I Ragazzini imparano a giocare con il mito di Curry, Kobe, Lebron, Kevin Durant, Michael Jordan, poi succede che, in un paesino sperduto dell’Abruzzo, intere generazioni sono invece cresciute con gli insegnamenti di un signore minuto col capello brizzolato, che sin da quando era bambino ha avuto un solo grande amore: la palla a spicchi.

L’ha amata così tanto che ci ha giocato fino all’altro ieri, arrivando in A2, quando i campi ufficiali erano disegnati sul cemento e le piazze di paese erano i veri palazzetti.

Sfidiamo tutti i giovani adulti a ricordarsi se mai una volta fossero riusciti nell’intento di sfilargli la palla di mano sotto l’Arena dei Pini oppure bloccare un passaggio; mai la faceva vedere la palla, la trattava come un giocoliere, e tu da avversario, la ritrovavi sempre in fondo la retina.

Giocavi con lui, contro di lui, le partite non finivano mai, anche quando credevi di riportarla a casa, tirava fuori la magia per cui tutti rimanevano lì con le gambe piantate, ma si rideva e si scherzava sempre.

Quest'ultima partita ci ha lasciato attoniti e con un tonfo al cuore.

Carlo Malavolta, anzi semplicemente Carletto, è stato e continuerà ad essere sempre immagine del Camplese purosangue, amante della Pallacanestro, un istruttore totalmente votato a trasmettere la sua stessa passione ai bambini e ragazzi, un giocatore che non ha mai sfilato di dosso la canotta bianco rossa.

In silenzio ci stringiamo attorno alla famiglia, che i ricordi si trasformino in perle di crescita.