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Alessio Baldinelli
SULLA TOMBA DI UN AMICO.
Alessio Baldinelli.

Il ricordo di Chicco Zorzi.

Campli (TE)
Martedì, 08 Marzo 2005 - Ore 13:00

Ancona - Varano, 2 marzo 2005


Una splendida giornata per farsi seppellire a quarant'anni.

Fredda, secca, serena come solo il tiro costante della tramontana di mare sa dare.

Giornata di tregua da precipitazioni continue, di quelle che i volti non vogliono nascondersi dietro sciarpe e cappelli, ma restano di pietra a farsi rigare dal sale di lacrime che non possono gelare.

Ogni morte possiede virtù rigeneratrice, perchè conduce lo stato delle cose al minimo essenziale.

Ogni morte consente di ascoltare il proprio corpo, non come potenza ma come provvisoria concessione abitata da spirito e volontà.

Sono pochi coloro che riescono, nel corso della propria vita, a trasmettere il senso di avere un'idea che perennemente cammini al loro fianco.

E non parlo di "coerenza", che è la sciocca virtù di chi non vuol vedere.
E neppure di "fede", che è la nobile forza di chi sa di non poter vedere.

Intendo la capacità di trasmettere il proprio pensiero, qualunque esso sia, senza imporlo, senza coercizione o trucchi, ma facendolo risaltare nel proprio operato come un fatto naturale e necessario.

Alessio Baldinelli era così.

Non era un allenatore, ma una sorta di dittatore mentale.

Non convinceva i giocatori, li portava piuttosto a pensare come lui, al punto che molti, dopo aver subito il suo "lavaggio del cervello" cestistico, non credono più possa esistere altra pallacanestro fuori di quella da lui predicata.

Alessio non era un modello.

Potevi, come io facevo, non condividerne stili di vita e prese di posizioni, ma non avevi in alcun caso la possibilità di distogliere lo sguardo, come si fa dalle cose naturalmente belle.

Un uomo, un amico strano, con un forte senso "estetico" del lavoro che faceva, non un incantatore di serpenti che usa inganni per tenerti avvinghiato.

La sua opera è stata arte astratta della più sincera.
Sia per concetti che per coraggio di rompere gli schemi.

Lampi, fulmini ed energia da cui non potevi levare lo sguardo.

Poi la vita ti riporta al concreto, al dolore, al sapore amaro dei farmaci, all'odore sgradevole di disinfettante e sangue.

Poi la vita ti concede come dono soltanto una splendida giornata per farti seppellire a quarant'anni.

Quando si è pronti per essere giovani ma è troppo tardi.
Chicco Zorzi
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