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Cultura e Turismo
L’ELISIR DI MARE: ‘SEMINARE PIACERE OVUNQUE’.


Un articolo di Mario Giunco, pubblicato su Koinè, relativo a Paolo Mantegazza.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 29 Luglio 2024 - Ore 20:30

Agli inizi dell’Ottocento la pratica dei bagni di mare con effetto terapeutico si diffonde fra i ricchi borghesi inglesi, che, per non confondersi con i lavoratori manuali, evitano l’abbronzatura.

Mentre si immerge fra le onde, Giorgio III si fa accompagnare dall’inno nazionale. Non è da meno Napoleone a Biarritz, sulla costa basca. Gli altri Bonaparte preferiscono l’Italia. Il principe Luciano è di casa a Rimini. Quando si accorge che alcuni giovani spiano l’intimità delle sue donne, che si spogliano in “casotti” rudimentali, abbandona sdegnato la città. Paolina si fa costruire una villa a Viareggio, vicino al mare.

Dall’Inghilterra si partono due direttrici, una verso le coste liguri e tirreniche, l’altra che porta a Trieste, Ancona e San Benedetto del Tronto.

Nel 1823 nasce a Trieste il primo stabilimento balneare, dal nome “Soglio (“trono”) di Nettuno”, formato da alcune chiatte attaccate a una insenatura del porto, sulle quali sono posti  camerini e servizi per i bagnanti.

Dieci anni dopo si inaugura il “Grande Stabilimento Galleggiante” (m. 123x17) a Venezia, nei pressi della Chiesa della Salute, con cinquanta camerini, caffè e trattoria. Il bagno costa una lira austriaca.

L’impresa non ottiene il successo sperato. Come poteva l’acqua triestina, “scevra da ogni immondezza”, essere paragonata a quella della laguna, da cui emanava “un odore disgustoso, poco utile alla salute dei bagnanti”?

Nel 1835 si apre ad Ancona lo “Stabilimento dei bagni marittimi dorici”, sempre su galleggianti. A Rimini, nel 1843, sorge lo “Stabilimento Tintori-Bandini”, realizzato su palafitte. Dalla riva una passerella porta a un padiglione in legno piantato in mare, su cui si collocano due file di camerini, con scalette che permettono di scendere in acqua. Non mancano locali di ristoro e di servizio sulla piattaforma e a terra. È un vero “terminal”, di facile accesso, tale da mantenere in diretto rapporto l’uomo con il mare e la spiaggia retrostante.

I “baracconi”  riminesi si diffondono al Sud e contribuisco alla nascita delle “città del mare” su tutta la costa adriatica, dall’Istria alla Puglia. Presto si afferma una nuova concezione dei bagni, che porta la firma di Paolo Mantegazza (1831-1910), medico, fisiologo, antropologo, scrittore, anche senatore del Regno.

Fiero avversario della tassa sul macinato, definisce  il Parlamento “il più alto laboratorio di forze disperse, la perfezione di un meccanismo a rovescio, dove quasi tutte le energie si trasformano in attriti”.

Darwiniano, è autore di volumi di carattere scientifico e divulgativo, che finiscono regolarmente all’Indice dei libri proibiti (“Fisiologia dell’amore” ), del delizioso “Elogio della vecchiaia”  (1893) e del romanzo “Anno 3000: sogno” (1897), per cui è considerato un precursore della fantascienza italiana.

Nei suoi soggiorni in Sud America (1854-1858) viene in contatto con i “coqueros” boliviani, nei quali nota “la più pura felicità”, associata al consumo delle foglie di coca. Studia gli effetti di questa sostanza a livello digestivo e nervoso.

Mantegazza è direttore sanitario dei bagni di Rimini e consulente del “Grandioso Stabilimento”, inaugurato nel 1873, dopo quattro anni di lavori. Si deve soprattutto a lui, prima che ai Tour Operator, se la costa adriatica, da luogo di cura e terapia, si trasforma in oasi di svago e divertimento.

Molto attento alla comunicazione, condensa la sua esperienza in numerose massime, curiose pillole di saggezza, epicureo e illuminista a un tempo: “Ciò che è sano è buono e ciò che è buono è sano”; “La ragione illuminata dal cuore deve togliere al povero la fame, al ricco la noia, all’ospedale il malato e seminare il piacere ovunque”; “Oggi la civiltà di un popolo si misura anche dall’acqua e dal sapone che consuma. Il popolo italiano è meno civile del tedesco e dell’inglese, perché si lava poco e peggio”; “Fra le proprietà dei bagni marini, risolutori per scrofola, rachitismo, anemie, vi sono anche queste: miglioramento nelle donne di diametri troppo generosi; guarigione dalla sterilità; rinvigorimento dei muscoli fiacchi per natura o infiacchiti da malattie o da abuso della vita; aumento dell’appetito e del sonno; eccitamento dell’amore in ambo i sessi”.

Come un dottor Dulcamara di donizettiana memoria: “Comprate il mio specifico, per poco ve lo do!”.

Mario Giunco
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