Elisa Di Eusanio, fotografata da Anna Faragona.
Elisa Di Eusanio interpreta Teresa Maraldi nella serie televisiva ‘Doc’.
La locandina del film ‘Un matrimonio mostruoso’ di Volfango De Bias, uscito nelle sale il 21 giugno 2023, che vede Elisa Di Eusanio fra i protagonisti.
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Intervista all’attrice abruzzese, nata a Teramo, che nella serie ‘Doc’ interpreta Teresa Maraldi. Per conoscerla e sapere dei suoi progetti presenti e futuri fra televisione, cinema e teatro.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 22 Giugno 2023 - Ore 10:45
Elisa Di Eusanio è una poliedrica attrice abruzzese, nata a Teramo.
Fra le sue collaborazioni, teatro con la compagnia di Carlo Giuffrè, cinema con registi quali Carlo Verdone e Volfango De Biasi e televisione interpretando Teresa Maraldi nella serie “Doc – Nelle tue mani”, recitando con Luca Argentero e Matilde Gioli, oltre ad altri amati volti noti del piccolo e grande schermo.
L’ho intervistata, per conoscerla e fare il punto sui suoi tanti progetti che la vedranno su piccolo e grande schermo e a teatro.
Questa è la nostra conversazione.
Recitare. Lo dica con un altro verbo.
«Giocare. Piuttosto seriamente».
Il primo nodo alla gola che le sale quando pensa all’Abruzzo?
«Mio padre».
Una sua qualità “tipicamente” abruzzese?
«La genuinità».
L’hanno mai “bullizzata” per il suo essere di provincia, nonostante fulgidi passati esempi di provinciali nel mondo dello spettacolo?
«Mai! Anzi, ogni volta che rivelo le mie origini si illuminano sempre tutti di un gran sorriso: l’Abruzzo è molto amato. Semmai è proprio il mio compagno Andrea che mi bullizza quando parlo in dialetto. Lo trova “bestiale e incomprensibile”».
Figlia della compianta artista Mariella Converti. Quale anelito le ha lasciato sua madre?
«Mi manca la sua freschezza, la sua leggerezza quando riusciva a ritrovarla. Quella freschezza, il suo sorriso più autentico, cerco di mantenerli vivi dentro di me più che posso.».
In un mondo in cui le assicurazioni fanno le banche e le banche le assicurazioni o – se preferisce – in cui i concorrenti dei talent fanno gli attori e gli attori i concorrenti dei talent, o roba simile – lei si sente una spartana, per aver prima frequentato Spazio Tre di Silvio Araclio a Teramo e poi l’Accademia nazionale d’arte drammatica intitolata a Silvio D’Amico a Roma?
«Mi sento semplicemente una professionista. Fregherà qualcosa a qualcuno? Non lo so, ma almeno so di esserlo (ride, n.d.r.)».
L’attrice agisce, ma lo fa in modo diverso a seconda del mezzo? In altri termini: la qualità che più le serve quando recita in teatro, quella per il cinema e quella per la televisione?
«Sono mezzi molto diversi. In teatro conta l’energia: non necessariamente esplosiva, ma deve travolgere come un’onda. In teatro il corpo diventa uno strumento potente e fondamentale. E anche la voce è importante. In cinema e televisione è tutto più piccolo, intimo. Anche se io con il corpo ci lavoro sempre, i miei personaggi partono tutti dal corpo. E un po’ di voce non guasta nemmeno in cinema e televisione; spesso non capisco nulla di quello che dicono alcuni colleghi e quando osservo un’attrice o un attore che non si capisce mi sembra che stia offendendo il pubblico. Invece, nello specifico, cinema e televisione si differenziano per il tempo. In televisione devi volare e portare a casa diverse scene al giorno, in cinema hai molto più tempo per goderti il viaggio».
Il cinema è il teatro che ce l’ha fatta, oppure il teatro è come un dipinto del Caravaggio, che se ne frega del tempo e conserva la sua luce intrinseca?
«Il cinema potrebbe essere considerato un’evoluzione del teatro, ma attenzione: sono spazi molto diversi. Due arti collettive che si esprimono attraverso mezzi molto diversi. Entrambi però custodiscono un’anima di artigianato puro che io amo molto. Il teatro, lo sta dimostrando questo tempo, è un’arte che rinasce dalle ceneri e paradossalmente si rafforza. Le persone hanno bisogno di un evento che le emozioni lì per lì. Il teatro è la massima espressione dell’esperienza emozionale collettiva, per cui resterà immortale. Il cinema invece potrà cambiare forma e luogo».
Una cosa bella che le ha portato la notorietà della serie televisiva “Doc”?
«Mi ha fatto conoscere come attrice più completa e matura».
E una scocciatura?
«Sento dirmi ogni giorno: “Dal vivo sei molto più magra”. Non ne posso più».
Parafrasando i “CCCP – Fedeli alla linea”: affinità-divergenze fra il cinema e la televisione, secondo l’analisi di Elisa di Eusanio?
«Per me è molto semplice. Se “sei” riesci a “essere” ovunque. Poi ci sono attori vincenti al cinema che metti su un palco e crollano. Invece, secondo me, gli attori veramente bravi in teatro con la opportuna esperienza riusciranno a bucare anche nel cinema. Tornando ai CCCP, quindi: “È una questione di qualità... non ricordo più bene... o una formalità”».
Ce l’ha qualcuno da venerare, nel suo campo? E se c’è, per quali pregi?
«Non riesco a venerare nessuno. Stimo molto Kate Winslet, perché oltre a essere straordinaria è una grande guerriera del corpo femminile e Joaquin Phoenix, attore immenso e grande attivista per gli animali, dal quale prendo molta ispirazione».
Un regista con il quale le piacerebbe lavorare?
«La sparo grossa: Quentin Tarantino».
La collega attrice più brava in assoluto e perché proprio quella?
«Ne stimo molte. Forse in Italia sto amando molto la Giovanna Mezzogiorno di oggi. Porta addosso delle ferite che non nasconde e che la rendono davvero affascinante».
l suo sogno di attrice?
«Continuare a lavorare con continuità».
Il suo sogno di donna?
«Invecchiare serenamente col mio compagno Andrea, in mezzo a tanti animali. Tenere il dolore fisico il più lontano possibile e arrivare alla fine del viaggio con un bel sorriso».
I suoi progetti futuri riferibili?
«Ieri, 21 giugno, è uscito al cinema “Un matrimonio mostruoso” di Volfango De Biasi con un cast strepitoso. Poi, oltre alla terza stagione di “Doc”, uscirà in inverno un film al cinema con un grandissimo con cui finalmente ho avuto il piacere di lavorare: si tratta di Fabio De Luigi, che sarà regista e protagonista insieme a Stefano Accorsi della commedia on the road “50 km all’ora”. E ancora un nuovo film con Volfango De Biasi, con cui continua un bel sodalizio. A ottobre poi si torna in teatro, a Roma, con un progetto che amo moltissimo di drammaturgia contemporanea e a gennaio 2024 debutterà, sempre a Roma, un mio nuovo progetto teatrale che sto scrivendo, intitolato “Club 27”: un omaggio agli artisti scomparsi a 27 anni, un viaggio nelle ferite e nell’amore e poi che gioia... finalmente canterò dal vivo con una band. Non vedo l’ora!».
I suoi consigli ai giovani che vogliono diventare attori e attrici?
«Avete un talento? Allora rendetelo unico. Dopodiché armatevi di infinita pazienza. Vince chi resta e resiste».
Ci lasci con un ideale podio: l’opera teatrale preferita, il film e la serie.
«Teatro: “Finale di partita”, di Samuel Beckett. Cinema: “C'era una volta a Hollywood”, di Quentin Tarantino. Serie: “After Life”, di Ricky Gervais».
Luca Maggitti Di Tecco
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