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Solidarietà e Beneficenza
VALERIA PILOLLI: LA ‘FISIOTERAPISTA DI TIME OUT’.
Valeria Pilolli.
[Cristian Palmieri]


Valeria Pilolli e Gabri Di Bonaventura.
[Cristian Palmieri]


Intervista alla fisioterapista di L’Aquila per la Vita, pagata fino a tutto il 2012 grazie al libro TIME OUT di Gabri Di Bonaventura. L’obiettivo della cena di venerdì 14 dicembre, organizzata da Abruzzo Amore, è il suo contratto 2013.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 10 Dicembre 2012 - Ore 17:45

Nel 2010, grazie a Gabri Di Bonaventura, lanciai il progetto “TIME OUT”: libro di basket, musica e cinema scritto dal coach e finalizzato a finanziare, con i ricavi delle vendite, il contratto di Valeria Pilolli, fisioterapista che da 2 anni arricchisce e rinforza la squadra di L’Aquila per la Vita (www.sctf.it), onlus che si occupa della cura a domicilio dei malati di cancro.
Il progetto è andato benissimo. Due edizioni del libro, 1.925 copie vendute e 19.600 Euro interamente devoluti a L’Aquila per la Vita, che così ha potuto contrattualizzare Valeria Pilolli, garantendole lo stipendio per gli anni 2011 e 2012.
In vista della scadenza del contratto, un’altra onlus – Abruzzo Amore – ha raccolto il testimone da Gabri Di Bonaventura, organizzando una cena di beneficenza al ristorante Il Focolare di Bacco di Roseto degli Abruzzi, venerdì 14 dicembre 2012. Il ricavato della cena, detratte le spese, sarà devoluto a L’Aquila per la Vita per proseguire a finanziare il contratto di Valeria Pilolli, permettendo così alla onlus aquilana di continuare a mantenere oncologi, psicologi, fisioterapisti grazie alle donazioni di privati, senza attingere a fondi pubblici.
Un bell’esempio di solidarietà vera e concreta.
Per conoscere meglio Valeria Pilolli e il suo lavoro in seno a L’Aquila per la Vita e per fare una sorta di “rapporto finale” del progetto “TIME OUT”, ho realizzato interviste ai protagonisti del progetto stesso.
Inizio oggi, lunedì, dalla fisioterapista Valeria Pilolli, continuo martedì con gli oncologi Giampiero Porzio e Federica Aielli, concludo mercoledì con l’autore del libro, Gabri Di Bonaventura.
 
Valeria Pilolli, quanti anni hai e come mai hai scelto di fare la fisioterapista nella vita?
«Ho 23 anni. Ho scelto questa professione in quanto innamorata in generale della medicina e più specificatamente del potere che questa ha di  aiutare il Paziente durante l'intero decorso della malattia. La riabilitazione per me raffigura al massimo la possibilità di occuparmi
della patologia modificandone lo svolgimento, seguendo il Paziente giorno per
giorno e utilizzando la conoscenza non solo come fine, ma anche come mezzo affinché il malato possa migliorare».
 
Raccontaci, dal tuo punto di vista, com’è stato entrare nella squadra di L'Aquila per la Vita...
«L’ingresso nella squadra di L’Aquila per la Vita è stato tanto entusiasmante quanto complesso, a causa della particolare tipologia dei Pazienti trattati. Inoltre, essendo questo il mio primo lavoro, la responsabilità per me è stata doppia. Però, aiutata anche dalla mia  “incoscienza” e dalla mia caparbietà, sono riuscita a distanza di quasi 2 anni ad ottenere gli obiettivi riabilitativi da me prefissati e creare una forte intesa non solo con i miei colleghi, ma anche e soprattutto con i Pazienti seguiti».
 
Qual è il tuo lavoro nell'ambito delle visite di L'Aquila per la Vita? Raccontaci una tua giornata lavorativa tipo...
«Io mi occupo esclusivamente di malati oncologici con metastasi cerebrali. Lo scopo del mio intervento riabilitativo è guidare il Paziente verso la riacquisizione della capacità di assegnare senso al mondo attraverso la modificazione del corpo. Per ottenere ciò bisogna ricorrere ad adeguati processi cognitivi che permettano non solo di individuare modalità e strategie più
economiche e funzionali di interazione, ma che ridiano anche plasticità alle funzioni deficitarie. Nel caso dei Pazienti oncologici tutto questo può avvenire solo attraverso una diminuzione della sensazione dolorifica, ottenuta la quale è possibile aumentare l'autonomia del paziente migliorandone la qualità di vita. Il mio lavoro con l'associazione si effettua 3 giorni a settimana: Lunedì, Mercoledì e Venerdì. L’appuntamento è alle 8 presso l'Ospedale dell'Aquila, dove tutta la squadra si riunisce per un aggiornamento riguardo il programma delle visite e le ultime indicazioni terapeutiche dei pazienti. Da quel momento inizia la mia giornata lavorativa, che prosegue con le visite domiciliari, programmate in base alla zona di residenza dei pazienti stessi».

Quanto è difficile il tuo lavoro, soprattutto a livello psicologico, seguendo malati oncologici che ti accolgono nelle loro case?
«Il lavoro è particolare soprattutto a livello psicologico, in quanto l'intervento riabilitativo è specifico per malati oncologici e avviene domiciliarmente. Questo comporta l'instaurazione di
rapporti non solo lavorativi, ma anche e soprattutto umani con i Pazienti. Questo per me è un punto di forza, poiché rappresenta la possibilità di seguire costantemente i malati, dando un supporto non solo professionale, ma anche personale. Questo è ciò che maggiormente aiuta questa tipologia di malati ed è il motivo della creazione di L’Aquila per la Vita».
 
Cosa ti sta dando, umanamente, questo lavoro?
«In questi quasi due anni mi sento arricchita non solo da un punto di vista professionale (sto
lavorando ad uno studio sull'efficacia di metodiche neurocognitive per diminuire il dolore), ma soprattutto da un punto di vista umano. Stare a contatto con persone cosi speciali mi fa quotidianamente capire quante piccole cose si perdono durante il giorno perchè troppo occupati nella routine quotidiana. A volte basta solo un sorriso per dare senso ad una giornata!».

Se dovessi dire a qualcuno che non conosce l'associazione cosa fa L'Aquila per la Vita, cosa diresti?
«Descriverei L’Aquila per la Vita come un gruppo di professionisti pronti a sostenere e accompagnare il malato in tutto il decorso della malattia, offrendo non solo la loro conoscenza, ma soprattutto la loro umanità alla persona coinvolta e dando il massimo delle loro potenzialità
per aiutarla. La descriverei quindi come una forza vitale per i malati oncologici».
 
I tuoi 3 ricordi più belli del Progetto TIME OUT?
«Il primo è l’incontro con i miei “compagni di squadra” di L’Aquila per la Vita. Il secondo è la prima visita domiciliare. Il terzo è la conoscenza di Gabri Di Bonaventura, l'autore del libro che mi ha cambiato la vita».
 
 
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Solidarietà e Beneficenza
ABRUZZO AMORE A NATALE PER L’AQUILA PER LA VITA
Cena di beneficenza venerdì 14 dicembre al Focolare di Bacco, per sostenere una Onlus che combatte ogni giorno contro il cancro.
 
Luca Maggitti
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