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Serie A – Banca Tercas Teramo
LINO PELLECCHIA: “MOMENTANEA CRISI DI CASSA”.
Lino Pellecchia, patron e amministratore unico del Teramo Basket.
[Mimmo Cusano]


Il Numero Uno del Teramo Basket fa il punto sulla situazione economico-finanziaria del sodalizio cestistico abruzzese, che a livello di costi gioca “2 campionati in 1”.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 25 Gennaio 2012 - Ore 01:45

A Lino Pellecchia – e ai suoi odierni soci – il mondo del basket teramano (e, più in generale, abruzzese), deve dire un grande grazie “a prescindere”.
Già, perché il minuto patron del sodalizio biancorosso – fisico asciutto e grigi capelli da ragazzo – ha salvato a suon di euro la società dalla sicura bancarotta.
 
Un salvataggio che però è cura e non guarigione. Perché dal buco di cui si sussurra (voci non confermate… e che nessuno ci dirà mai in modo ufficiale… parlano di 8 milioni di euro) non si esce con un unico balzo, ma attraverso una ripida e lunga risalita.
 
E’ un cammino difficile, fatto di pagamenti vecchi – alcuni magari inaspettati – e nuovi per mantenere in piedi società e squadra.
 
E siccome Lino Pellecchia è uomo di mondo e – a occhio e croce – non pare molto avvezzo ad indorar pillole (tipico degli imprenditori che il grano ce l’hanno davvero), poche ore fa, nella trasmissione televisiva “Basket & Basket”, condotta da Rino Orsatti su Teleponte, ha tranquillamente parlato della crisi di cassa che la società teramana sta vivendo.
 
Lino Pellecchia ha detto che oggi, mercoledì 25 gennaio 2012, andrà al PalaScapriano per parlare con la squadra ed illustrare a tutti i componenti la situazione debitoria in maniera analitica, oltre che prospettare la situazione creditoria che consentirà di far fronte ai prossimi pagamenti.
 
Con un candore degno di miglior causa (che quella di coprire buchi fatti da altri), il patron del Teramo ha quindi glissato elegantemente circa l’entità del debito (quindi gli 8 milioni di euro diciamo che sono un pettegolezzo privo di fondamento, così nessuno si incazza), mentre è stato più preciso sull’ammontare del credito che la società conta di riscuotere nel giro di una decina di giorni: 540.000 euro circa. Con quelli, Pellecchia conta di saldare intanto le spettanze di dicembre 2011 di squadra e società (e tenere in cassa il resto), maturate intorno alla metà del mese di gennaio 2012.
 
Dunque il Teramo, finora regolare nei pagamenti della stagione 2011/2012 da quanto si è capito, per bocca del suo patron va in TV a dire che intende parlare alla squadra per illustrare la situazione e giustificare un ritardo di un paio di settimane. Roba da matti, a sentire certe altre situazioni in Italia, in cui gli stipendi non vengono pagati da mesi e nessuno si sogna di metterci la faccia per giustificarsi o spiegare alcunché. Dunque tanto di cappello a Lino Pellecchia, imprenditore vero che capisce quanto sia importante – a fronte di impegni assunti mediante la stipula di contratti – onorare gli stessi o dare puntuale spiegazione del come si potrà fare ad onorarli.
 
Lino Pellecchia, stimolato sulla passata gestione a guida Carlo Antonetti (di cui era socio insieme allo stesso Antonetti e a Biancacci), ha liquidato la cosa con un laconico: “No comment”.
 
Circa le difficoltà finanziarie derivanti dalle passate stagioni, Pellecchia ha chiaramente detto che ci sono giocatori che aspettano ancora soldi della passata stagione, oltre a un nutrito gruppo di creditori non meglio specificati.
 
A chi fra gli ospiti della trasmissione (Francesco Di Francesco e Bruno Impaloni) gli ha chiesto se i 350.000 euro della wild card (erano 600.000, ma la Lega Basket ne ha trattenuto una parte, non sappiamo bene a quale titolo e non vogliamo azzardare riflessioni che potrebbero indurre alla querela) fossero tornati nelle casse societarie, Pellecchia ha risposto che i soldi sono stati incassati dal Teramo, che però li ha subito utilizzati completamente per pagare i contributi (impegno mensile di circa 135.000 euro) e un debito pregresso contratto con una (sono parole dello stesso amministratore unico) “famosa finanziaria, molto conosciuta a Teramo”.
 
Circa il futuro, Pellecchia ha chiarito che i 540.000 euro attesi sono un credito che, ovviamente, basterà nell’immediato, ma non consentirà di terminare il campionato. Per terminarlo, ci sarà bisogno di altre risorse che dovrebbero arrivare a seguito di altre azioni del sodalizio cestistico (supponiamo nel campo del marketing, quello vero).
 
E’ indubbio lo sforzo che le famiglie Pellecchia e Capasso stanno facendo per conservare il basket di massima serie a Teramo ed è davvero apprezzabile che non piangano miseria né implorino contributi pubblici (vabbé che, con l’aria che tira, sarebbero giocoforza inascoltati).
 
Guardando al futuro, il lungocrinito patron teramano non ha fatto come il capitolino Toti (che mollerà la Virtus Roma a fine stagione e lo ha già detto), lasciando la speranza che – rimessi a posto i conti in profondo rosso un po’ alla volta – possa essere ancora lui a guidare la società.
 
Pellecchia ha quindi ringraziato sia il Presidente di Banca Tercas, Lino Nisii, sia il Sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, definiti “preziosi consiglieri, oltre che amici”.
 
Dunque c’è crisi finanziaria mondiale e c’è crisi di liquidità anche nel Teramo Basket, che per ammissione di Lino Pellecchia sta giocando – a livello di costi – due campionati in uno. E cioè ne gioca in campo uno solo, ma paga come se ne stesse giocando due, dovendo ripianare molti debiti pregressi.
 
Che dire, infine?
Complimenti a Lino Pellecchia per la schiettezza e per non nascondersi, anche quando potrebbe dire che “lui non c’entra” e complimenti per il rispetto verso i componenti della sua società, stante la volontà di parlarci nell’immediatezza di una situazione di sofferenza.
 
In bocca al lupo al Teramo Basket – e soprattutto agli “ufficiali pagatori” Pellecchia e Capasso – avendo compreso che la strada del risanamento è ancora lunga.
 
Luca Maggitti
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