COACH Antimo Di Biase.
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Intervista ad Antimo Di Biase, coach del Roseto Sharks capoclassifica.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 21 Dicembre 2009 - Ore 16:00
Dopo l’amara sconfitta, nell’ultimo impegno del 2009, subita dagli Sharks sul campo dei ragazzi della Fortitudo Teramo, abbiamo fatto due chiacchiere con Antimo Di Biase. In questa intervista il coach rosetano ci parla della sua idea sul progetto Sharks, ribadendone in più riprese l'importanza, e ci traccia un primo bilancio sulla stagione dei biancoazzurri ad una giornata dal termine del girone d’andata, che vedrà il suo ultimo atto alla ripresa dopo la pausa natalizia, con il big match casalingo contro Atri. Di Biase non risparmia, però, qualche piccolo richiamo alla squadra rea, a suo modo di vedere, di non scendere sempre in campo con la dovuta concentrazione ed orgoglio e di non esprimere, se non a tratti, il potenziale enorme che ha.
Dopo diversi anni difficili per la pallacanestro rosetana si prova, per l’ennesima volta, a ripartire e lei è stato chiamato a guidare questo progetto di rinascita. Ci parli di come è nato e di come si è concretizzato.
“Questo progetto è nato da gente con grande passione, che vuole riportare in alto il basket a Roseto. La squadra è stata costruita praticamente in una settimana, che definirei di passione, per poter iniziare il campionato, ma che poi è stata quasi stravolta, con l’innesto di giocatori di altissimo spessore e di ben altre categorie. Per me è una grossa soddisfazione allenare gente del calibro di Porzingis, Marcario ed Angeli, che vantano un passato importante in serie A non solo in Italia, così come giocatori dalla importante carriera tra B1 e B2 come Marco Verrigni ed anche il gruppo di giovani ragazzi rosetani, chiamati a far parte di questo progetto. E’ normale che tutti, sentendo il nome degli Sharks, i proclami e le ambizioni pensino che siamo un carro armato e che entriamo in campo per distruggere tutto. Ma carro armato bisogna diventarlo con i fatti e per far ciò c’è bisogno che tutti diano le stesse cose, con le stesse motivazioni di quando giocavano in campionati superiori, altrimenti si arriva alla presunzione, che è un grosso limite per le prestazioni. E’ chiaro che durante il progetto ci siano alti e bassi, ma bisogna lavorarci con la stessa motivazione e lo stesso orgoglio fin dalle fondamenta. Bisogna essere bravi a condividere la gioia di far parte di questo importante progetto in una piazza storica come Roseto, costruendo insieme per arrivare all’obiettivo. Se non ci sono queste ambizioni comuni, questo diventa solo una passerella per confezionare statistiche. C’è bisogno di lavorare con pazienza, facendo fronte agli inevitabili inconvenienti che ci sono durante una stagione, tipo infortuni o periodi di scarsa condizione, ma non bisogna assolutamente trovare ogni volta giustificazioni. L’orgoglio di far parte di questo progetto deve venire dal fatto che a Roseto, serie A o C2 che sia, la gente al palazzetto viene e vuole vedere giocare tutti con lo stesso impegno e determinazione indipendentemente dalla forza o la modestia dell’avversaria di turno. La mia convinzione è che in questa squadra c’è bisogno più di un lavoro psicologico che di quello tecnico, ma c’è bisogno della volontà comune di tutti. I più giovani devono sfruttare questa occasione nel modo migliore. E’ vero che in altre squadre troverebbero maggiore spazio ma loro sono stati presi in funzionalità della futuribilità di questo progetto.”
Siamo praticamente alla fine del girone d’andata. Sei soddisfatto, indipendentemente dalla posizione di classifica, del rendimento fin qui avuto dalla squadra?
“Per certi versi sono soddisfatto, ma per certi versi no. A volte, dopo le vittorie, rientriamo negli spogliatoi dicendoci che avremmo potuto giocare meglio. E questo mi dispiace, perché abbiamo anche il diritto ed il dovere di accontentare il pubblico che ci viene a vedere, offrendogli uno spettacolo degno della squadra che abbiamo. Ripeto che bisogna essere orgogliosi di far parte di questo progetto, per cercare di riportare alla svelta una piazza storica come Roseto in alto e dobbiamo dare tutto ogni partita. La squadra comunque la vedo migliorarsi giorno dopo giorno in allenamento, ma purtroppo non ancora riesce a compattarsi a livello mentale, nel senso che quando, per infortuni od acciacchi vari, mancano uno o due elementi, c’è chi riesce a non farci caso e ad allenarsi normalmente, mentre c’è qualcun altro, specialmente i più giovani, che si demoralizza e non mette la stessa voglia ed intensità. C’è bisogno di una sferzata generale per far entrare definitivamente tutti nello stesso ordine di idee e di raggiungere i nostri obiettivi nel modo migliore.”
Dopo la sconfitta all’esordio di San Vito, giunta però in formazione largamente rimaneggiata, sono arrivate dodici vittorie consecutive, ma l’ultimo impegno pre-natalizio è stato amaro per gli Sharks. Cosa vuoi dirci su questa partita?
“Sabato sera siamo stati battuti principalmente dall’orgoglio di questi giovani ragazzi, che volevano dimostrare di potersela giocare contro gente di categoria superiore e di una certa esperienza. Noi non siamo stati lucidi a capirlo, non riuscendo a dare quella intensità supplementare e peccando anche un po’ di presunzione. E questo mi dispiace molto, perché non ho visto quella voglia di mordere e di essere aggressivi che in queste partite, ma in generale in questo campionato, non deve mai venir meno. Escludendo la prima, che fa poco testo, abbiamo disputato la nostra peggior partita dell’anno, ma abbiamo perso solo di quattro punti, subendone però 101, frutto della poca concentrazione che avevamo. C’era bisogno che, arrivati ad un certo punto della partita, la squadra tirasse fuori l’orgoglio al cospetto dei loro giovani avversari. Molti pensano che chiunque possa allenare questa squadra in questa categoria, ma non è così facile come possa sembrare. Tecnicamente i ragazzi hanno poco da imparare ed il lavoro consiste principalmente sul campo psicologico, nel cercare di far calare tutti in una realtà nuova per la maggior parte di loro. Ed è per questo che, torno a ripetere, c’è bisogno che loro stessi ci mettano orgoglio e determinazione, queste sono qualità che non si possono insegnare, che devi avere dentro, senza trovare ogni volta giustificazioni. Si può uscire anche sconfitti per carità, ci sono anche gli avversari ed il pareggio, nel basket, non è previsto, ma bisogna uscire dal campo consci di aver dato tutto quello che si poteva e di non avere rimpianti.”
Dopo la partita di sabato sera la squadra osserverà qualche giorno di riposo in vista della pausa natalizia, con i giocatori non rosetani rientrati nelle loro rispettive città per trascorrere le vacanze con le famiglie. La ripresa degli allenamenti è prevista per lunedì 28 Dicembre.
Davide Di Sante
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