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Mancanze
ADDIO, WILLIAM BRUNI.
William Bruni.

Un male incurabile si è portato via un amico della giovinezza. Il mio ricordo. Le esequie martedì 16 maggio alle 11, alla chiesa di Santa Maria Assunta di Roseto.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 14 Maggio 2023 - Ore 16:00

Oggi è morto William Bruni, rosetano. Aveva 51 anni. Lascia la moglie Francesca e la figlia Benedetta, la madre Rina e la sorella Alessandra con la sua famiglia.

William è un amico della prima giovinezza, uno del gruppo dei cinque insieme a Diso Marchese, il compianto Gabriele D’Ambrosio – portato via qualche mese fa dalle complicazioni post Covid-19 – Fabio Iezzi e il sottoscritto.

Eravamo vicini di quartiere e prendemmo a fare gruppo fin da bambini, quando da via Seneca se ne andò il mio amico del cuore, Alfonso Di Alessandro, che si trasferì con la famiglia a Mosciano Sant’Angelo. William e Diso erano di via Costantino, quella del sottopasso basso a fianco di via Seneca. Una più a sud – in via Marcantonio – abitava Gabriele, mentre Fabio, cugino carnale di William, sta ancora oggi in via Plinio: quella chiusa, una più a nord di via Seneca.

Vivevamo, insomma, in un fazzoletto di circa 100 metri. E di solito giocavamo in mezzo alla strada a pallone o a pangotta, con le biglie, nell’incrocio di via Marina con via Seneca, meno trafficata rispetto a via Costantino. Oggi c’è un ordinato marciapiede con la costruzione di Luciano Nardone (“Braci” il marinaio), ma poco meno di mezzo secolo fa c’era uno spiazzo di terra con un box di blocchi grezzi, che proteggeva il giardino interno di “Zì Tumàsse”, Tommaso il marinaio, padre di Luciano, nel quale erano riposte le reti da pesca e dove troneggiava un grande fico sul quale salivamo per sfamarci, non appena la pianta dava i suoi dolci frutti. Il muro del box era pure perfetto come respingente, sia per le gare a pallonate sia per i primi tentativi a tennis.

Eravamo i “Ragazzi della via Pal” in salsa rosetana, con un raggio di azione di pochi metri, spingendoci fino a via Marco Aurelio, nel terreno incolto in cui andavamo a cavare le radici di liquirizia e nel quale oggi stanno costruendo un complesso residenziale di pregio.

William, alto e atletico fin da bambino, lo soprannominammo “Rudy Ranock” per gli acrobatici salti che spiccava quando giocava nel campetto in erba, con le porte oblique formate da cespugli, che ancora oggi esiste (sono le porzioni di verde della fascia che separa la strada del lungomare dalle abitazioni). Lui contraccambiò, soprannominando suo cugino “Fabio Iezzi Cavallezzi”.

William aveva una bicicletta bianca “da cross”, con il sellino lungo modello “chopper”. Io ero il più “vecchio” della “papalina”, mentre lui era di gran lunga il più bello e nobile, esotico figlio di Rina – la mia commara di battesimo – e di combà Gino, forestiero che per amore si era trasferito a Roseto, da Parma.

Combà Gino, padre di William, aveva una splendida Alfa Romeo Giulia e ci incantava con i suoi racconti, quando tornava dal lavoro in Iran o in parti del Medio Oriente, dove si recava essendo, se ben ricordo, specializzato nell’estrazione del petrolio.

La giovinezza acerba passò e ognuno di noi prese le proprie strade, legate anche alle scuole frequentate e alle conseguenti compagnie.

William servì in Marina Militare, dove volevano pure fargli fare carriera, visto il suo amore per il mare e il suo talento. Ma scelse la vita civile.

Poi me lo ricordo proprietario, insieme a Giorgia, e cuoco del “PerBacco” (oggi “Mercato Coperto”): uno dei due luoghi – insieme alla Cantina di Epicuro – che mi insegnò a mangiare bene e bere meglio. Belle serate, insieme a Giorgio ed altri amici, alla fine degli Anni 90. Poliedrico e intelligente com’era, William ci mise pochissimo a reinventarsi chef.

Quell’esperienza finì e mi ricordo che William andò via da Roseto. Tornò e mi parlò del suo lavoro di skipper, essendo amante del mare e avendo studiato per fare ciò che amava.

Anche in quella occasione, le sue qualità umane unite alla sua naturale eleganza fatta professionalità lo portarono a fare le cose in grande.

Così mi raccontò di miliardari russi portati in giro per il Mediterraneo. Poi ne ebbe abbastanza di quella vita, che lo impegnava tutto il giorno, e scelse di tornare a Roseto degli Abruzzi per comprare un “paparazzaro” (e cioè una vongolara: barca con la turbo soffiante, per la pesca delle vongole) e riabbracciare la dimensione del Lido delle Rose.

Purtroppo, più o meno con l’avvento della pandemia mondiale da Covid-19, seppi da Mamma Liliana dei suoi ripetuti mal di schiena, con la conseguente scoperta di una malattia che oggi se lo è portato via, lasciandoci il ricordo di un uomo nobile, bello, capace di realizzare i suoi sogni e di profondi ed eleganti silenzi.

Dopo Gabriele, ci lascia anche William. Diso, Fabio e io siamo ancora più soli, fra via Plinio e via Marcantonio, passando per via Seneca e via Costantino.

Riposa in pace, amico mio.

Condoglianze ai suoi familiari e a tutti quelli che gli hanno voluto bene.

La camera ardente è stata allestita alla Casa Funeraria “Antonio Ruggeri” in via Bolivia, Frazione Voltarrosto a Roseto degli Abruzzi. Gli orari per le visite sono 08.30-12.30 e 14.30-19.30.

Le esequie di William Bruni si svolgeranno martedì 16 maggio 2023, alle ore 11, nella chiesa di Santa Maria Assunta, vicino al Comune.

Luca Maggitti Di Tecco
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