Pubblicato oggi su IL TEMPO d’Abruzzo.

Se il Roseto Basket fosse un uomo, oggi ci farebbe una tenerezza infinita.

Padre di mille figli cresciuti ad emozioni forti, che oggi sembra non vogliano riconoscerlo, se il Roseto Basket fosse un uomo molto probabilmente sarebbe un sessantenne che dimostra qualche anno in più, che ha perso la casa e che vive di stenti, centrifugato da una modernità che non riesce né a capire né a cogliere.

Se il Roseto Basket fosse un uomo, molto probabilmente oggi starebbe mendicando ad un angolo della strada, vergognandosi di tenere la mano aperta e dissimulando la sua sconfitta – come in quel film del neorealismo – dando magari l’impressione di tenere il palmo aperto per vedere se piove.

A Roseto degli Abruzzi c’è il sole, ma l’uragano di un vergognoso fallimento sembra dietro l’angolo.

Il sindaco della città, Franco Di Bonaventura, nasconde a fatica lo scetticismo, dicendo che c’è un ulteriore incontro in serata (ieri sera, n.d.r.) per fare il punto della situazione.

Un altro incontro dovrebbe esserci questa mattina, ma se le risposte degli imprenditori non sono quelle attese e se il contante necessario alla salvezza degli Sharks non arriva, le riunioni rischiano di diventare una sorta di camera ardente per il povero, bistrattato, Roseto Basket. Il debito è enorme, dice il primo cittadino.

Dall’altra parte, Antonio Norante replica che il debito non è poi così alto né tanto diverso da quello delle altre stagioni, sempre che arrivino nel giro di qualche giorno sia il contributo regionale sia quello comunale, che allevierebbero non poco il bisogno di liquidità.

Alla Regione Abruzzo che si dice? Tommaso Ginoble, rosetano, ex cestista ed oggi assessore regionale, dice di aver parlato con l’assessore competente e che stamattina dovrebbe saperne di più circa l’erogazione.

Se i rimandi e le dilazioni dovute al moloch della burocrazia diventassero moneta sonante, il Roseto potrebbe fare l’Eurolega.

Invece tutto ristagna e l’acqua bassa sta per diventare palude. Ancora qualche giorno e poi, salvo clamorose prese di posizione di donne e uomini di buona volontà, il Roseto Basket sarà risucchiato dalle sabbie mobili del fallimento.

E sarà il fallimento di una città intera, che abbraccerà classe dirigente sportiva e politica.

Antonio Norante dice di attendere segnali da parte del sindaco – che aveva promesso di portare una nuova cordata di imprenditori – per andare dal notaio a firmare la cessione delle quote ai subentranti.

Ci saranno questi subentranti? Mai come in questi giorni la vita del Roseto Basket è appesa a un filo.

Mai come stavolta, perché stavolta i molti figli di questo malmesso sessantenne sembrano lontani, dileguati, in altre faccende affaccendati.

Se è solo l’impressione lo sapremo presto, quando magari qualcuno – con un colpo di teatro – riverserà su un tavolo il milione di euro che serve per la salvezza.

Se invece questa terribile lontananza sarà reale, rosetane e rosetani faranno bene a comprare qualche fazzoletto in più.

Non è stagione di raffreddori, ma potrebbe diventare presto stagione di lacrime.

Luca Maggitti