[Ricerca Avanzata]
Domenica, 24 Settembre 2023 - Ore 2:04 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Uomini di Sport
DANTE FALASCA: NUOVA AVVENTURA NELLA PALLAMANO.
Dante Falasca con alcuni trofei vinti nel futsal.

Dante Falasca con Riccardo Trillini, direttore tecnico di tutte le nazionali maschili di pallamano.

Dante Falasca al lavoro nella pallamano.

Intervista al preparatore fisico conosciuto per il suo lavoro nel basket e nel futsal. In calce, l’intervista del 2011 dopo una stagione da grande slam.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 12 Settembre 2023 - Ore 17:45

Dante Falasca, facciamo un veloce riepilogo. Quante stagioni di basket hai seguito da preparatore fisico?
«Ecco, giusto per non dimenticare che sto invecchiando. Da preparatore penso una trentina, se non sbaglio la prima fu a Silvi Marina, in Serie C, con Nino Marzoli come allenatore nel 1993».

E quante di futsal, o calcio a cinque?
«La prima esperienza è stata nel 2005, ma nei professionisti il decennio 2010/2020».

Quindi dopo una trentina di stagioni consecutive da preparatore fisico, “molli” i club?
«Sì. E per come sono arrivato, penso sinceramente siano state troppe. Col senno di poi, ti dico: è una scelta che avrei dovuto fare prima. C’è stato un momento preciso, lo scorso anno, in cui ho capito che dovevo “mollare”. Ti racconto, ma perché tu capisca, devo descriverti una persona che mi conosce da anni: Aldo Di Pietro. Abbiamo collaborato in varie esperienze sportive sia nella pallacanestro sia nel calcio a 5. Pensa che il primo giorno di una delle tante preparazioni con la maschile a Montesilvano, la squadra si presentò al primo allenamento con le tenute nuove, mentre io e lui, che era il vice allenatore, non eravamo stati forniti del materiale perché il responsabile aveva detto al magazziniere: “Che aspettassero”. Lo obbligai a fare come me e cioè allenamento in mutande (ai tempi ero leggermente più aggressivo). Immagina due che vagano, in mutande e col fischietto in bocca, per tutto il PalaRoma. Ovviamente, dopo pochissimo  arrivarono  le divise nuove anche per noi.  Ecco, a marzo di quest’anno, durante un mio allenamento con la squadra di basket, è stato proprio Aldo a sussurrarmi nell’orecchio: “Professò, sei la controfigura di te stesso”. Lì ho capito che era giunto il momento di fare un passo indietro».

Come è nata l’opportunità della pallamano?
«Come tutte le cose belle, per caso. Lo scorso settembre sono stato contattato dal responsabile della Federazione, dottor Silvano Seca, perché avevano bisogno di un preparatore per la Nazionale Under 18 maschile che si allena a Chieti. Ho avuto un incontro con il direttore tecnico Riccardo Trillini, ci siamo piaciuti e ho cominciato».

Quindi adesso qual è il tuo nuovo lavoro?
«Mi occupo della preparazione fisica del Campus della Nazionale Under 18 in pianta stabile. Questo è un progetto che coinvolge  ragazzi nati nel 2006/2007, selezionati in tutta Italia, per la durata di due anni. Risiedono a Chieti, frequentano qui la scuola e si allenano nel Centro Federale della Pallamano. Inoltre, sarò responsabile della preparazione di altre selezioni nazionali – come Under 20 maschile, Under 19 femminile e Nazionale maschile di beach handball – quando faranno allenamenti collegiali nel centro tecnico federale».

Come si svolge la tua routine?
«Adesso siamo in preparazione, quindi allenamenti ogni giorno e spesso doppi. Ti posso dire che durante l’anno allenerò i ragazzi due giorni a settimana, alle sei del mattino prima che vadano a scuola e poi al pomeriggio. È un lavoro completamente diverso rispetto alle squadre senior di club, perché qui devi costruire gli atleti e non solo allenarli. Penso occorra grande sensibilità umana e non solo professionalità, perché si tratta di sedicenni che si trovano a vivere una vita da professionisti essendo ancora molto acerbi, da tutti i punti di vista».

Quali sono i tuoi obiettivi?
«Abbiamo due anni per far crescere i ragazzi del Campus Italia, cercando di formare degli atleti/giocatori completi. Questo è l’obiettivo a lunga scadenza. Quello più immediato è cercare di ottenere, a gennaio, la qualificazione agli europei di categoria con la Nazionale Under 18».

C’è qualcosa che ti manca delle tue stagioni passate?
«Se penso a quella scorsa, davvero poco. Di altre, la quotidianità degli allenamenti che ti permette di condividere l’esperienza sportiva con persone che stimi e che ti rendono migliore».

C’è invece qualcosa che hai guadagnato dal nuovo ruolo?

«Serenità, voglia, professionalità riconosciuta. Ogni volta che vado a fare allenamento sono felice. Sono passato da un caos organizzato – o organizzazione caotica, fai tu – a lavorare in una struttura dove i ruoli sono conosciuti e riconosciuti, ognuno ha il suo spazio e le sue responsabilità all’interno della programmazione tecnica. Posso pensare a come fare il mio lavoro, cercando di ottenere il meglio, senza disperdere energie in mille altre problematiche».

Quali sono – e perché – le persone che più ricordi con gioia dei tuoi anni da preparatore fisico, nei club con i quali hai collaborato?
«Di sicuro ho dimenticato alcuni di quelli con i quali ho condiviso le mie esperienze nei club, però lo sport mi ha fatto incontrare persone provenienti da tutto il mondo e tutti mi hanno insegnato qualcosa sia nel bene che nel male. Spesso mi diverto a paragonare le persone agli animali (l’ho già detto in un’altra intervista, qualche anno fa). Ho incontrato cavalli di razza, somari con le orecchie, tigri, leoni, camaleonti, farfalle e molti scarabei stercorari che, se sai cosa mangiano, sai di cosa sono fatti. Tanti rapporti di sincera cordialità e di amicizia con ex giocatori, giocatrici e allenatori. Spesso vivere in posti diversi non aiuta, io poi non ho social (li odio con tutto me stesso), ma ogni volta che ci risentiamo o rivediamo è come se ci fossimo lasciati cinque minuti prima. Con Roberto Perricci (prima mio giocatore, poi collega in vari staff) siamo diventati fratelli. Lo stesso sentimento mi lega a Gabri Di Bonaventura, Giorgio Salvemini, Domenico Sorgentone e Massimo Maffezzoli (allenatori avuti nella pallacanestro), Guido Brandimarte (ex dirigente della squadra di pallacanestro), Luca Colella (anche lui in vari staff del basket e del calcio a 5), Nicola Potere e Fabio Di Federico (medico e fisioterapista che hanno gravitato nel mondo del basket). Volontariamente non cito ex giocatori perché dovrei scrivere un libro».

Le vittorie più belle? Se ne esistono di “più” belle...
«Le vittorie sono tutte dolci. Sono stato molto fortunato perché spesso mi sono trovato in contesti che mi hanno permesso di ottenere dei titoli sia in club maschili sia femminili. Facile parlare della UEFA Futsal Cup vinta col Montesilvano di calcio a 5, unica squadra italiana ad oggi ad esserci riuscita, che rimane di sicuro il trofeo più prestigioso in bacheca. Potrei elencare gli scudetti e le coppe vinti nel calcio a 5 e le promozioni ottenute sia nel basket sia nel calcetto. Vincere, però, non può e non dovrebbe corrispondere solo a uno scudetto, una coppa, etc. Spesso capita di allenare squadre che non hanno obiettivi di vertice e devono fare i salti mortali per centrare i traguardi prefissati a inizio stagione. Mi spiego meglio: una salvezza ottenuta non fa palmares, ma dà gioia come uno scudetto vinto».

Le sconfitte più amare?
«Quando perdi è sempre “amaro”! Il tempo e l’esperienza insegnano ad accettare le sconfitte e ho imparato che solo ricordandole puoi apprezzare davvero i momenti in cui raggiungi gli obiettivi. Comunque, per non sottrarmi alla domanda, una delle sconfitte più amare è stata quelle della finale di Coppa Italia di Serie C con Pescara nel basket. Dopo una rimonta incredibile da -16 e vantaggio a pochi secondi dalla fine, per due disattenzioni una coppa persa in modo amarissimo…».

Dante, in bocca al lupo per il tuo nuovo ruolo. Salutaci con una riflessione...
«Sono un uomo fortunato, perché nella vita faccio quello che mi piace. Insegnare a scuola e lavorare con gli atleti, mentre invecchi, ti fa rimanere giovane e capire meglio come evolve il mondo. Visto lo spazio che mi hai regalato ci tengo a ringraziare tutte quelle persone con cui ho avuto la fortuna di collaborare che lavorano nell’ombra (fisioterapisti, magazzinieri, persone che ruotano intorno alle varie squadre di club) di cui non si parla mai, ma che svolgono un lavoro essenziale per le squadre».

ROSETO.com > Archivio > 15 settembre 2011
Sport
DANTE FALASCA: PER I MUSCOLI CI VUOLE CERVELLO.
Intervista al preparatore fisico che nella stagione sportiva 2010/2011 ha colto un ‘Grande Slam’ polisportivo, con vittorie nel calcio a 5 maschile e femminile e nel basket.
https://www.roseto.com/scheda_news.php?id=9498

Luca Maggitti Di Tecco
Stampa    Segnala la news

Condividi su:




Focus on Roseto.com
Roseto.com - Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere. - Registrazione al Tribunale di Teramo N. 540 Reg. Stampa del 19.08.2005.
Direttore responsabile: Luca Maggitti   Editore: Luca Maggitti   Partita IVA 01006370678
© 2004-2023 Roseto.com | Privacy | Disclaimer Powered by PlaySoft