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MOUNTAIN MIKE
TRIS DI MARTINELLI…
Michele Martinelli nelle sue tre vite cestistiche rosetane.


Un articolo di Franco Montorro, direttore di Superbasket, su Michele Martinelli.

Bologna
Mercoledì, 18 Ottobre 2006 - Ore 19:15

Pubblicato su Superbasket 42/2006.

Michele Martinelli: dopo il ciclo chiuso a Roseto, la scalata alla Fortitudo anche contro il muro dello scetticismo. Il surplace per Repesa, lo scatto per Bluthenthal, provocato da Sabatini. E la trattativa in “salita” per Belinelli.

Avvertenza per l’uso: quelle che seguono sono alcune delle risposte date da Michele Martinelli, presidente della Fortitudo Bologna, ai soci dell’Associazione “Pensare Basket” che lo hanno invitato alla consueta riunione mensile.

Non importano le domande, tanto chiare sono state le risposte di Michele Martinelli, riordinate a formare un monologo in realtà provocato dalle domande dei presenti (giornalisti compresi).

“Ho avuto il primo contatto con la Fortitudo il 16 giugno, l’accordo è arrivato il 21... Una delle mie prime azioni è stata quella di stipulare un patto forte con i tifosi e con gli investitori, dando loro ragioni valide di investimento nella Fortitudo.

Poi ho voluto razionalizzare i prezzi del palasport: 129 tariffe diverse generavano confusione, così come i settori in cui è diviso il Paladozza, che ho ridotto da 14 a 6. Anche l’omaggistica ha subito un taglio, perché se siamo arrivati a quota 3.700 tessere contro le 4.500 dell’anno scorso è un successo, visto che non ci sono più 1.200 abbonamenti omaggio o ridotti.

Sarò più antipatico, ma almeno ci sono tifosi che da quest’anno non si sentiranno né delegittimati né fessi...

Non sarò mai Seragnoli, che nei suoi 13 anni di Fortitudo ha speso in media un miliardo di lire al mese, vorrei che il mio slogan a Bologna fosse “ragione e passione” e mi prendo un trimestre per stilare un primo bilancio...

La Fortitudo era una corte rinascimentale per mantenere la quale si accumulavano migliaia di euro di perdita annuale. Oltre ai giocatori c’era una trentina di dipendenti, alcuni dei quali facevano fatica a spiegare quale fosse il loro compito. Diciamo che ho risparmiato subito, con i tagli, almeno 350.000-400.000 euro...

La gestione del palasport è un onere terribile e la Fortitudo aveva speso circa 15 miliardi di lire per mettere a norma un impianto di cui poi ha sostenuto i costi senza averne la proprietà...

I costi spropositati nel basket sono causa di quei dirigenti mandarini, non proprietari, che hanno tutto l±interesse ad aumentare il valore dei contratti e a gestire bilanci da 10 anziché da 3 e non credo di dover spiegare il perché...

Anche il pavimento salariale, il minimo di investimento, è stato inventato dagli stessi per dare una parvenza di competitività e non far nascere nei proprietari il sospetto che se la tua squadra che costa 10 perde da quella che ne vale 3 è come se per colpa di un manager nel pugilato un peso massimo le prende da un piuma...

Una volta un dirigente della Fortitudo, quando io ero a Roseto, tuonò contro il nero e contro i contratti di immagine. Ma come, dissi io, se tutti i miei contratti di immagine valgono meno della metà di quello che voi avete riconosciuto a Fucka...

Mi chiedono sempre di Rauf a Roseto: ma fu una scommessa necessaria. Chi è povero, sporco e bagnato, rischia. Spahija mi disse che era un rischio e io risposi che sì, era un rischio perché nessuno lo aveva voluto, perché noi non eravamo quelli che erano obbligati alle certezze... La carriera di Rauf aveva avuto una crisi, io lo ricordo come il giocatore più straordinario che ho avuto perché faceva cose così semplici da farti credere che anche tu le potevi fare...

Quando ho deciso di occuparmi anche di questioni tecniche e di mercato? Quando a proposito di un giocatore da prendere il mio allenatore mi ha detto che non sapeva e che doveva dormirci sopra. Allora ho pensato che potevo scegliere anche io...

Nel caso Sheppard ho imparato come in Italia le norme sportive possano essere più importanti di quelle dello Stato...

Allenatore: ho avuto un contatto con Pillastrini, nessuno con Caja che già conoscevo. Di Frates avevo opinioni scostanti, mi ha convinto quando a Porto San Giorgio era venuto a chiedermi informazioni su Flores e l±ho potuto conoscere meglio...

Nel mercato della Fortitudo Evtimov, Thomas e Shumpert sono stati i primi tasselli. Edney anche, ma prima di annunciarlo doveva transare con il suo club. In quanto a Bluthenthal ho deciso di prenderlo dopo che Sabatini mi aveva fatto i conti in tasca: grazie dello stimolo, insomma...

Belinelli: ero curioso di vedere fin dove sarebbero arrivati, a Roma, e forse avessero agito diversamente lo avrebbero avuto. Già ero un po’ così per Repesa, uno di quelli che vanno dove gli impresari sono generosi e che andava dicendo che noi non lo volevamo tenere. Noi dicevamo il contrario e lui si indispettiva e iniziava un processo di convincimento nei confronti di Belinelli. Che incontro nel raduno della Nazionale a Porto San Giorgio e che trovo convinto di voler andare a Roma. Nel frattempo mi arriva una presunta ‘riservata personale’ via fax con un offerta di 750.000 euro valida per una settimana. Riservata? Via fax? Ribatto chiedendo 1 milione, Toti mi telefona e dice di volerne parlare. Scendo a Roma, fanno altre offerte, arrivano a 2 milioni ma io mi sono già stufato e rifiuto. Li avessero offerti subito, avrei accettato. Ma i romani sono sfrontati, lo so bene io, che sono appunto romano...”.
Franco Montorro
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