforzo, mentre iniziava la fase di riposo e recupero, decidendo se chiamare la visita al cancello veterinario.

Maestro Claudio, quante volte abbiamo dibattuto sull’importanza di contare giustamente i battiti del cuore, pena l’eliminazione dalla gara? Oggi ti guardiamo e sappiamo che il tuo cuore si è fermato.

Oggi, 21 giugno 2022, sei passato dall’altra parte di quel talus a salire che chiamiamo vita. Nel giorno del solstizio d’estate, se ne va la tua eterna primavera fatta di sorrisi, fraterna amicizia, levità, agonismo, bicchieri della staffa e brindisi contro il diavolo della malinconia.

Oggi ci hai lasciato tutti molto più soli, disarcionato da un terribile male che ci ha messo più di un decennio a piegarti, perché la tua voglia di vivere era una galoppata ventre a terra e il tuo sorriso una impennata.

Tu ci hai unito e reso orgogliosi di formare una squadra vincente. E per questo noi del Team Otello ti saremo per sempre grati e, quando ti divertivi a gareggiare, ti siamo sempre stati vicino.

È stato un onore e un privilegio essere i “suiveurs” (per dirla con Mauro Beta) del poliedrico e sconosciuto cavaliere abruzzese, che irrompe nel circo dell’endurance e del cross-country 30 anni fa e che, da esordiente, vince nel 1992 il titolo interregionale Abruzzo-Molise-Puglia individuale e il titolo italiano a squadre di Endurance con Otello e – nello stesso anno – il titolo italiano a squadre di Cross-Country con Rugantino, detto Falco.

È stato un piacere partire con te, nell’estate del 1996, a cavallo da Teramo e arrivare, dopo 3 giorni e 2 notti all’addiaccio, a Sulmona passando per Tossicia, Rigopiano, Fonte Vetica, Collepietro e altri deliziosi luoghi dell’Abruzzo interno (e rido ancora se ripenso al contadino con lo schioppo che, a Ofena, ci voleva sparare se avessimo osato passare sui suoi campi con i quali aveva occupato una vecchia carrareccia segnata sulle carte militari).

È stata sempre una crescita, per noi del Team Otello, portare alla vittoria cavalli senza genealogie regali, ma ben allenati e ancor meglio gestiti (il nostro Chef d’Equipe, Agostino “Piersanti” D’Agostino fu il primo a gestire i tempi con il computer portatile... ed era il 1990... non ce l’avevano mando nelle segreterie gli organizzatori!).

Senza il Team Otello non avrei cominciato a scrivere, 32 anni fa. E lo dico oggi, da giornalista e scrittore, dopo 21 anni di collaborazioni a quotidiani e 25 libri scritti, curati o ai quali ho collaborato (i primi 2, ovviamente, a tema equestre).

Il Team Otello è stata una palestra di vita, facendoci dormire in posti in cui gli umani non dormirebbero e passare attraverso valichi in quota che farebbero impallidire i camosci.

Claudio il Maestro, Agostino lo Chef d’Equipe, Roberto il fotografo (che ti ha fermato in tantissime meravigliose immagini) e cameraman e poi Roberto “Scluck”, Francesco “Uapporìll”, Marco, i bellissimi Franco e Simone, Roberto & Vincenzo e i tanti altri che negli anni si sono avvicinati sono diventati una solida famiglia, pur vedendosi di rado fuori dai momenti equestri.

E poi io grazie ai cavalli ho girato l’Italia. Io. Che non amo uscire da via Seneca.

Insomma: tutto questo grazie a te, Maestro Claudio Di Marco. Al tuo sorriso perenne a sorreggere quel naso dantesco, segno chiarissimo di doti tanto nascoste quanto erculee (fare la doccia con un sifone deputato ad abbeverare cavalli, un mattino del 1992 nel gelo di Campo Imperatore nonostante fosse agosto, nudi come vermi, insieme a te e Berardo Di Battista, resterà l’esperienza più frustrante della mia vita!).

Maestro, la vita ti ha sferrato il calcio dell’asino e un vigliacco male decise oltre un decennio fa di colpirti. Dopo l’operazione, all’ospedale di Teramo, riunisti il Team Otello per sentenziare, con il tuo solito sorriso grondante ironia: «Mi hanno detto che muoio».

Invece no. Le cure, il trapianto, oltre dieci anni di vita piena e splendida accanto a persona che ti hanno sempre amato, come le dolcissime Silvia e Bruna che – insieme allo Chef d’Equipe Agostino – hanno vegliato sui tuoi ultimi momenti: i più difficili.

Oggi, purtroppo, siamo qui di fronte a te e sappiamo che la corsa è finita.

Avresti compiuto 64 anni il 2 luglio 2022.

64, come il limite dei battiti per l’eliminazione nelle prime gare di endurance alle quali partecipammo.

Oggi se ne va la parte più eroica delle nostre vite, quella giovane e bella, passata in sella. Quella che aveva il tuo volto sorridente.

La scelta di farti cremare è un distillato della tua coerenza in vita: energia vitale che torna alla terra.

Per qualche tempo, ricordandoti, non faremo che piangere. Poi, speriamo, pian piano il sorriso tornerà ad essere associato al tuo ricordo.

Addio, Maestro.

Grazie di averci preso uomini e resi cavalieri.

Grazie di averci condotto ovunque. Anche alla vittoria, sempre e comunque alla bellezza e alla fratellanza.

TEAM OTELLO
Cavalli & Fratelli

Album fotografico su Facebook.
https://www.facebook.com/lucamaggitti/media_set?set=a.1846512088793.156643.1420402763&type=3

Luca Maggitti, a nome del Team Otello.
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