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Serie A – Banca Tercas Teramo
BRUNO CERELLA: PREFERISCO RIDERE.
Bruno Cerella.
[Massimo Corona]


Intervista a Bruno Cerella, che parla del suo ginocchio operato, dell’Africa, del Teramo Basket e del perché è meglio ridere. Sempre.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 25 Maggio 2012 - Ore 17:45

Bruno, purtroppo ci tocca iniziare dal tuo ginocchio. Come va?
«Il ginocchio adesso sta bene, ma la cosa più importante è che sto bene anche io. Sono sereno e con tanta voglia di mettermi a lavorare duro per rientrare. Questa sarà un’altra grandissima prova di forza mentale e determinazione».
 
Sappiamo che il giorno dopo il tuo infortunio a Milano, avresti dovuto ricevere una proposta triennale da Siena. Quella proposta c'è stata?
«La verità è che di proposte concrete non ce ne sono mai state, ma è vero che erano interessati e questo fa sempre piacere. Un sogno per me, che 8 anni fa sono arrivato a Massafra in Serie C2 e oggi sono seguito da una delle migliori squadre europee. Mi dà tanti stimoli per continuare a lavorare sulle strada giusta, che è quella che fino ad ora ha sempre pagato, regalandomi grandi emozioni».
 
Sei un uomo ottimista e sensibile, prima che un atleta generoso. E sei abituato a vedere il mondo nella sua interezza. Questo ti sta aiutando ad accettare l'infortunio, prendendolo con filosofia?
«Ti rispondo con una frase che mi piace e può far capire il mio modo di vedere la vita: “Preferisco ridere, anziché piangermi addosso. Magari il mio sorriso migliora la giornata a qualcuno. Preferisco ridere, perchè anche quando tutto va male cerco il lato positivo. Rido, perché ridere allunga la vita. Rido, perchè la vita si vive molto meglio sorridendo”».
 
Quanto temi per la tua carriera, nonostante il tuo pensare sempre positivo?
«A dire la verità, ho temuto un po’ quando sono entrato in sala operatoria, ma dopo è andato tutto per il verso giusto. Adesso sono sereno, felice e con tanta voglia di rimettermi in discussione, con l’obiettivo di diventare un giocatore più forte anche del punto di vista mentale».
 
L'infortunio – inteso come riabilitazione – non ti permetterà di andare in Africa per il secondo anno di seguito con il tuo progetto Slum Dunk. Il progetto andrà avanti lo stesso?
«Il progetto andrà avanti lo stesso. Tommaso Marino e Michele Carrea andranno in Kenya insieme, a giugno. Probabilmente, anche io andrò 2 o 3 giorni a trovare i miei ragazzi. Perché perdere 4 giorni di riabilitazione non mi cambia la vita, mentre ritrovare i miei amici kenyani e poter passare del tempo prezioso con loro, sicuramente è qualcosa che mi riempirà di gioia e darà la forza per andare avanti con ancora più determinazione. C’è qualcosa, a Nairobi, che non può essere ormai altro che… una parte della mia vita».
 
Capitolo Teramo Basket. Non sono giorni buoni e il futuro del basket in città sembra appeso a un filo. Qual è il tuo pensiero in merito?
«Non sono uno che sta in mezzo a queste cose. Di sicuro mi interesso, perché ci sono i nostri contratti che devono essere rispettati, ma la situazione non è buona per niente. Purtroppo, si sta pagando la mala gestione degli “anni d’oro” della pallacanestro a Teramo. Mi dispiace che, essendoci una persona onesta davanti a tutto questo, le cose debbano andare in questo modo. Comunque, la speranza è l’ultima a morire».
 
Hai giocato un fantastico campionato. Il merito è certamente tuo, ma chi devi ringraziare, oltre  te stesso, per i risultati ottenuti?
«Penso che la persona che più ha creduto in me è stato Alessandro Ramagli, quindi ringrazio lui per primo, che mi ha dato la possibilità e mi ha messo in condizione di poter esprimere la mia pallacanestro. Poi ringrazio la persona che accompagna la mia vita e mi fa vivere tranquillo e sereno: la mia ragazza».
 
Dove sarà il futuro del giocatore di basket Bruno Cerella?
«Adesso posso soltanto dire che lavorerò duro per rientrare in campo, ma non so in quale campo (sorriso finale, n.d.r.)».
 
 
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Luca Maggitti
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