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Uomini di Basket
COACH STEFANO CORSINI: ROSETO VISTA DA LIVORNO.
Stefano Corsini.
[Daniele Mealli FotoSport]


Stefano Corsini issato da Luca Corbelli.

Stefano Corsini alla finale nazionale Under 15 Femminile 2023 di Roseto degli Abruzzi.

Intervista al coach labronico, che ha guidato lo scorso anno il progetto di Firenze sia in A2 sia nelle giovanili, che parla dei successi di Firenze e fa le carte alle Panthers di Luca Corbelli, Massimiliano Pasini e coach Massimo Padovano.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 30 Luglio 2023 - Ore 12:30

Stefano, per anni siamo stati soltanto amici di Facebook. Poi ci siamo conosciuti a Roseto, in occasione della sfida tra Panthers e Firenze lo scorso novembre 2022, e ho visto che con te lavorava Luca Corbelli, che non vedevo dai tempi della Fortitudo Bologna. Se dico che “Panthers Roseto 2.0” inizia da te e me che ci salutiamo al PalaMaggetti, dico un’eresia?
«Era ancora l'inizio della stagione, vincere a Roseto era considerata ancora un'impresa. Noi ci riuscimmo giocando anche un'ottima partita. Ma niente a quei tempi faceva presagire che le Panthers potessero retrocedere. Sposterei l'orologio un po' più avanti, alle Finali Nazionali Under 15 di Maggio».

Corbelli e Pasini sono andati via da Firenze e sono venuti a Roseto. Voi tre insieme avete disputato una stagione spettacolare, ribaltando il fattore campo nei playoff, buttando fuori Empoli prima in stagione regolare e arrivando a giocarvi la Serie A1 contro Battipaglia. Come giudichi la vostra stagione 2022/2023 di Serie A2?
«La nostra stagione è stata fantastica, al netto anche degli infortuni che ci hanno privato prima di Marta Rossini e durante tutti i playoff di Laura Reani: due delle nostre giocatrici simbolo. I playoff di quest'anno mi piace pensare che siano il frutto dei 3 anni di Serie A2 durante i quali abbiamo ogni anno migliorato il roster crescendo di stagione in stagione. Le due qualificazioni alle Final8 di Coppa Italia sono poi il segnale che per due anni consecutivi abbiamo sempre veleggiato nelle parti alte della classifica sin dal girone d'andata. Quest'anno la vera differenza l'ha fatta la caparbietà delle ragazze di passare sopra ai vari infortuni. Ma già che ci sono mi tolgo un sassolino dalla scarpa... per mesi ho sentito dire che avevamo cuore, che mettevamo grinta e carattere in quello che facevamo. Fammi invece dire che l'ultima PFF che ho allenato era davvero forte anche a livello tecnico. Avevamo in uscita dalla panchina tre giocatrici che sarebbero potute tranquillamente essere in quintetto. E delle prime cinque, quattro giocavano insieme ormai da due stagioni».

Hai vinto il Bronzo allo Scudettino con le Under 15, la Coppa Italiana con le Under 14, hai fatto incetta di titoli toscani. Come fai a seguire tutti quei gruppi e come hai fatto, soprattutto, a compenetrare anche gli impegni con la A2?
«La differenza la fanno sempre lo staff e le ragazze. Abbiamo giovani che sanno stare in palestra, che apprezzano il complimento così come apprezzano il richiamo. Ti faccio due esempi. La Serie A2, mentre ero alle finali Under 15, si è allenata tutta la settimana agli ordini degli assistenti e del preparatore atletico e poi è andata a vincere ad Empoli. Le Under 14 sono state seguite da Martina Cioni per tutta la stagione, tranne che nella kermesse finale a Costamasnaga e Moncalieri. I successi che hai elencato perciò non sono miei, sono principalmente di Michele Pierguidi, Francesco Casini e Roberto Montesi che hanno messo insieme le idee e le energie della Firenze Basketball Academy e della Pallacanestro Femminile Firenze, ottenendo a livello giovanile risultati che speriamo di migliorare in futuro».

Su quali tasti batte più il coach della A2 e su quali l’istruttore delle ragazzine?
«In Serie A2 devi spesso creare un equilibrio tecnico tra ragazze che ogni anno possono cambiare. Hai tante ore a disposizione, anche se per noi allenatori sembrano sempre poche, per provare a renderle un ingranaggio il più possibile vicino alla perfezione. Con le giovani il lavoro è più complesso. Si lavora quasi più sul singolo, si pazienta un poco di più con le giocatrici alte, si tralascia lo “schema”. Si deve aspettare di ognuna la crescita fisica ma anche caratteriale, le dobbiamo lasciar sfogare. Quello che alleniamo oggi lo vediamo in campo molto tempo dopo. Basta avere la pazienza, che spesso io non ho».
 
Soddisfatto di restare a Firenze, al netto della cessione del titolo di A2?
«Restare a Firenze è una scelta. Da 14 anni. Che non dipende dal fatto di allenare la A o la B. Dipende dal rapporto che hai con le persone delle quali ti circondi. In questi anni mi sono scelto i preparatori atletici, gli assistenti e le giocatrici. Ho sempre avuto l'appoggio e il sostegno di dirigenti che con gli anni sono diventati punti di riferimento e amici. Quindi non sono solo soddisfatto di restare a Firenze, sono orgoglioso di rappresentarla».

Riparti da 2 gruppi: Under 19 in Serie B e giovanili e Under 17 e Under 15. Con quali obiettivi, visti i successi già ottenuti... e quindi con quali motivazioni da trasferire alle ragazze?
«Ci siamo dati un paio di anni di tempo per cercare di far crescere le nostre giovani che oltre ad essere competitive a livello giovanile lo dovranno diventare a livello senior. Abbiamo una giocatrice tornata pochi giorni fa dal Trofeo dell'Amicizia e avremmo piacere ogni anno di prestare al Settore Squadre Nazionale sempre più ragazze. Le ragazze sognano di vincere un titolo giovanile e fanno bene. Noi vorremmo un giorno tornare in Serie A e – accanto alle Rossini, alle De Cassan, alle Poggio avute in questi anni – mettere ragazze cresciute da noi che possano avere minutaggio e responsabilità. Cosa che in questi anni non è stata possibile».

Farai anche la maschile con un gruppo Under 15. Ma dormi qualche volta?
«Sarò in palestra con amici come Simone Berti e Michele Pierguidi, allenando il gruppo Under 15 Eccellenza sul quale la Sancat Firenze punta molto, anche dopo l'acquisizione del titolo di Serie C. Quindi non perderò ore di sonno. Forse guadagnerò qualche chilo, da perdere poi in estate».

Dal Tirreno ti porto qui sull’Adriatico. Si fa un gran parlar della squadra delle Panthers Roseto 2023/2024. Pare sia forte davvero, anche se finora il roster non si conosce per intero. Tu – che di certo la sai lunga e quindi conosci probabilmente tutti i nomi o quasi – che squadra pensi abbiano fatto Pasini e Corbelli, qui da noi?
«La verità? Uno squadrone, coperto in tutti i reparti. Strutturato con intelligenza e credo anche con budget importante. Dopo la stagione passata era l'unica strada. O rilanciare, oppure ripartire piano piano dalla Serie B. Si è deciso di rilanciare».

Obiettivo, a tuo avviso?
«Vuoi farmi discutere con Luca e Max? Scherzi a parte. È tutto nuovo e per tutto intendo tutto. Staff, squadra e dirigenza. La continuità è rappresentata da Zeppillo (per la parte labronica che rappresento, la PL, un vero idolo). Ricordi a parte, sarà fondamentale la fase di preparazione durante la quale il coach darà le prime responsabilità ad ogni giocatrice. Poi la Coppa Italia è sempre una bella esperienza, ma è il premio dopo un buon girone d'andata. Qui mi fermo, perchè sono cambiati i gironi e soprattutto è cambiato l'accoppiamento dei playoff. Arrivare nelle prime quattro quest'anno sarà decisivo per chi parte dal Girone Est. Ma siamo già troppo avanti col tempo».

Come sai, allenerà coach Massimo Padovano, esordiente nella femminile a 64 anni. Per te è una cosa buona prendere un coach dalla maschile?
«È una cosa buona prendere Massimo Padovano. Punto. Che venga dalla maschile cambia il giusto. Ha esperienza, personalità. L'ho incrociato in questi anni tante volte. A memoria ricordo Sant'Arcangelo e Porto Recanati. Ma soprattutto l'ho seguito a Piombino, dove tutti hanno grandi ricordi e stima di lui come allenatore e come persona. Luca Corbelli ha scelto una persona che conosce e della quale si fida, con la quale avrà un rapporto schietto e collaborativo».

Dai qualche consiglio al tuo collega: cose da fare e cose da evitare?
«Deve riaccendere l'entusiasmo della piazza, di una piazza appassionata al basket e di palato fino, ma che si accontenta anche solo di veder lottare con tutte le proprie forze chi la rappresenta. Per tutto il resto, io non posso permettermi di dire a Massimo proprio niente. Non ha certo bisogno di me, per sapere come guidare le sue ragazze».

Un tuo pensiero su Alexandrine Obouh Fegue, che hai allenato la scorsa stagione e che proprio oggi è stata annunciata dal Roseto.
«Quello che “Alex” ha fatto da noi lo scorso anno è solo la superficie di quello che potrebbe diventare. Corre il campo come un'esterna, dentro l'area ha fisicità. Nelle sedute individuali ha dimostrato anche di poter ampliare il suo raggio di tiro. Nel nostro sistema difensivo la proteggevamo senza mai cambiare sui pick&roll, ma col tempo imparerà anche quello. Lo scorso anno era il suo esordio in Italia, pian piano ha capito la lingua, ora imparerà anche a parlarla che è fondamentale per la comunicazione in campo, ma anche nel tempo libero. Se in squadra c’è anche lei... torno alla domanda degli obiettivi e... qui mi fermo e ti mando un abbraccio!».

Grazie, coach Stefano Corsini. E un grande in bocca al lupo a te per la prossima stagione.

Luca Maggitti Di Tecco
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