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Roseto Basket Story
KAREEM ABDUL-JABBAR SQUALO AD HONOREM!
Pescara, 11 marzo 2017. Il Roseto Sharks consegna la canottiera numero 33 a Kareem Abdul-Jabbar. E quell’onda sembra proprio la parabola del suo gancio cielo…
[Mimmo Cusano]


L’articolo pubblicato sul MESSAGGERO Abruzzo mercoledì 15 marzo 2017.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 16 Marzo 2017 - Ore 19:30

A volte i sogni diventano realtà.

Come quello di consegnare la maglia del Roseto Sharks a Kareem Abdul-Jabbar, capocannoniere della NBA con 38.387 punti e vincitore di 6 titoli, oltre a 50 fra premi e riconoscimenti personali.

Abbiamo chiesto un pensiero ai fortunati immortalati nella foto di Mimmo Cusano.

Comincia Capitan Robert Fultz: «Un incontro affascinante, con un campione che ha fatto tanto per la comunità e il sociale. È stato molto bello sentirlo parlare di persona, soprattutto su ciò che possiamo fare nel post carriera».

L’altro play, Andrea Piazza, commenta: «È stata un’emozione unica. In particolare mi hanno colpito le sue parole in riferimento alla fiducia in se stessi e su come il duro lavoro, l'umiltà e l’essere professionali prima o poi pagheranno. Ringrazio Roseto per avermi dato questa grande opportunità e per aver sentito dal vivo un personaggio come lui».

Raggiante anche il fromboliere Nicola Mei: «Una grande emozione stringergli la mano e poterci scattare una foto insieme, oltretutto per me che sono da sempre un tifoso dei Lakers. Bellissimo quello di cui ha parlato: non si è limitato ad essere un campione a livello sportivo, ma anche sotto l’aspetto umano e portando avanti molteplici progetti».

Chiosa Riccardo Casagrande: «È stata un’emozione unica, sportivamente e umanamente. Mi ha lasciato tanto, perché è un uomo di estrema sensibilità e ha una visione a 360 gradi del mondo».

Il veterano Giovanni Fattori osserva: «Essere al cospetto di uno sportivo così illustre è stato emozionante, e mi ha confermato l’idea che un campione del genere ha grandi valori e attributi. Un esempio per tutti».

Il giovane Todor Radonjic riflette: «Jabbar è una persona di grandissima umiltà e disponibilità, qualità che lo rendono ancora più speciale, oltre alle mirabili cose fatte sul parquet».

Il team manager Stefano Blois nota: «Non sempre essere uno sportivo di altissimo livello significa essere una persona di altrettanto spessore. Nel caso di Jabbar la sua umiltà, la sua cultura e ciò che riesce a trasmettere a livello umano sono forse ancor più impressionanti di quello che è stato il suo incredibile passato di giocatore».

Il giovanissimo Eraldo Nikoci ha dichiarato: «Jabbar è uno dei miei modelli di riferimento e avevo visto tantissimi suoi video: parlarci a un centimetro di distanza mi ha fatto un effetto tanto strano quanto bello».

Chiude la carrellata dei ricordi Brandon Sherrod: «Jabbar rappresenta un perfetto esempio di forza, potenza, perseveranza e dedizione. La sua vita non è stata solo dedicata alla pallacanestro, ma anche a cultura e integrità: sono contento di aver potuto ascoltare alcune delle sue storie».

Luca Maggitti
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