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Cavalli e Ricordi
VARENNE: O CAPITANO, MIO CAPITANO!
IL CAPITANO
Varenne e Giampaolo Minnucci.


Uno scritto – datato Gennaio 2001 – firmato da un uomo di cavalli: Paolo Torlontano.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 29 Marzo 2008 - Ore 21:30

Varenne nasce il 26 Marzo 1995 (da Waikiki Beach, figlio di Speedy Somolli, e Ialmaz, figlia di Zebù) nell'allevamento Zenzalino, in provincia di Ferrara.
Il suo allevatore gli dà il nome della strada parigina dove ha sede l’ambasciata italiana e cede la metà di Varenne, per la cifra di 10 milioni, a Jean Pierre Dubois, allenatore francese che lo porta in Normandia.
Dopo un anno, Varenne torna in Italia e effettua la prova di qualifica per essere ammesso a correre.

Debutta all’inizio del 1998, a tre anni, venendo squalificato per rottura prolungata, dimostrando comunque grandi doti. Per questo viene acquistato per la cifra di circa 170 milioni.
Verità e leggenda, in queste transazioni, si mescolano sempre. Si dice che Varenne abbia un frammento cartilagineo in un garretto e che per questo è stato comprato da un proprietario non esperto, al suo primo acquisto. Comunque, il merito della segnalazione va ascritto a Jori Turia, trainer Finlandese, di stanza ad Ostia, nel centro che conduce insieme al suo driver Giampaolo Minnucci, romano de Roma.

Nel 1998, la star del trotto italiano è Viking Kronos, coetaneo di Varenne e figlio di American Winner e Conch, due autentici fuoriclasse Americani. Viking, allenato e guidato da un allenatore albanese di origine, ma svedese di cittadinanza, monopolizza tutte le gare dei due anni, nel 1997, conseguendo vari primati europei e mondiali. Nel 1998 Viking inizia la stagione come al solito, dopo un periodo di svernamento in Svezia, strapazzando tutti i coetanei italiani a suon di record. Nel Gran Premio Nazionale, prova di preparazione al Derby, Viking naturalmente vince, ma è seguito da vicino da un certo Varenne, guidato da un driver romano dall’atteggiamento guascone. Sulla stampa specializzata si crea il dualismo, alimentato dal fatto che Viking è guidato da un albanese, e questo dava fastidio all’ambiente. Arriva il giorno del Derby e Viking viene “triturato” da Varenne!

Si dice che la genealogia americana non garantisce la necessaria “tenuta” sui 2100 metri. Sicuramente Viking Kronos s’era infortunato prima della gara e viene ritirato in razza, dopo. Da lì Varenne, diviene il capofila dei cavalli Italiani e sfida, il 1 Novembre, nel Gran Premio Orsi Mangelli, sul tema del miglio, alcuni fra i migliori tre anni americani, finendo terzo, ma con molto onore. Da questo momento, Varenne diviene l’alfiere dei cavalli italiani e, a quattro anni (1999), vince tutte le corse a cui partecipa, contro i coetanei di tutta Europa. Memorabile la sua vittoria di forza su Moni Maker, ricchissima giumenta Americana, vincitrice dell’Amerique 1999, a Milano, sui 2.1 km. Alla fine dell’anno, viene annunciata la sua partecipazione all’Amerique, campionato del mondo per cavalli anziani sulla lunga distanza (2700 m).

Molti dicono che è troppo presto, che Varenne non ha mai corso su quella distanza, che è troppo giovane. Effettivamente lo è, l’Amerique si svolge a fine Gennaio, e Varenne non ha mai affrontato i cavalli più anziani. Fa due corse di preparazione a Vincennes: la prima, contro i migliori 4 anni francesi, la seconda, contro i buoni seconda scelta anziani. Le vince con facilità, ma i dubbi rimangono. La partenza dell’Amerique 2000, ancora oggi fa discutere. Nelle prime due false, Varenne si avvia molto bene. Nella terza, in assoluto la più caotica e, quindi anch’essa da richiamare, Varenne rimane attardato in coda, con il favorito della corsa, il poderoso francese General du Pommeau, dietro due gregari, in testa, a dettare andatura forsennata. Ma Varenne corre comunque da protagonista, sulla salita a 1300 m dal traguardo, mentre General e i suoi gregari tirano un po’ il fiato, vola all’esterno del gruppo e va in testa ad incrementare la velocità, ma alla fine paga l’enorme sforzo. Arriva terzo, vince General du Pommeau, ma il ritmo imposto da Varenne contribuisce a polverizzare il record della corsa (record mondiale sulla distanza), che Varenne stesso, giunto terzo abbassa a sua volta! In Aprile, Varenne si prende la rivincita su General, questa volta sul tema della velocità (1600 m) nel Lotteria di Agnano. Bisogna dire che dopo la vittoria nell’Amerique, General non è più lo stesso.

Varenne si butta a capofitto in una serie di gran premi in tutta Europa, al cospetto dei migliori anziani. Viene sconfitto ora da un cavallo, ora da un altro, ma corre sempre da primattore. Nell’Elittlopp (il virtuale campionato del mondo sul miglio), in Svezia, trova il castrone Victory Tylly, autentico dragster. Vinta la batteria, Giampaolo Minnucci, temendo la velocità di base di Victory (forse Varenne ha nei 2.1 km la sua distanza ideale), ed essendo già stato battuto in Norvegia dal veltro svedese, prova a forzare la partenza. Varenne, fuori giri, rompe e, inseguendo, non può arrivare che quinto. Alla fine dell’anno comunque, in virtù dei suoi costanti piazzamenti, conquista la World Cup, sorta di campionato di F1 dei cavalli da trotto.

Il resto è storia di oggi: Varenne vince, da favorito, facendo una corsa di testa dal primo all’ultimo metro, resistendo a tutte le bordate degli avversari, l’Amerique. Come i grandissimi, semplifica la cronaca di una corsa da sempre combattutissima.

Onore a Varenne, al suo preparatore, Jori Turia e al suo Guidatore, Giampaolo Minnucci, vincitori su tutti i campi, su tutte le distanze, contro tutti gli avversari.

Gennaio 2001
Paolo Torlontano
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