Pubblicato oggi su IL TEMPO d’Abruzzo.

Tutto in una notte: la lunga notte del milione di euro.

A questo ha dovuto ridursi l’agonizzante Roseto Basket dopo la più incomprensibile delle crisi societarie, che pure hanno popolato gli ultimi anni di vita del sodalizio cestistico rosetano.

L’ultimo minuto dell’ultimo giorno, sperando di trovare il colpo a sorpresa, la soluzione assurda che possa salvare la piazza cestistica che il basket dell’assurdo ha brevettato.

All’ora di pranzo di mercoledì 12 luglio 2006, il Roseto Basket era dato per spacciato, morto e sepolto sotto oltre un milione di euro di debiti.

Una morte che è un assassinio con molti colpevoli, visto che la crisi societaria era risaputa e lo stato comatoso della società del Lido delle Rose noto da oltre sei mesi.

Poi, nel primo pomeriggio, un fitto intrecciarsi di telefonate – quelle della disperazione – ha prolungato l’agonia o trovato la soluzione in extremis.

Da cosa dipende? Dalla lunga notte del milione di euro, appunto. Una notte in cui, secondo rumors ovviamente non confermati, consumare l’ultimo incontro possibile, che è poi anche la prima ‘riunione unitaria’ (Roseto posto del basket dell’assurdo, ricordate?) da quando la crisi è stata urlata ai quattro venti.

Un incontro in cui, finalmente, mettere intorno ad un tavolo sia i vecchi soci, sia gli ipotetici nuovi, sia le istituzioni che hanno il preciso compito di mediare le diverse posizioni quando si parla di qualcosa di importante per la città.

E il Roseto Basket, per Roseto degli Abruzzi – piaccia o non piaccia – è una delle cose più importanti.

Soltanto oggi, dunque, sapremo se la lunga notte avrà partorito il milione di euro (cifra diventata ormai mitico animale da bestiario) oppure se la montagna di parole avrà ancora una volta partorito il nulla, che in questo caso diventerebbe il topolino dell’ignobile fallimento.

Un fallimento che consentirebbe di completare la lapide che ieri sembrava pronta, quella sulla quale c’è scritto Roseto Basket e poi la data di nascita (affiliazione Fip) e cioè 1946 e quella di morte, che potrebbe essere 2006 e cioè l’anno del sessantesimo compleanno di una delle espressioni più belle dell’intero sport abruzzese.

Per evitare una morte che sembra ampiamente annunciata, la lunga notte dovrà aver partorito il milione di euro, da versare, stamattina prestissimo, in banca pagando tasse, contributi e altro.

Con le ricevute ancora fresche di timbro di quietanza e la fidejussione in ordine, poi, il legale rappresentante del Roseto Basket (Antonio Norante) dovrà arrivare il più velocemente possibile a Bologna – magari accompagnato dal sindaco di Roseto, Di Bonaventura, e dal bravo commercialista Di Lello – in tempo utile per presentare all’Assemblea della Lega Basket, riunita all’Hotel Carlton della città petroniana, i preziosi documenti attestanti il miracolo-resurrezione.

In caso contrario, e cioè se la notte non avrà portato né consiglio né il milione di euro, il Roseto Basket sarà messo alla porta dalla Lega Basket, la sua iscrizione al prossimo campionato di Serie A rifiutata e la città di Roseto degli Abruzzi dovrà cercare un titolo sportivo di una categoria minore (nei giorni scorsi si parlava di una Serie B2) per ricominciare la propria avventura sportiva.

Sembra assurdo, perché con l’apporto di tutti la chiusura del Roseto Basket potrebbe essere evitabile, eppure mai come questa volta la fine del glorioso sodalizio cestistico rosetano è vicina.

Dopo la notte, il sole chiarirà tutto e si saprà se il Roseto parteciperà al suo settimo campionato consecutivo di Serie A, il nono consecutivo fra i professionisti, oppure se bisognerà celebrare il più triste dei funerali.

Luca Maggitti