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Mancanze.
TOMMASO DI FEBO, INNAMORATO DEL ROSETO BASKET.
Il compianto Tommaso Di Febo, fotografato in crociera, durante un momento felice.

Il ricordo della moglie. La sottoscrizione per il Roseto Basket è, da oggi, intitolata alla memoria di Tommaso.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 07 Settembre 2004 - Ore 10:00

Ciao Luca,

chi ti scrive è colei che ha vissuto con Tommaso ventidue anni della propria vita e che più di ogni altro conosceva profondamente la sua anima.

L’ho incontrato che avevo solo 17 anni (lui ne aveva 19) e fin dal primo momento ho capito che sarebbe stato l’uomo della mia vita.

Sono cresciuta condividendo tutto insieme a lui, ma “dividendolo” con la sua grande passione per lo sport: il calcio, suo primo grande amore – era stato portiere del Pineto – che gli aveva fatto affrontare qualche anno fa un importante intervento al ginocchio solo con lo scopo di continuare a giocare anche se solo a livello amatoriale; la montagna – si era iscritto al CAI e aveva affrontato anche vette importanti insieme ai suoi vecchi amici di Pineto e al caro Don Guido; la corsa - spesso in solitudine, per riflettere e scaricare le tensioni di una giornata di lavoro, ma talvolta anche in gare podistiche amatoriali; il basket - nelle partitelle estive giocate sul campetto di cemento del Lido “La Vela”.

C’era poi quella che tu hai definito la sua passionaccia per il Roseto basket, innaturale per un Pinetese che ormai era però diventato un Rosetano a tutti gli effetti.

Ho cominciato questa lettera presentandomi come una profonda conoscitrice della sua anima, eppure anch’io sono rimasta attonita quando, aprendo con emozione la sua valigetta per ritrovarlo fra le sue “carte”, ho scoperto quanto fosse grande questa passione: mi sono ritrovata fra le mani un elenco di aziende locali che, grazie alle sue conoscenze di lavoro, aveva contattato o che aveva intenzione di contattare perché la nostra squadra potesse avere uno sponsor - fra queste persino la Del Giudice che lui conosceva personalmente per aver lavorato cinque anni a Termoli.

Si era inoltre documentato sulle diverse figure di sponsor e sulla suddivisione dei prodotti pubblicitari fra essi.

Ho trovato infine una serie di fogli scritti a mano, brutte copie delle E-mail che regolarmente inviava al forum firmandosi TM-TRIS.

Tante volte durante la giornata si rifugiava nel nostro studio e io lo vedevo scrivere al computer, ma non sbirciavo quasi per non spezzare quella sorta di incantesimo che lo teneva incollato lì e che lo aveva persino in vacanza distolto da tutti gli intrattenimenti che una nave da crociera può offrire.

Tante volte poi “scompariva”, irraggiungibile anche al cellulare, per rifugiarsi al Palazzetto dello Sport o in qualche conferenza stampa. La sera poi regolarmente vedeva basket in TV, spesso da qualche videocassetta registrata: si era creato, infatti, un archivio incredibilmente vasto di tutte le partite del Roseto.

C’erano poi, naturalmente, le partite di campionato al palazzetto, rigorosamente in curva e con la sciarpa biancazzurra al collo lasciando me in gradinata. Ricordo quando in occasione del derby è all’improvviso scomparso dal suo posto abituale e al telefono mi ha rassicurato dicendomi che aveva preferito continuare a vedere la partita in TV. Ho scoperto, poi, che lo aveva fatto per motivi scaramantici: aveva infatti incontrato all’ingresso qualcuno che avrebbe preferito evitare prima di una partita.

Infine le trasferte, tutte quelle raggiungibili in un paio d’ore di macchina, anche quelle infrasettimanali, fuggendo trafelato dall’ufficio insieme a colui che era diventato sempre più negli ultimi tempi un amico fraterno per tante affinità e per gli stessi interessi sportivi.

Ancora mi torna in mente un ricordo di quando al Casello di Porto S. Giorgio ha chiamato la stradale perché intervenisse a snellire l’ingorgo creatosi all’uscita, nel timore di non arrivare in tempo per il fischio d’inizio.

Ho deciso di scrivere questa lettera nell’istante stesso in cui ho letto la tua di saluto a Tommaso, per rivelare tanti aspetti della sua personalità a molti sconosciuti proprio per quella riservatezza e modestia che lo contraddistinguevano.

Ma è stato soprattutto il grande amore per lui a guidare la mia mano, un amore che nel tempo rimarrà indissolubile, energia vitale che mi aiuterà a crescere i nostri figli.

Leonarda Pitassi
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