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Arte
20 OPERE DI BRUNO ZENOBIO IN MOSTRA A CHARTRES
Bruno Zenobio all’opera.
[Marco Calvarese]


La copertina della brochure della biennale di Chartres.

La parte della brochure dedicata alla mostra delle opere di Bruno Zenobio.

Il maestro rosetano fra gli ospiti d’onore della biennale francese che ospiterà 150 artisti. Mostra aperta dal 3 ottobre al 15 novembre, vernissage 17 ottobre, alla presenza dell’artista.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 13 Settembre 2020 - Ore 16:15

Bruno Zenobio, artista rosetano di radici atriane, famoso nel mondo grazie ai suoi mosaici, parteciperà alla 13^ edizione degli “Incontri Internazionali del Mosaico”, manifestazione biennale che si svolgerà a Chartres, in Francia, dal 17 ottobre al 8 novembre 2020.

L’ennesimo riconoscimento per il 79enne maestro, autore fra le molte altre cose dei mosaici della Chiesa del Sacro Cuore di Roseto degli Abruzzi, realizzati dal 1987 al 1992: la più grande stesura musiva d’Abruzzo con i suoi 650 metri quadri.

In una biennale alla quale parteciperanno 150 mosaicisti provenienti da ogni parte del mondo, Bruno Zenobio sarà uno dei 5 ospiti d’onore, esponendo 20 pezzi – 14 pannelli a parete e 6 sculture – nella mostra a lui dedicata intitolata “Bruno Zenobio – Il mio tempo musivo”.

L’esposizione sarà aperta dal 3 ottobre al 15 novembre 2020 e Zenobio terrà una conferenza nel vernissage, previsto a Chartres sabato 17 ottobre 2020 alle ore 18.

Molto felice dell’ennesimo riconoscimento internazionale, il Maestro sta preparando le sue opere per la spedizione oltralpe e si è detto onorato dell’invito e felice di recarsi nella magnifica Chartres, per parlare dei suoi ultimi 30 anni di lavoro nel mondo del mosaico.

Bruno Zenobio è uno dei “Rosetani buoni per il Mondo” che mai dobbiamo stancarci di lodare per la sua arte e mai dobbiamo dimenticare.

Nel fare i complimenti al Maestro (una sua opera è stampata sul disco “Italian Journey” di “Brandon Sherrod & The Sharks”), riporto di seguito un pensiero a lui dedicato che scrissi qualche anno fa: inutile scrivere qualcosa di diverso.



Bruno Zenobio
ARTISTA DEL POPOLO, PER IL POPOLO, IN NOME DEL POPOLO.
Oscar Wilde diceva che la democrazia è l’arte di far bastonare il popolo, dal popolo, in nome del popolo.
Parafrasando l’acuto intellettuale irlandese, mi viene da pensare che Bruno Zenobio è un artista del popolo, per il popolo, in nome del popolo.
Entrate – fedeli o no che siate – nella chiesa rosetana del Sacro Cuore, fatevi abbracciare dai 650 (seicentocinquanta!) metri quadri di mosaico opera del Maestro e capirete perché Bruno è un figlio prediletto del popolo.
Bruno, se lo conosci, ti viene voglia di starci a conversare per ore. Mattatore nato, maestro dell’arte musiva con un passato remoto da presentatore e uno prossimo da attore, è artista a tutto tondo e sa bene che la vita è un mosaico. Come uno dei suoi capolavori, che vanno dal figurativo all’astratto.
Zenobio è un vento caldo che ti avvolge nel discorso e in un attimo ti ritrovi in Libia, durante la rivoluzione di Gheddafi, con lui bloccato insieme ai suoi amici cantanti del Coro di Atri in un hotel. Oppure dalle parti di Venezia, a scegliere con lui lamine d’oro e graniti provenienti dalla Patagonia, con cui realizzare le sue opere. O ancora sei su un’impalcatura, a schiattare di fatica per far sì che quel pezzettino di pietra rotta a martellate entri lì, proprio lì. Perché – è proprio Bruno a dirlo – nel mondo deve esserci posto per tutti e il mosaico, con il suo gioco di incastri, è una buona metafora della pacifica e civile convivenza.
E questo è niente. Bruno non va raccontato, va vissuto. Magari toccando un suo mosaico. Come quello che ho in casa e che non ho voluto appendere, mettendolo su un mobile basso all’ingresso. “L’incontro fra Pinocchio e la Fata Turchina”, si chiama. E quasi ogni giorno lo tocco, sondo i fremiti del burattino e osservo la sinuosa eleganza della fata. I polpastrelli si perdono fra le pietre di Bruno e quasi sembra di suonare una melodia.
Perché la vita è un mosaico.

Luca Maggitti
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