Pubblicato oggi su IL TEMPO d’Abruzzo.

Oggi è l’ultimo giorno utile per salvare il Roseto Basket.

Ancora qualche ora e poi tutto sarà soltanto un bel ricordo.

E questa morte annunciata e insipida non è neanche degna di un funerale: al posto delle campane, l’orario di chiusura delle banche; al posto della marcia funebre, il modulo di versamento di tasse e contributi senza il timbro di pagamento.

Se entro oggi il sodalizio cestistico non paga la gran parte dei debiti (un milione di euro circa) e non mette le carte in ordine per presentarsi domani all’Assemblea della Lega Basket, la squadra, già messa in mora da una lettera, sarà definitivamente esclusa dal prossimo campionato di Serie A.

E siccome nel basket non c’è traccia del ‘Lodo Petrucci’, Roseto dovrà cercarsi – sempre se avrà voglia di continuare a giocare a basket – un titolo di B d’Eccellenza o di B2, come da più parti si mormora.

Ed è davvero molto triste pensare che una città capace di un amore sconfinato per il basket come Roseto possa meritarsi una retrocessione che non sia sul campo, bensì dovuta ad un buco che nessuno ha saputo o voluto coprire.

A ieri, le novità sperate e attese non c’erano.

Tecnicamente, le quote societarie sono in mano ad Antonio Norante, che però fin dalla fine di maggio 2006 aveva comunicato di non avere le risorse per andare avanti, chiedendo l’aiuto delle istituzioni.

Il sindaco, Di Bonaventura, che aveva chiesto ai vecchi soci di iscrivere la squadra garantendo poi il suo intervento unito a quello delle altre istituzioni, per creare un’alternativa reale e credibile, ultimamente ha parlato pochissimo.

Presumibilmente lo farà oggi, difficilmente per dare notizie che possano significare la salvezza del Roseto Basket.

La Regione Abruzzo, che lo scorso anno (giunta di centrodestra) stanziò il contributo di 570.000 euro prima della fine della stagione, quest’anno non ha ancora liquidato il contributo.

E questa è una mazzata per una società con l’acqua alla gola. Anche il Comune, rispetto al ‘solito contributo’ di poco superiore ai 100.000 euro, quest’anno ha finora deliberato 40.000 euro.

Infine, brutte notizie anche dal tessuto imprenditoriale locale, che pare abbia risposto male all’appello delle istituzioni a stringersi intorno al Roseto Basket, per contribuire a salvarlo.

Insomma, in questo panorama in cui niente sembra dare conforto, l’unica speranza potrebbe essere una generale impennata d’orgoglio che, nella giornata odierna, renda possibile il pagamento di tasse e contributi, anche se razionalmente la cosa appare poco meno che impossibile.

La cosa terribile è che, nonostante si sappia da mesi che l’odierna proprietà non ce l’avrebbe fatta ad andare avanti, non si è lavorato ad un serio progetto alternativo, di ‘Grosse Koalition’ applicata al basket rosetano o - almeno - di scambio del titolo sportivo.

Di più: sembra che una vera e propria riunione con istituzioni, soci uscenti e soci intenzionati ad entrare non sia mai stata organizzata. Altro errore imperdonabile.

La speranza, irrazionale, è che qualcuno aiuti il Roseto Basket, che scalcia ancora mentre gli chiudono la bara addosso.

Luca Maggitti