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Via Seneca [Il privè di ROSETO.com]
GIORNALISTA SENZA VIRGOLETTE E SCRITTORE SENZA VIRGOLETTE
I libri scritti o progettati e le collaborazioni di Luca Maggitti, a tutto maggio 2023.

Elena Fava, figlia di Pippo, l’allora Sindaco di Roseto degli Abruzzi, Franco Di Bonaventura, e Luca Maggitti nel 2010 a Roseto degli Abruzzi.
[Mimmo Cusano]


Riflessioni sulla libertà di essere giornalista e scrittore – con i doveri che ciò comporta – senza dover prendere lezioni di vita da sudditi e servi per qualsiasi loro rispettabile (o meno) convenienza.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 02 Giugno 2023 - Ore 20:45

«Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza, la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili. Pretende il funzionamento dei servizi sociali. Tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo, si fa carico anche di vite umane. Persone uccise in sparatorie che si sarebbero potute evitare se la pubblica verità avesse ricacciato indietro i criminali: ragazzi stroncati da overdose di droga che non sarebbe mai arrivata nelle loro mani se la pubblica verità avesse denunciato l’infame mercato, ammalati che non sarebbero periti se la pubblica verità avesse reso più tempestivo il loro ricovero. Un giornalista incapace – per vigliaccheria o calcolo – della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare, e le sofferenze. le sopraffazioni. le corruzioni, le violenze che non è stato capace di combattere. Il suo stesso fallimento! ».
(Giuseppe “Pippo” Fava)


Questo è un frammento di editoriale su “Il Giornale del Sud”, pubblicato l’11 ottobre 1981. Io compivo 12 anni.

Pippo Fava lo scrisse in risposta a una missiva che inaugurava la rubrica delle lettere al direttore.
Il giorno dopo la sua pubblicazione, gli editori del giornale lo licenziarono dal suo ruolo.
Il 5 gennaio 1984, Pippo Fava fu assassinato da Cosa Nostra: la mafia siciliana.

Pippo Fava è sempre stato un esempio da seguire – ovviamente inarrivabile – per me. Perché ho deciso di fare il giornalista e lo scrittore per pura passione, lasciando più sicuri lavori da manager o funzionario pubblico in cui guadagnavo molto di più e avevo una vita tranquilla e mi salutavo con tutti. Mentre adesso a ogni articolo qualcuno volta la faccia. Ma va bene così. È la vita che mi sono scelto, lontano dalle ipocrisie.

Di Pippo Fava ho amato la poliedricità, il suo saper essere – sempre a un livello inarrivabile, per me – giornalista, ma pure scrittore. E poi drammaturgo, sceneggiatore e saggista.

Ebbi l’onore, nel 2010, di condurre un Premio Nazionale intitolato a Pippo Fava – grazie a Leo Nodari – a Roseto degli Abruzzi, con un eccezionale numero di persone davvero molto importanti, convenute nel Lido delle Rose per l’occasione.

Venne anche la figlia Elena, ematologa, educatrice antimafia e presidente della Fondazione Giuseppe Fava dal 2000 al 2015, quando purtroppo è morta. Elena si meravigliò molto che la lontana Roseto (rispetto alla natia Catania) dedicasse un Premio alla memoria del padre e l’altrettanto lontana Pineto intitolasse un largo alla memoria di Pippo Fava.

Le feci una intervista nei pressi della stazione ferroviaria di Pineto, che ripropongo in calce. Era una donna eccezionale, la stessa che disse: «D'altro canto non tollero nemmeno l'incapacità di indignarsi di una larga fetta della società, questo rimprovero all'Italia».

La capacità di indignarsi è fondamentale, a tutti i livelli, per mantenere alto il livello di qualità di una Comunità. Altrimenti si crea un pericoloso lassismo e – citando un altro assassinato dalla mafia siciliana come Libero Grassi – la qualità del consenso precipita. E ci ritroviamo governanti sempre peggiori.

Ecco perché un giornalismo libero e coraggioso è fondamentale. Certo, per dirla con Manzoni, chi non ha coraggio non se lo può dare, ma in tutti i lavori esistono varie scale di coinvolgimento.

Io so che per fare il giornalista devo essere libero e coraggioso, pur con i miei tanti limiti. E puntare a una sola cosa: la verità e l’oggettività dei fatti. Posso farlo soltanto se resto libero e indipendente. Per questo, nel 1998 – un quarto di secolo fa – ho fondato uno dei primi siti internet d’Italia che è poi il giornale online di Roseto degli Abruzzi: www.roseto.com.

Quando ho lavorato in Comune in qualità di Capo di Gabinetto del Sindaco – dal 2002 al 2011 – mi astenni dallo scrivere cose che non fossero di sport sul mio giornale, perché, pur non essendo incompatibile (ero Capo di Gabinetto, non Addetto Stampa) ritenevo utile non offendere la mia né l’altrui intelligenza. Scrissi soltanto di sport, derogato per iscritto dal Consiglio Comunale, nonostante fossi impiegato a tempo determinato. Questa è trasparenza, questa è schiettezza, questo, per me, significa assolvere un compito con dignità e onore.

Da quando sono giornalista, scrivo ciò che vedo e riscontro e le mie opinioni. Non credo di aver mai fatto sconti né al Sindaco Enio Pavone, né al Sindaco Sabatino Di Girolamo, né all’attuale Sindaco, Mario Nugnes.

I primi cittadini – che conosco da molti anni – mi hanno sempre lasciato il loro saluto, pure quando ci sono andato pesante, e mai negato il sorriso. Enio Pavone, in particolare – forse per naturale inclinazione caratteriale – è arrivato a incazzarsi a un suo tirapiedi, una sera alle “baracche”, che mi stava provocando e importunando mentre cenavo da solo, zittendolo e invitandomi a cenare con lui (cosa che feci).

Ecco, vorrei dire ai tirapiedi dell’attuale Sindaco che sono abituato e che ho le spalle forti. E che i tirapiedi, come i servi – e cioè i pasdaran del ragionamento, gli ottusi della visione oggettiva – sono sempre inutili. Alla collettività perché la vorrebbero composta di sudditi obbedienti al loro “capo”; al loro “capo” perché, non avendo la forza di contraddirlo, contribuiscono a blindarlo in una sorta di torre eburnea fatta di lecchinaggio fine a se stesso. Mentre l’obiettivo di un buon amministratore è il bene della propria comunità. E così gli addolciscono la bocca avvelenandogli lo stomaco, per dirla con un consigliere che qualche secolo fa scriveva raccomandazioni a un vicerè.

Io sono un giornalista e scrittore senza virgolette. Così come chi vende pesce è un pescivendolo senza virgolette e chi ha ereditato una fortuna è un ereditiero senza virgolette. Largo a tutte le critiche, perché siamo contro le mafie e quindi per la democrazia e la libertà. Purché rispettino l’interlocutore.

E io sono un giornalista dal 1990, iscritto dal 1999, che qualche premio ha vinto e mai nessuna denuncia o censura ha avuto. Al contrario, il Sindacato dei giornalisti mi ha difeso quando qualche disperato mi ha attaccato, affermando falsità.

Sono pure scrittore, dal 1995, con 26 pubblicazioni (18 a mia firma o progettazione e 8 collaborazioni).

Credo che non sia facile, partendo da via Seneca 5 a Roseto degli Abruzzi – e restandoci! – senza santi in paradiso e avendo un padre muratore e una madre prima operaia e poi barista (sia chiaro: le persone migliori che io conosca, insieme ai defunti nonni).

Io rispetto pienamente chi è nato fortunato e cioè con l’azienda compratagli dal papà o chi molto aiuto ha ricevuto da settori della politica, del clero o delle istituzioni. Rispetto persino i giocatori mancati e gli allenatori senza squadra. Nulla dico. E però vorrei essere rispettato anche io. A cominciare dal mio lavoro.

Il mio lavoro, oggi, è quello di sottolineare le molte cose degne di nota del mio territorio, sia positive sia negative, dove ho scelto di vivere e lavorare. E se qualche imprenditore (per mancanza di prove) non capisce la differenza fra giornalista e comunicatore o pensa che il giornalista sia una sorta di agente di marketing al servizio della promozione territoriale (quelli sono i servi, pennivendoli, prezzolati), è un problema della sua incapacità di avere una cultura che sia appena sufficiente per considerarsi cittadino e non suddito. Di nessuno.

Infine, una preghiera a tutti. Noi giornalisti proviamo a fare un lavoro non semplice per garantire la libertà di tutti. Questa è la funzione del mass medium, nell’ambito della democrazia e della libera stampa. Chi vuole restare servo del padrone di turno, per convenienza, simpatia, soldi, faccia come crede. Ma si astenga dall’attaccare chi invoca oggettività e libertà, perché, sempre citando Pippo Fava, poi esiste questo problema: «Qualche volta mi devi spiegare chi ce lo fa fare, perdìo. Tanto, lo sai come finisce una volta o l’altra: mezzo milione a un ragazzotto qualunque e quello ti aspetta sotto casa».

Quindi, a me sta bene se i servi di chi comanda – che non è così stupido da non assorbire le critiche cogliendone la parte costruttiva, che gli viene donata gratuitamente – vogliono attaccare come cani un giornalista libero perché infastidisce il loro padrone. E però potrebbero involontariamente (lo stupido è sempre involontario nel fare danni, come insegnava Carlo Maria Cipolla) armare la mano di qualche infelice. Io qualche anno fa ci sono già passato e fui difeso dal mio Sindacato. Facciamo che non debba riscrivergli, perché qui siamo in una ridente città come Roseto degli Abruzzi e comunque siamo tutti gentiluomini. Fino a prova contraria.

In calce, propongo tre link: quello all’intervista che feci a Elena Fava, quello del mio intervento nella giornata finale del Premio Fava, a Roseto e quello al mio sito personale, con l’elenco dei libri che ho scritto o progettato e ai quali ho collaborato.

Con tutti o contro tutti, secondo verità.

YouTube
ELENA FAVA
Intervista di Luca Maggitti, realizzata a Pineto il 13 maggio 2010.
https://www.youtube.com/watch?v=1FCXnIZYvBs

YouTube
LUCA MAGGITTI
Intervento al Premio Nazionale per il Giornalismo e la Legalità Giuseppe Fava, nella sala del Consiglio Comunale di Roseto degli Abruzzi, il 15 maggio 2010.
https://www.youtube.com/watch?v=FAbDHoIv66g


Luca Maggitti
www.lucamaggitti.it


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Luca Maggitti Di Tecco
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