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Lunedì, 29 Aprile 2024 - Ore 16:13 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Sedima Roseto
PESARO INFESTATA DAGLI SQUALI!
Duane Woodward. A Pesaro, lo Squalo ha mostrato i denti!

Capolavoro rosetano. Bissato il successo della scorsa stagione. Assente Abdul-Rauf, spettacolari Woodward e Sesay.

Pesaro
Domenica, 24 Aprile 2005 - Ore 21:00

SCAVOLINI PESARO 88
SEDIMA ROSETO 95
Parziali: 28-19; 44-44; 70-70; 88-95.

SCAVOLINI PESARO: Penn 15 (5/9, 0/6), Mottola 6 (2/3, 0/3), Smith 32 (4/10, 7/10), Gigena S. n.e., Rannikko, Lovatti n.e., Milic 8 (3/6), Frosini 6 (3/3), Ress 2 (1/2), Malaventura 3 (1/5 da 3), Archibald 12 (6/7), Postell 4 (2/2). All: Crespi.

SEDIMA ROSETO: Borromeo n.e., Abdul-Rauf n.e., Morri 12 (2/2, 2/4), La Selva n.e., Di Giuliomaria 8 (2/4), Arigbabu 7 (3/5), Chiavazzo n.e., Woodward 27 (6/11, 3/5), Nikagbatse 9 (4/7, 0/2), Sesay 25 (5/11, 5/6), Mutombo 7 (2/3, 1/2). All: Spahjia.

ARBITRI: Cerebuch, Pozzana e Tullio.
Tiri Liberi: Scavolini 12/14; Sedima 14/22.
Cinque falli: Di Giuliomaria, Milic e Smith.
Percentuali di tiro: Scavolini 34/66 (8/24 da 3; ro 12, rd 22); Sedima 35/62 (11/19 da 3; ro , rd).
Spettatori 7.827 incasso 57.711,00 Euro.


LA GARA

Un campione vero lo si riconosce dal cuore, altrimenti anche un fuoriclasse resta un incompiuto. Contro la Scavolini la Sedima ha dimostrato di essere una squadra che può metabolizzare l’assenza del suo unico fuoriclasse, Abdul-Rauf, perché tutti gli altri hanno un cuore immenso.

Non c’è altra spiegazione per spiegare una vittoria conquistata potendo contare su 7 giocatori, contro una squadra composta da 11 giocatori veri, 5 dei quali con dei trascorsi nella NBA.

Con il “Califfo”malinconicamente costretto a guardare la partita dalla panchina, per il solito problema ai tendini, la Sedima ha dato l’impressione di essere la vittima predestinata di una Scavolini partita subito forte con Smith (6 punti con 2 triple dopo 2’), Penn e Archibald (28-19 al 10’), tanto più che il vantaggio si dilatava in maniera preoccupante in avvio di secondo quarto (36-23 al 15’).

Ma la match up proposta fin dalla palla a due da Spahjia e soprattutto l’ingresso in campo di un Di Giuliomaria con la tigre negli occhi producevano una insperata rimonta, concretizzatasi in un parziale di 6-20 in 4’ per il sorpasso sul 42-43. A metà gara l’equilibrio era perfetto: 44-44.

Nell’intervallo Sesay, apparso fuori partita nel primo tempo, sembrava in trance quasi a voler cercare interiormente la chiave di svolta. E infatti al rientro in campo l’ex Golden State sembrava aver lasciato il suo sosia nello spogliatoio e con 13 punti in 6’ issando la Sedima sul 57-66, complice anche un tecnico fischiato a Milic.

Ma tra la Sedima e la fuga c’erano la difesa aggressiva di un Milic, cui veniva concesso di tutto di più, su Sesay, e il solito Smith, che piazzava 9 punti in un minuto ricucendo del tutto lo strappo: 70 pari al 30’.

L’ultimo quarto si apriva ancora nel segno di Sesay e Morri (75-79 al 33’), mentre Di Giuliomaria diventava l’incubo di Archibald stoppandolo per ben due volte. La Scavolini non mollava e anzi arrivava a mettere ancora la testa avanti a 3’ dalla fine (83-82) con una tripla di Malaventura.

In un ambiente sovraeccitato qualsiasi squadra sarebbe crollata, ma non la Sedima “cuor di leone”, che trovava in Woodward l’uomo delle soluzioni impossibili. Il newyorkese segnava 10 punti in 2’ facendo diventare quello della curva pesarese un grido muto, e anzi a festeggiare erano i 350 tifosi biancazzurri cui sembrava, e non solo per il posto in “piccionaia”, di toccare il cielo con un dito.

A due giornate dalla fine Roseto è settima in classifica, il progetto della squadra più forte di sempre è ancora vivo, proprio come la squadra di Neven Spahjia.


LE INTERVISTE

“Siamo contenti di aver vinto una partita importante senza Abdul-Rauf, sul campo di una squadra che io ritengo tra le 5 migliori in Italia”. Esordisce così in maniera oltremodo composta Neven Spahjia, coach della Sedima, che poi risponde così a chi gli chiede spiegazioni sull’inizio “molle” della sua squadra: “Non è facile giocare con 2 soli giocatori in panchina, forse sembravamo ‘morbidi’ da fuori ma non era così assolutamente. Dovevamo cercare fiducia strada facendo e l’abbiamo trovava”. La scelta della zona match up è e l’importanza di giocatori cosiddetti comprimari hanno fatto la differenza: “Per quanto riguarda la zona noi la utilizziamo quasi abitualmente – prosegue Spahjia – piuttosto oggi tutti sono stati importanti e non come ad Udine dove due americani segnavano e tutti gli altri stavano a guardare. Questa è la squadra”. Ora i play off sono vicini? “Ho troppa esperienza per pronunciare la parola ‘facile’. Ogni partita è una finale, pensiamo a quella di mercoledì restando concentrati”. Uno degli eroi della vittoria è stato Mauro Morri: “Anche se uno non gioca una partita come è capitato a me con Biella questa è una squadra dove hai voglia di essere determinante la volta successiva”.


LE PAGELLE

Morri 7,5
Finalmente il giocatore di cui si era “innamorato” il G.M. Martinelli. Concreto e con la giusta determinazione. Il migliore acquisto per questo finale di stagione.

Di Giuliomaria 7,5
Come contro Biella anche a Pesaro la strada verso la vittoria la solca lui, con una presenza autorevole in attacco e in difesa, dove stoppa per ben due volte Archibald.

Arigbabu 6,5
Per uno che è tutto fuorché un attaccante segnare 7 punti in 20’ di utilizzo vuol dire comunque essere utilissimo alla causa.

Woodward 8
Se c’è da mettere il canestro della vita affidategli il pallone, e lui saprà vincere qualsiasi partita. Ci mette un po’ a carburare, ma nel finale è devastante.

Sesay 7,5
Primo tempo da 5, tanto è svagato e abulico. Secondo tempo da 9, e il mezzo voto in più è per il training autogeno cui si è sottoposto nell’intervallo.

Nikagbatse 7
Ancora una volta è lui il miglior rimbalzista della squadra, nonché il difensore fisicamente più “tosto”.

Mutombo 7,5
Segna 7 punti con 5 tiri, arpiona 6 rimbalzi e recupera 3 palloni con le sue braccia da “piovra”. E’ forse il giocatore più sottovalutato di tutta la serie A, ma a lui sembra non importare più di tanto. L’importante è vincere.
Giorgio Pomponi
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