Il Volo ha vinto il 65° Festival di Sanremo con la canzone “Grande amore”.
Il trio composto dal rosetano Gianluca Ginoble e dai siciliani Ignazio Boschetto e Piero Barone ha messo in fila tutti gli altri concorrenti, sbaragliando la concorrenza al primo tentativo.
Si tratta dell’ennesimo successo per un trio che è una macchina da guerra, sapientemente condotta dal manager Michele Torpedine.
Una vittoria tanto più importante se si considerano gli ascolti record della kermesse condotta da Carlo Conti: i più alti degli ultimi 10 anni.
Certo, Il Volo ha ormai una solida e pluriennale fama mondiale, per cui il Festival di Sanremo – paradossalmente – potrebbe essere una cosa di rilevanza non fondamentale per il loro mercato e la loro carriera, ma è un fatto che i tre giovanotti volessero fortissimamente conquistare in patria il successo di cui godono in America e altrove già da anni, quindi questa affermazione, perseguita con grinta e determinazione, crediamo abbia per loro un forte valore umano e affettivo.
Insomma, nonostante il trio sia abituato a duettare con Barbra Streisand (e ad altre stelle mondiali della musica), cantare nella cerimonia del Nobel o davanti al Presidente della Repubblica Italiana, vincere Sanremo è qualcosa che a livello di fama nazionale rappresenta la consacrazione e il punto più alto.
Dunque complimenti al Volo e in particolare a Gianluca Ginoble, che a soli 20 anni scrive un’altra pagina di storia della piccola Roseto degli Abruzzi – e del delizioso borgo antico di Montepagano – portando i nostri luoghi sulla massima ribalta nazionale.
Lanciamo la più semplice e naturale delle idee: il Comune organizzi una sera informale al PalaMaggetti in cui, semplicemente, una città possa stringersi intorno a Gianluca e al Volo per fargli i complimenti.
Sarebbe fantastico se i ragazzi cantassero, ma crediamo che sarebbe abbastanza anche sentire le riflessioni e i pensieri di Gianluca: un ragazzo che vale la pena di conoscere e che sappiamo umile e amante del suo lavoro.
Complimenti, Gianluca!
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