IMPASSE
Vicolo cieco, strada senza uscita; usato in Italia solo in senso figurato: !trovarsi in una impasse”, in una situazione difficile, da cui non si sa come uscire (anche di trattative, contrattazioni, tentativi d’accordo, spec. in campo politico o sindacale, rimasti bloccati da qualche difficoltà e di cui non si preveda una facile o prossima soluzione).
(Treccani, vocabolario.)
Sempre stando al vocabolario Treccani, questa voce sarebbe stata proposta e adottata da Voltaire nel 1761, in sostituzione del più cacofonico “cul-de-sac”.
Da Voltaire a Verrigni, 264 anni dopo, per raccontare in una parola la Pallacanestro Roseto fresca del Double (Supercoppa e Promozione in Serie A2) di questi giorni.
Detto dell’impasse, la “V” che lega il filosofo francese al pluripremiato direttore sportivo rosetano è quella di “Vittoria”, vista l’eccezionale stagione 2024/2025 del Roseto, ma è pure quella di “Visione”, che è ciò che oggi serve al Roseto del futuro, che affronterà la difficile – o difficilissima, dipende dal budget – Serie A2 2025/2026.
Diamo perciò un’occhiata, osservando l’orizzonte degli eventi che circonda il buco nero dell’immobilismo, parlando di ciò che ritengo di conoscere (la comunicazione, in generale e aziendale avendo creato i relativi uffici in un paio di aziende importanti ormai un quarto di secolo fa) e ciò di cui non sono esperto (la costruzione di squadre di basket e il loro allenatore).
COMUNICAZIONE
Se l’impasse dell’estate 2024, figlia della ferita inferta alla Pallacanestro Roseto dalla sconfitta in Gara 5 contro la Libertas Livorno, era fisiologica e per certi sensi comprensibile, quella di quest’anno mi appare incomprensibile.
Avendo avuto 8 giorni di tempo – da sabato 14 giugno, con la vittoria in Gara 3 a Mestre, a domenica 22 giugno, data della festa sul Lungomare Pasquale Celommi – io avrei fatto di tutto per ideare una sorta di prelazione sugli abbonamenti 2025/2026 in Serie A2, sperando in un moto passionale, figlio della gioia totalizzante (la quale, come il latte, ha una data di scadenza), che magari avrebbe portato un segno iniziale di attaccamento a una società che ha fatto sognare una città realizzando i sogni di una comunità.
Poi, sapendo che Roseto è attesa da una categoria complicata assai, con prezzi di contratti inusitatamente cresciuti negli ultimi mesi e in questo basket mercato in particolare, io avrei rilasciato qualche intervista della proprietà, per dire che Roseto ci sarà con tutta la forza possibile, ma che sarà davvero difficile replicare annate da 88% di vittorie, preparando in qualche modo la comunità a una stagione di sofferenze e quindi chiedendo sempre e ancor di più il determinante e imprescindibile apporto di un pubblico con pochi pari in Italia.
Infine, se è vero che finora ci sono 3 giocatori confermati e che il primo è Alessio Donadoni, avrei fatto subito un manifesto con campagna abbonamenti imperniato su di lui – amatissimo dal popolo rosetano – magari vestito da samurai con lo slogan “DifendiAmola a spada tratta”.
Ovviamente, sono soltanto idee e pensieri di chi questo lavoro ha fatto per aziende – anche internazionali – e sa che ogni giorno perso pesa sulle casse della società e che ogni giorno passato, rispetto a una grande emozione, raffredda la platea di riferimento (in questo caso, i tifosi).
Questo, sia chiaro, è lavoro del settore comunicazione, non della direzione sportiva, chiamata in causa in apertura di articolo per la collimante “V” iniziale che riporta pure a vittoria e meriti.
In definitiva: la Pallacanestro Roseto prima inizia una campagna di comunicazione, capitalizzando gli enormi sforzi fatti nel 2025/2026, per innervarsi ulteriormente nella città e rendere consapevole la comunità di quanto sarà complesso il prossimo campionato (soprattutto provenendo da un lustro fatto quasi sempre, al netto delle finali perse, di successi) e meglio è.
GIOCATORI
Marco Verrigni ha dimostrato – e ricevuto i due più importanti premi nazionali, nella sua terza stagione da DS, quindi chapeau – di saper costruire le squadre. Sia in A2 nel 2013/2014 (Legion e Sowell, per intenderci) sia nelle ultime due stagioni in Serie B Nazionale.
Quindi, non mi preoccupo più di tanto.
Anche perché non è il mio lavoro e non saprei che consigli dargli.
Anche perché ho conservati i consigli sul Roseto 2024/2025 appena costruito, inviatimi per iscritto da importanti uomini di basket, secondi i quali la squadra che coach Gramenzi ha reso una “armata divertente e super vincente” avrebbe clamorosamente toppato e – addirittura! – il coach si sarebbe dimesso prima di Natale.
“Gli esperti”, spesso, sono anche questo.
Per dirne un’altra, quando Roseto vinse la A2, andando in A1 nel 2000, la rivista specializzata di riferimento la metteva penultima, nel ranking. Ripeto: può succedere. È la vita.
Quindi, sono preoccupato?
No, se consideriamo che Marco sa quel che fa e come si fa. Sì, invece, se consideriamo i sensibili aumenti delle cifre del mercato (sia per “patologico” aumento in questa estate sia per salto di categoria). E cioè: pochi giocatori “di categoria” disponibili e marchio di matricola neopromossa che non spinge proprio tutti (coach e giocatori) a considerare Roseto come prima opzione.
Perché, sia chiaro, per me Roseto è il centro del mondo. Ma per il 99,99% degli altri non è così.
Verrigni dovrebbe aver confermato – ad oggi – Giordano Durante, Alessio Donadoni e Kiryl Tsetserukou. E una speranzella potrebbe averla, anche in ottica “leader di spogliatoio e fuori dal campo”, anche capitan Brian Sacchetti. Poi bisogna trovare due extracomunitari forti e altri giocatori buoni per la A2: almeno 3, più probabilmente 4. Purtroppo, l’eventuale riforma che avrebbe consentito di allargare le maglie a un comunitario (le stesse regole della A2 vinta nel 1999/2000 dal Roseto, che nei ruoli di stranieri extracomunitari aveva gli USA Abdul Fox e Albert Burditt e in quello comunitario aveva lo spagnolo Alejandro Gomez) non è stata recepita e così Lukas Aukstikalnis – che sarebbe stato un eccezionale comunitario in mezzo a due americani – non potrà restare a Roseto, se non occupando uno dei due posti destinati agli stranieri.
Quindi, in estrema sintesi: Marco Verrigni sa il fatto suo, ma farà giocoforza il pane con la farina che riuscirà a comprare (e cioè parco giocatori in offerta e relativo budget per comprarli). E, col passare dei giorni, si rischia di trovare poca “farina buona” e a prezzi alti assai.
ALLENATORE
Sostituire un allenatore che ha vinto Supercoppa e Campionato, con uno strepitoso 88% di vittorie e poi ha voluto andare via, è difficile. Sostituire un coach-demiurgo come Franco Gramenzi è difficilissimo.
La Pallacanestro Roseto ci sta lavorando in questi giorni, fresca di promozione in una Serie A2 a girone unico a 20 squadre forse mai così difficile. Il direttore sportivo Marco Verrigni non dà indicazioni, ma “radio mercato” – incrociando le frequenze di agenti e addetti ai lavori – restituisce il lavorio di questi giorni.
Dopo i sondaggi con Marco Andreazza – che ha firmato in B Nazionale con la Gema Montecatini – e Davide Villa (costretto da problemi familiari a rifiutare una proposta che altrimenti avrebbe accettato), Roseto ha sondato coach importanti come Matteo Boniciolli e Pino Sacripanti. Entrambi pare abbiano declinato la proposta, visto che, nonostante la tradizione, Roseto in A2, da neopromossa e con i budget che si sentono in giro, farà un campionato probabilmente di sofferenza, finalizzato alla salvezza. E magari non tutti se la sentono di correre per quell’obiettivo.
Luca Dalmonte, altro coach di alto lignaggio che invece sarebbe venuto, pare non combaci con l’ideale di gioco della direzione sportiva.
È pure saltato fuori il nome di Dino Repesa, figlio d’arte di Jasmin, giovane allenatore impegnato dall’altra parte dell’Adriatico.
Infine, si vocifera di due colloqui effettuati nella giornata di venerdì: uno con Matteo Mecacci, reduce dalla retrocessione ai playout di A2 con Nardò, e l’altro con Gennaro Di Carlo, che invece con la Libertas Livorno si è salvato a gara 5 dei playout, venendo poi sostituito da Andrea Diana per la prossima stagione. In questo caso, i profili sarebbero valutati con qualche preoccupazione dalla proprietà, perché non si tratta di “nomi”.
Nelle ultime ore, sempre stando a “radio mercato”, Roseto avrebbe perciò virato su Alex Finelli, che lo scorso anno era in B Interregionale (la B2, quella del Roseto 20.20), coordinando un progetto imperniato sulla crescita dei giovani, con il progetto “Stella EBK” di Daniele Camponeschi (socio di capitali all’epoca del progetto Roseto Sharks + Stella Azzurra Roma, in A2). Alex ha firmato, se ben ricordo, la scorsa stagione un triennale, per dedicarsi appunto alla crescita dei giovani (ha in squadra pure Tommaso Pillastrini, figlio d’arte di coach Stefano), ma magari le sirene rosetane lo faranno desistere. Solo che in quel caso deve liberarsi dal contratto lungo che dovrebbe avere in mano. Per la cronaca, Alex, oltre a essere un allenatore, è anche un formatore e team builder aziendale.
L’ultimo nome che è circolato, in ordine di tempo e in relazione alle mie orecchie, è quello di un ex e cioè Danilo Quaglia: reduce da due stagioni in qualità di vice allenatore di Luca Bechi in Serie A2 con la Juvi Cremona. Il vincitore della Coppa Italia 2022 con la Pallacanestro Roseto pareva destinato al ruolo di vice di Maurizio Buscaglia ad Avellino, in A2, ma poi le cose sembrano essersi raffreddate perché – voci rosetane – pare che Danilo sia diventato papà da poco e voglia stare più vicino alla sua famiglia.
Dopo la diade Mecacci-Di Carlo, sembra quindi prendere corpo una seconda diade, composta da Quaglia e Finelli, con il secondo attualmente favorito e in procinto, domani, di parlare con il firmatario del suo pluriennale, per vedere che aria tira in chiave uscita per andare a Roseto.
Sempre a proposito di Finelli, sembra che con l’agente di Alex (Vandoni junior) ci stia parlando direttamente la proprietà e non Marco Verrigni.
Al solito, staremo a vedere.
Questo è quanto, osservando l’orizzonte degli eventi del Lido delle Rose, in attesa di uscire dall’impasse.