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Affrontare per tempo il dramma degli incendi e mettere in campo una strategia efficace.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 05 Agosto 2007 - Ore 21:00
Riceviamo da WWF Abruzzo e pubblichiamo.
Comunicato stampa del 2 agosto 2007
Dopo gli incendi dei giorni scorsi è arrivata per l’Abruzzo la proclamazione dello stato di emergenza per gli incendi. Lo Stato destinerà i soldi del contribuente per riparare ai danni di veri e propri criminali che quest’anno hanno sulla coscienza oltre a migliaia di ettari distrutti dal fuoco anche delle vite umane, ad iniziare da quella del pilota del Canadair precipitato sui Monti di Acciano.
L’esperienza insegna che i soldi arrivati dopo gli incendi non migliorano la situazione.
I soldi vanno stanziati e spesi prima, per evitare che gli incendi si propaghino, piuttosto che metterli a disposizione dopo che un territorio è stato distrutto.
La prevenzione è l’unica arma veramente efficace per prevenire incendi: la Regione – così come prevede la legge del 2000 sugli incendi – deve dotarsi di un “Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi” che per le aree naturali protette deve essere concordato con gli enti di gestione.
Le cose da fare le sanno tutti, ma a volte manca la volontà di farle:
ž individuare le aree a rischio da monitorare con punti di avvistamento permanenti nel periodo degli incendi;
ž potenziare il sistema di intervento in particolare attraverso la creazione di pattuglie mobili di presidio con attrezzature e materiali per il pronto intervento sul fuoco, in contatto radio diretto con i diversi punti di avvistamento e la centrale operativa;
ž creare invasi d’acqua (così da permettere ai mezzi di rifornirsi rapidamente) e viali parafuoco;
ž chiudere al traffico dei non residenti le strade che attraversano le zone forestali più vulnerabili;
ž adattare le condutture degli acquedotti dotandole di bocchette per l’allaccio degli idranti;
ž rafforzare le campagne di sensibilizzazione sui rischi degli incendi boschivi e di informazione sulle sanzioni penali.
Ma la cosa più importante da fare è applicare la norma della legge n. 353 del 2000 che impedisce per almeno 10 anni qualsiasi utilizzo delle aree percorse da incendi: nelle aree bruciate, infatti, la legge impedisce che si costruisca, che si vada a caccia, che si eserciti il pascolo e persino che si intervenga con opere di ripiantumazione (a meno di espresse autorizzazioni del Ministero dell’Ambiente o della Regione, per motivi di carattere ambientale).
Per fare ciò è però necessario che le Amministrazioni Comunali provvedano alla mappatura dei terreni percorsi dagli incendi. Ma purtroppo questo non avviene, rendendo così inefficace la legge e consentendo a speculatori, pastori e bracconieri di avvantaggiarsi dei loro comportamenti criminosi.
Il WWF sollecita le Amministrazioni comunali a provvedere a mappare i terreni percorsi dagli incendi e denuncerà quanti non ottempereranno agli obblighi previsti dalla legge.
Alla Regione si chiede di intervenire in sostituzione dei Comuni inadempienti e di non destinare fondi a quei Comuni che non hanno provveduto a mappare le aree bruciate dagli incendi degli scorsi anni. In particolare si chiede anche che per le aree percorse dal fuoco non vengano concessi gli aiuti comunitari a favore degli allevatori che vi conducevano il bestiame al pascolo.
Alle Province ed agli Ambiti Territoriali di Caccia si chiede di provvedere ad identificare e segnalare le aree dove per legge non è ammesso l’esercizio venatorio.
Ai cacciatori si chiede di rinunciare ad esercitare la caccia anche nelle aree immediatamente contigue a quelle incendiate e di non iniziare l’attività venatoria prima dell’autunno o comunque della fine della lunga siccità estiva che insieme agli incendi ha debilitato gli animali selvatici.
Dante Caserta
Presidente regionale
ROSETO.com
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