Acque agitate in casa Pallacanestro Roseto, dopo la sconfitta in trasferta a Fabriano.

Le cinque vittorie consecutive avevano silenziato alcune frizioni interne al gruppo, che la sconfitta in terra marchigiana potrebbe aver rinfocolato.

Mitchell Poletti, nell’immediatezza della sconfitta, ha pubblicato sul suo profilo Instagram una sua foto in maglia Roseto, con la scritta in inglese: «Ask yourself: is it worth?» (Chiediti: ne vale la pena?).

L’esegesi del post del Capitano è articolata, visto lo scarno messaggio che potrebbe significare sia la sua volontà di non far più parte del gruppo sia – di contro – un appello alla società finalizzato a rinforzare un organico che potrebbe aver bisogno sia di un tiratore sia di un centro in grado di non farsi spazzare via, come capitato a Klyuchnyk e Tamani a Fabriano.

Non dimentichiamo poi che Poletti è abbastanza frustrato anche dall’infortunio al polpaccio, con ricaduta, che al momento non gli consente di giocare come vorrebbe.

Il Capitano ha dichiarato, il giorno in cui è stato presentato a Roseto, di scendere in Serie B Nazionale solo perché il coach del Roseto era Franco Gramenzi, con il quale a Latina aveva sviluppato un ottimo feeling in un campionato di Serie A2. Dunque, l’impressione è che l’allenatore avrà un ruolo centrale per ricomporre il dissidio.

Anche perché il mercato offre poco e Poletti – pur avendo giocato 6 partite su 11, saltando le altre a causa dell’infortunio al polpaccio destro – è il giocatore più forte oltre che il cannoniere e il miglior rimbalzista della squadra, segnando 15 punti e catturando 6,3 rimbalzi.

Dunque, molto probabilmente, il buon senso delle parti in causa porterà a silenziare il mal di pancia, facendo fronte comune per il bene della Pallacanestro Roseto.

Quanto al rafforzamento della squadra, tutto gira intorno a Poletti. Perché se il forte lungo dovesse andare via, le mosse che da qualche settimana la società sta valutando per ingaggiare sia un tiratore sia, eventualmente, un lungo più competitivo, dovrebbero essere riconsiderate radicalmente, provocando una vera e propria reazione a catena all’interno dell’organico oggi a disposizione di Franco Gramenzi.

L’auspicio, facendo leva sulla professionalità delle parti in causa, è che tutti facciano mezzo passo indietro per consentire alla squadra di fare un passo avanti, consapevoli che il secondo posto, nonostante l’infortunio a Poletti e le varie vicissitudini finora vissute dalla squadra, rappresenta senz’altro un patrimonio da difendere e consolidare, in attesa di momenti migliori.

Non è necessario essere amici per fare una squadra vincente: basta essere professionalmente uniti nel perseguimento degli obiettivi, invece che personalmente impegnati nella persecuzione degli altrui difetti.

La squadra è tutta nuova, acerba (Tamani, lo scorso campionato, giocava nell’attuale B2 in squadre retrocesse che non vincevano mai, solo per fare un esempio e invocare pazienza), e solo Mantzaris ha vinto, oltre ai 10 campionati di coach Gramenzi e al netto delle medaglie giovanili con gli Azzurrini di Poletti e Santiangeli.

Insomma: ci sono elementi per vedere il bicchiere mezzo pieno e puntare – ove possibile – a compattare il gruppo (squadra e componenti esterne), per dare modo al progetto di fiorire a primavera. E, d’altronde, siamo o non siamo nel Lido delle Rose?