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[ROSETO BASKET STORY]
1987/1988, LA FINALE INVISIBILE, IL RITORNO DA PALESTRINA, LO SCHERZO AI TIFOSI, I FESTEGGIAMENTI.
Grazie ad Angelo Stama, emozionanti ricordi di 31 anni fa.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 31 Luglio 2019 - Ore 19:30


Grazie ad Angelo Stama, che ha tirato fuori una preziosissima videocassetta di 31 anni fa, Daniele Francani ha potuto caricare 16 minuti e 40 secondi di emozionanti ricordi.
Sono immagini datate 1988, che testimoniano ciò che successe a Roseto degli Abruzzi, non appena si sparse la notizia dell'impresa del Roseto di coach Domenico Sorgentone, che battendo in trasferta in gara 2 il Palestrina vinse la B2 e conquistò la promozione.
Dal Bar Sportivo di Maciste al casello di Val Vomano (con l’idea di arrivare incerottati) e malmenati per finta), dalla sede societaria al piazzale del vecchio Palazzetto, dalla Vecchia Guardia ai ragazzi della Brigata... tutti i protagonisti di quella splendida serata (Giovanni Giunco, Vittorio Fossataro, Romano Mari e tutti i giocatori)... in un quarto d'ora di storia del basket del Lido delle Rose.
Se volete saperne di più di quella “Finale invisibile”, eccovi alla fine di questo post – in 3 puntate, dall’archivio di ROSETO.com – la storia raccontata da uno dei protagonisti: Piero Bianchi, all’epoca vice allenatore di Sorgentone e anche giornalista. Le 3 puntate sono da leggere tutte. Qui di seguito, intanto, anticipo il saporitissimo epilogo.
(Luca Maggitti)

[LA FINALE INVISIBILE – Epilogo]
«...L’allenatore di casa, Beniamino Scarinci, era affranto. Non solo per il risultato, anche per l’invasione di campo, l’aggressione ad arbitri e squadra ospite e l’assedio, che avrebbero avuto conseguenze gravissime sul piano disciplinare. Ma lealmente si complimentava con noi. Ho saputo qualche tempo fa che è morto prematuramente. Era un grande gentleman.
Finalmente arrivò altra forza pubblica. Ormai era buio pesto, ma i tifosi più esagitati erano ancora là fuori ad aspettarci per regolare i conti. Ci dissero di scendere. Fuori c’erano tre cellulari dei carabinieri che ci avrebbero portati via. Protetti da un’intera squadra in assetto antisommossa salimmo in fretta sui furgoni, mentre gli assedianti ci urlavano che non finiva lì e che ci avrebbero inseguiti fino in capo al mondo.
I cellulari imboccarono sgommando una stradina sterrata. La percorremmo a tutta velocità, rischiando di schiantarci a ogni curva. Sarebbe stato il colmo se ci fossimo procurati in un incidente quello che avevamo evitato al campo di gioco. Capimmo che i carabinieri volevano far perdere le nostre tracce, per non far intuire ad eventuali inseguitori dove eravamo diretti.
Ci portarono alla stazione dei carabinieri di San Cesàreo, paese a una decina di chilometri da Palestrina. Lì avevano scortato anche il pullman e l’autista. Ritrovammo Gianni Vincenti, che all’arrivo ovviamente aveva evitato di entrare in palestra insieme alla squadra. Si era presentato da solo e aveva guardato la partita indisturbato, nessuno lo aveva associato a noi.
In caserma cominciarono ad arrivare le telefonate da Roseto (in Italia non esistevano ancora i telefonini cellulari). Romano Chiappini e Vittorio Fossataro, trepidanti, si informavano sulle nostre condizioni di salute. Il risultato lo conoscevano. Aureli da Capitano andò a parlare al telefono con i dirigenti. Tornò nella stanza (senza sedie) dove eravamo accampati e riferì: “Mi ha detto Fossataro che è giù da noi è un tripudio, cortei di auto a clacson spiegati, bandiere, Roseto sembra Rio de Janeiro”. I ragazzi si guardarono: reduci da una fuga avventurosa per le campagne laziali, stanchi, sudati, sdraiati per terra con le borse come cuscino, ancora senza cena. Altro che carnevale.
A notte fonda potemmo finalmente riprendere la via di casa. Ma i carabinieri ritenevano che il pericolo di inseguimenti e agguati al pullman non fosse del tutto scongiurato. Così ci scortarono fino al casello e anche per un tratto di autostrada. Sapevamo che i nostri tifosi ci avrebbero atteso all’arrivo, per festeggiare. Così la mente diabolica di Antimo Di Biase escogitò uno scherzo micidiale, che trovò subito la complicità di Matteo Fusco. Il buon masseur tirò fuori fasce e cerotti e… ci truccò tutti da reduci del Vietnam: chi col braccio al collo, chi con le bende in testa, chi coi cerotti in faccia, mancavano solo le stampelle. Sembrava che ci avessero suonati come le zampogne.
I tifosi, generosissimi, invece di aspettare a Roseto ci vennero incontro fino all’uscita dell’autostrada a Val Vomano, portando pizza e birra per rifocillarci. All’arrivo del pullman esplosero in un boato. Ma l’urlo “Ro-se-to” gli si strozzò in gola. Il primo a scendere fu Willy Battistoni, tutto bendato e zoppicante. Poi lentamente tutti gli altri, fasciati e incerottati. “Madonna - mormorarono gli ultrà, quasi sotto shock - li hanno massacrati…”.
Lo scherzo durò giusto qualche secondo. In un lampo bende e cerotti volarono in aria tra l’ilarità generale… I 10 eroi che avevano fatto l’impresa si concessero all’abbraccio della gente, ridendo e cantando. Poi si lanciarono sulle pizze.
A Roseto i festeggiamenti durarono settimane, tra cene ufficiali, partite celebrative, premiazioni da parte di Comune, Provincia e Regione. Le formalità non finivano mai. Però l’abbraccio coi tifosi che ci avevano portato da mangiare all’uscita dell’autostrada rimase il momento più bello e più autentico.
Le celebrazioni ufficiali e le medaglie ricordo non ci facevano dimenticare com’eravamo partiti nove mesi e mezzo prima: in ritiro a Isola del Gran Sasso con la squadra ancora incompleta, circondati da scetticismo e indifferenza, col solo Giovanni Giunco che credeva fermamente nel suo progetto.
La “finale invisibile”, oltre a portare Roseto in B1, ebbe anche un altro effetto: unì strettamente tutti noi che l’avevamo vissuta in una sorta di magia destinata a durare per sempre.
Anni dopo Raffaele Battista, orgogliosamente, ancora mi diceva: “Ricordati Pietro, noi siamo quelli di Palestrina”». 
(Piero Bianchi)

[LA FINALE INVISIBILE – La storia]
1 di 3. http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=9481
2 di 3. http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=9487
3 di 3. http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=9490

ROSETO.com
  

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