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Mercoledì, 30 Aprile 2025 - Ore 11:26 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Uomini di Basket
MARCO ANDREAZZA: RITORNO NEL LIDO DELLE ROSE.
Marco Andreazza.
[Luca Maggitti Di Tecco]


Intervista a un coach – che lo scorso anno fece versare lacrime ai rosetani – trattando del basket sia come gioco sia come fenomeno da comunicare, oltre a ricordare alcuni grandi allenatori suoi maestri. Le domande e i link per i video.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 23 Aprile 2025 - Ore 18:00

Marco Andreazza, classe 1974, veneto di Montebelluna, nella marca trevigiana, come il play della Pallacanestro Roseto, Giordano Durante.

È nipote dell’allenatore di calcio Attilio Tesser, attualmente in forza alla Triestina e che era in predicato di venire a Pescara, in questa stagione, prima dell’avvento di Silvio Baldini.

Lo scorso campionato ha allenato la Libertas Livorno, con la quale ha ottenuto una delle due promozioni in Serie A2, battendo la Pallacanestro Roseto nella Finale Playoff, risalendo dal 1-2, impattando la serie a Livorno ed espugnando in Gara 5 il PalaMaggetti.

In questa stagione ha cominciato con la Libertas Livorno in A2, per poi venire avvicendato da coach Di Carlo.

Di seguito, le domande poste a base della nostra conversazione e, in calce, i link per vederla su Facebook o su Instagram.

1.Coach Marco Andreazza, cosa ti riporta nel Lido delle Rose?

2.L’amicizia con coach Franco Gramenzi – ed evidentemente la stima reciproca – valgono più di un ricordo bello per te e brutto per lui?

3.Perché ti incuriosisce la Pallacanestro Roseto 2024/2025, al punto di volerne seguire un paio di allenamenti?

4.Hai iniziato col basket nel 1995, quando qui coach Gabri Di Bonaventura vinceva la C1, aprendo quel rinascimento rosetano che ci portò poi con Tony Trullo nel 1998 in A2 e con Phil Melillo nel 2000 in Serie A1. Dal tuo punto di vista, cos’è la pallacanestro a Roseto degli Abruzzi?

5.I primi 3 nomi che ti vengono in mente, quando pensi alla pallacanestro rosetana. E perché?

6.Tornando a te e ai tuoi inizi, dal 1997 sei a Treviso, al cospetto di coach come Mike D’Antoni, Zeliko Obradovic, Ettore Messina. Hai una cifra stilistica, oppure un tratto distintivo, per ognuno di questi tre giganti della pallacanestro internazionale?

7.Hai avuto anche un periodo di assistentato con coach Stefano Pillastrini, vincendo un campionato con Pilla a Montegranaro. Pilla ha qualcosa di speciale? E se sì, cosa?

8.Hai uno zio allenatore, Attilio Tesser, e hai iniziato come calciatore. Perché, poi, il basket?

9.Il calcio si fa coi piedi, mentre il basket tende al cielo e si fa con le mani. Cosa manca alla pallacanestro italiana per piacere al grande pubblico come il calcio o, almeno, crescere nelle preferenze?

10.Basket e comunicazione: secondo me bisogna fare di tutto per tornare sui canali televisivi generalisti, almeno per gli eventi più importanti, con opportune telecronache “inclusive” e cioè non troppo tecniche. Tu che opinione hai in merito alle modalità di diffusione del basket, per uscire dai confini del nostro piccolo mondo, a volte pure antico?

11.Si parla di “basket e non posizionalità”. Certo è più facile farlo se sotto canestro hai Nikola Jokic, oppure Luka Doncic. Cosa ne pensi tu e che margini ci sono per portare la “non posizionalità” – che mi fa pensare al “calcio totale” dell’Olanda di Rinus Michels e Johan Cruijff – anche a livelli inferiori, in cui magari il talento latita e le dimensioni fisiche contano ancora?

12.Restiamo sull’orizzonte allargato: cosa ne pensi del progetto NBA di “colonizzare cestisticamente” l’Europa?

13.Come pensi debbano comportarsi, in merito, FIBA e quindi leghe nazionali ed Eurolega?

14.Voliamo oltreoceano: con i contratti NIL (Name, Image and Likeness), ormai la NCAA è un torneo bello e conveniente come e forse più della NBA, che comunque ha la G-League per recuperare gli infortunati e testare e far crescere gli arbitri giovani. Insomma: la vecchia Europa perderà anche tutti i giovani interessanti e diventerà definitivamente un circo equestre – per quanto attiene alle prime due divisioni dei paesi – in cui vecchi mestieranti proporranno overdose di pick and roll e i tifosi faranno sempre più fatica a identificarsi?

15.Basket femminile. Ti ha affascinato la rivoluzione portata da un paio di anni da Caitlin Clark? La segui? Cosa ne pensi? Ricordiamoci soltanto che in America è la seconda per magliette vendute dietro soltanto a Steph Curry, ma davanti a Brunson, Tatum, James, Edwards, Morant, Jordan e Wembanyama!

16.Winston Churchill vinse la Seconda Guerra Mondiale, resistendo nell’ora più buia. Appena tornò la pace, gli elettori gli diedero il benservito, facendo vincere i laburisti. Mi è venuta in mente questa inglesissima  immagine – e penso di averti trattato bene, visto che parliamo di un politico che vinse il Premio Nobel per la Letteratura! – quando ho letto della tua separazione dalla Libertas Livorno, che avevi portato in A2. Un pensiero – uno solo – su questa vicenda?

17.Ovviamente, poi Winston Churchill tornò a comandare e a guidare il suo popolo. Perciò ti chiedo: hai già molta esperienza alle spalle, ma c’è un progetto che, più di altri, ti intrigherebbe, per tornare in panchina da coach?

VIDEO
MARCO ANDREAZZA
Intervista di Luca Maggitti Di Tecco del 23 aprile 2025.
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Luca Maggitti Di Tecco
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